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Internet sul telefonino? Attendere prego
Andare in vacanza senza Internet era un obiettivo difficile da raggiungere, specie per chi come me ha deciso di andare in Italia, e non in Patagonia, paese di facile accesso alla rete (vedi Internet Point). Sono andato in Sicilia in zone dove di Internet Cafè non ce ne era poi molti. Così, un pò per vedere quelle 2 azioni sulla borsa americana, un pò per le previsioni del tempo e non per ultima per quella mania di spippolamento in rete che mi porterò dietro forse per sempre, ho deciso di usare il mio nuovo Nokia N70, telefono quasi spaziale gentilmente offerto in promozione dalla Tim. Si, perchè alla Tim, fanno alcune strategie che non comprendo, ma aver pagato 100€ di meno un cellulare super arricchito di funzioni, a rate di 7€ in bolletta, merita una nota di merito. Così decido di sfruttare il sistema operativo Symbian OS con il browser (copio-incollo dal sito) multifunzione WAP 2.0 XHTML/HTML e uno schermo grande (176x208 pixel, fino a 262.144 colori, ri-copio...) per vedere (in teoria) Internet sul telefonino. Se ne parla dal 1998....hanno scritto tutto e di più, hanno fatto previsioni mercato con break even point a 3 anni fa e la tecnologia non manca....(sempre in teoria). Nella pratica mi trovo di fronte ad una differenziazione di prodotto (servizio) alquanto curiosa, almeno per il consumatore, che spesso non ha la preparazione per comprendere a fondo (insomma gli esperti di marketing sono lo 0,0001% degli italiani...). Il 119 della Tim mi propone di acquistare una promozione su Maxxi Wap, 10 euretti per 80MB di traffico. Proviamo. Scopro al telefono con la gentil signorina (oh, stanno migliorando nel customer care, dopo le assistenze di bassa qualità, a favore di un tele-marketing ossessivo, che facevano un annetto fa....) che sono un ignorante, altro che studioso di marketing..): non so infatti che, se volessi usare quei MB per navigare da notebook, collegandomi da questo al mio N70, non potrei. Infatti se proprio lo vuoi fare devi acquistare Maxi Tim Web che costa 20 eurini. Vabbè son pochi soldi, che me ne importa. Senza considerare altri cents (non mi ricordo quanti, mi sono perso, che strano, tra le tariffe..) che devo pagare ogni volta che mi collego a iBox...vabbè son centesimi. Alla mia mente sovviene quell'articolo di anni fa che metteva a confronto le tariffe degli operatori mobile, sostenendo in finale che non ci si capiva un'acca. Se l'autore dell'art. prova oggi a farne una seconda versione con le tariffe che ho trovato sul sito di Tim, rischia di morire d'inedia.. Ma ancora di più mi incuriosisce sapere che gli stessi pacchetti di dati TCP/IP costano diversamente e hanno bisogno di 2 promozioni Tim diverse per poterli scaricare..Insomma, lo so che non devo navigare in Internet in vacanza, ma solo sulle barche, è salutare, ma questa discriminazione dei byte mi inquieta un pò. Il consumatore, che già spende diversi euri in TLC non può essere invogliato a provare le applicazioni con queste discriminazioni di prezzo penalizzanti e le applicazioni senza utenti, sappiamo bene, non crescono. Non si sviluppa business, non c'è l'indotto, non c'è benzina a sufficienza nel motore. I-mode di NTTDocomo al contrario insegna come far decollare un'applicazione rapidamente (prezzi bassi, molti servizi), ah già ma noi non possiamo fare come in Giappone, siamo un paese così lontano, dicono.. Ok ho capito tutto (intanto mi faccio un bagno nell'acqua limpida in provincia di Siracusa, ma il cervello non è ancora andato in energy saving...): ricerca di massimizzazione del profitto della TLC puntando sul target degli innovatori incalliti (e su quello ben più ampio di coloro che non