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26.03.07

Il boom dei video online e la sindrome di Microsoft

Un ottimo post letto su Caymag mi