hanno capito cosa stanno acquistando) che vogliano sempre l'ultima novità tecnologica. Le nostre TLC non scelgono invece di aumentare l'ARPU, aumentando il numero degli utenti e quindi i profitti in termini assoluti. Non ho i bilanci in mano e quindi soprassiedo (si, c'ho anche da guardare il barocco siciliano, non posso mica pensare alle TLC ora..), però qualcosa continua a ronzarmi nel cervello (anche se molto in un angolino rimasto ancorato all'ufficio, ancora qualche giorno e poi sparirà...). Metto da parte le mie ruminazioni e navigo finalmente sul cellulare. Alè, sito di Google che in automatico mi riconosce possessore di un cellulo, e mi propone una bella paginetta adattata al piccolo display. Ma come sono bravi alla Google! Ah già, ma questa non è una novità, ma solo l'ennesima conferma che c'è qualcuno che la rete la conosce bene. Un clic e vado alla mia google home page personalizzata. Agilmente. Mi galvanizzo. Con baldanza vado su Repubblica ad approfondire le news. Ahi: la pagina è lentissima a caricarsi e non è ottimizzata per il mobile. Forse dovevo fare un altro URL apposito...nel frattempo con il mio mouse passo da link a link (operazione un pò lenta, nonostante telefono di ultima generazione) prima di trovare un link sul mobile in Repubblica, che si carica con lentezza. Pazienza le news, tanto sono in vacanza, quindi niente di meglio che leggere il giornale rosa che mi parlerà di improbabili trattative tipo Ronaldo all'Argentina e Messi al Brasile, tanto 3/4 dei miei neuroni sono immobili in questi giorni. Arieccoci! Il sito della Gazzetta è una tarturuga sul cellulare e mi stiro il dito per fare 150 clic per cercare senza successo il link per la versione mobile della pagina. Negativo. Ok. Pazienza. Tanto il calcio vive solo di scandali e quasi non si sono accorti in questo paese che siamo Campioni del Mondo. Ri-soprassiedo. Vediamo le previsioni del tempo che nell'appartamento che ho affittato qua non c'è la televisione e non credo che qui ci siano gli sciamani. Vado con il sito per me must del tempo: Meteolive, così domani scelgo se andare al mare o a fare la visita ai Mosaici di Piazza Armerina. Niente....immagini gigantesche per questo browser, navigazione inesistente, mi stanco e siccome ho voglia di andare al mare, prendo la maschera con il boccaglio e parto nell'acqua splendida. Più tardi, la mente in relax produce l'idea che sono solo i siti italiani che non hanno la versione mobile facile. "Noi italiani siamo anni indietro rispetto agli USA e UK", sento dire e ridico da tempo immemorabile. E allora basta siti italiani. Vedrai che i big della rete non mi deluderanno. Vado diritto su Yahoo pregustandomi di sfogliare le news di mezzo mondo. No....altra delusione. Yahoo.it non mi riconosce in automatico e mi presenta il portale per intero, navigabile superlentamente visto il mio WAP... Stop. Decido di andare avanti come gli antenati...con i giornali, le previsioni del tempo le chiedo alla vicina di casa e l'unico testo che leggo sono i menu dei ristoranti, le etichette del Nero d'Avola ed i miei libri dell'estate. Non senza però essere deluso dall'esperienza dell'Internet in mobilità. I più mobili di voi diranno che se volevo navigare mi dovevo portare dietro il mio notebook o al minimo il mio palmare per collegarlo via Bluetooth al Nokia. Ma l'obiettivo di questa vacanza era il relax, non i device (abitudine nella quale sono ricaduto, roba da clinica di disintossicazione). Non ci sono problemi: non userò Internet in vacanza, fino al giorno in cui i clienti avranno valore singolo pari a € 10 alla milionesima potenza. "Ah guarda cara....c'è un Internet Point: vado a controllare la posta....." Buon rientro a tutti Il web 2.0? Esisteva già prima dell'1.0!
Grazie a Supercazzola, notoriamente scettico riguardo al web 2.0, ho letto l'interessantissima trascrizione di un podcast dell'IBM in cui viene intervistato niente meno che Tim Berners Lee. Quello che il buon Tim dice sembrerebbe dare ragione ai detrattori del web 2.0, ma per come la vedo io non è così. "And in fact, you know, this Web 2.0, quote, it means using the standards which have been produced by all these people So Web 2.0 for some people it means moving some of the thinking client side so making it more immediate, but the idea of Tutto vero, anzi verissimo. Ma il fatto che fosse stato progettato per quello non vuol dire che poi sia stato usato nel modo previsto. Robert Scoble in Naked Conversations, che ho appena iniziato a leggere, ammette che non c'è molto da aggiungere al Cluetrain Manifesto, che è del 2000, se non esempi pratici, che prima mancavano totalmente. E' assolutamente vero che il web 1.0 conteneva in sè già tutto quello che adesso viene identificato come 2.0: Beh, non me ne vengono in mente tanti altri... Non è importante se lo si chiama web 2.0, rivoluzione, apertura, pippo, pluto o paperino. L'importante è che le cose stanno cambiando, che alcune aziende se ne stanno rendendo conto e che quelle che non si adegueranno ne subiranni, prima o poi, le conseguenze. Turisti Protagonisti. Un diversivo?
Da un brutto e criptico banner su Repubblica, con immagini sgranate e un italiano opinabile: "Bentornati! Alla squadra che farà vincere ancora l'Italia", arrivo su Turisti Protagonisti., il sito per migliorare il turismo in Italia voluto dal Vice Presidente del Consiglio. Già dalla homepage mi intristisco un po' (e dopo averlo navigato e avervi interagito mi intristisco ancora di più e poi mi arrabbio). Del sito vale veramente poco la pena di parlare: brutto, immagini a bassa risoluzione, incongruenze macroscopiche tipo: se è il sito per gli italiani andati in vacanza all'estero perchè trai i paesi elencati si trova l'Italia? e che valore hanno interventi dove non è indicato il paese? e gli SMS senza nessuna categorizzazione? Non capisco davvero a cosa serva. Che la mossa sia stata un modo per distogliere l'attenzione dal tanto atteso Portale del Turismo Italiano? Il "mitico" italia.it di cui già si parlava un anno fa e che è ancora "coming soon". Secondo me con questa pallida iniziativa non si è fatto altro che farci tornare in mente i nostri 40 milioni di euro di contributi ancora parcheggiati in un progetto impolverato. Dimenticavo, guardatevi pure la pagina che parla del lancio di Turisti Protagonisti e il PDF della campanga lancio: 3 pagine, 9 MB e un errore di battitura in 20 righe di testo, bah. Di materiale su cosa pensino gli italiani dei loro viaggi se ne trova a vagonate online su blog e siti, come ad esempio uno tra i primi in Italia per numero di visitatori come Turisti per Caso (ciao Roberto!) il cui forum è spesso ben indicizzato nei motori di ricerca per quanto riguarda mete e opinioni su viaggi e turismo. E poi bisognerebbe interrogare anche gli stranieri che vengono regolarmente rapinati dai tassisti e da alcuni baristi e ristoratori sciacalli che rovinano la reputazione del paese... Lo ammetto, a dare consigli siamo bravi tutti, ma a fare un sito così poco utile e mal strutturato sono stati bravi solo loro. E con i nostri soldi :(( Viva la Spagna! Caos calmo di Sandro Veronesi
Premessa. Forse qualcuno mi dirà che questa recensione sia più da blog personale che da IMlog, il libro infatti non tratta propriamente di questioni legate all'economia e al marketing in particolare. Ciò nonostante ho pensato che molti dei rapporti interpersonali trattati dall'autore, siano un ottimo spunto di riflessione per chi vive in azienda, dove piccoli e grandi problemi si risolvono interagendo con i colleghi. Ecco il motivo per cui vi racconto la lettura estiva che più mi ha affascinato. Ho notato il libro in uno dei giorni di massima allerta negli aeroporti, dopo le ben note vicende degli attentati con il Gatorade esplosivo... Non sapendo più cosa fare dopo essermi spogliato anche del cellulare, ho cercato nella libreria oltre il check-in un libro in grado di farmi passare le ore di attesa. Devo ammetterlo: il fatto che il libro abbia vinto il Premio Strega è stato decisivo, "Caos calmo" ha avuto la meglio sul libro di Vitali (nonostante quest'ultimo sia ambientato sul mio lago :)). Il libro narra le vicende di un dirigente di Tele+ nella fase della fusione con Sky. Ovviamente Veronesi non illustra i bilanci e gli indici finanziari delle due aziende, ma piuttosto fa vivere al personaggio del libro (Pietro) i drammi e i pensieri di alcuni dei dirigenti dell'azienda acquisita. Le vite di numerosi personaggi si intrecciano davanti alla scuola della figlia di Carlo, dove quest'ultimo si è rifugiato ad attendere che il caos, creatosi non solo per la fusione in corso, evolva in un nuovo stato. Ovviamente le storie e i personaggi sono frutto della fantasia più pura, ma i sentimenti, le sensazioni sono quelli che si respirano in tutte le aziende che affrontano un processo molto delicato come una fusione. Non voglio dilungarmi molto per non togliere il piacere di scoprire il libro, mi preme però sottolineare come sia scritto molto bene, in modo semplice e scorrevole. Ho trovato che Veronesi abbia una incredibile predisposizione a descrivere sentimenti con similitudini a volte sorprendenti. Lo ripeto, forse un libro che con IMlog c'entra anche nulla. Ma anche se cosi fosse, ci sono altri mille motivi per non perdersi "Caos calmo" :). Siti e stili di vita
Repubblica oggi mette in prima pagina un articolo che racconta, tramite una classifica, i siti protagonisti della rivoluzione culturale, economica e sociale degli utimi 15 anni. links for 2006-08-06
Neutrali in rete
Segnalo un ottimo articolo di Massimo Fubini sulla net neutrality. Mi pare che sia utile fare il punto della situazione in questo momento di liberalizzazioni, soprattutto quando certe libertà si danno per scontate. Pane al pane, vino ai blogger
Leggo su Pandemia dell'interessante iniziativa de "La Compagnia del Cavatappi". Sul sito viene data la possibilità di recensire i prodotti e di votarli. In ogni caso l'idea di "ricompensare" la recensione da parte dei blogger con un buono acquisto mi sembra ottima e decisamente 2.0. Ah, ovviamente c'è anche il blog :) Corporate blog: Yahoo! vs Google 1 - 0
Questa volta non ci sono dubbi, Yahoo! ha surclassato Google! Non parlo nè di fatturato nè di tecnologia di ricerca, ma dei rispettivi corporate blog. Il primo post è di ieri, 1° agosto, alle 10.30 PM. Il nome non è proprio il massimo, soprattutto per un non angolofono, ma il mood è proprio 2.0 :) "Think of this site as the front door to our home (work with me as I posit a questionable metaphor): In our kitchen, we’ll offer you a cup of coffee and direct you to the fridge door, where we’ve displayed the things we’re most proud of. We’ll demonstrate our latest inventions from the workbench in our garage, engage in healthy debates around the dining room table (pass the pepper, please), and sink into overstuffed chairs in the living room to share some of our favorite photos. We’ll point out the shower where we do our best thinking (apologies for the visual) and the den, where we goof around. All with the goal of getting to know each other a little better. Mi casa es su casa. We’ll just call you Kramer." Se consideriamo che il primo post del Google Blog è stato, almeno secondo gli archivi, questo... |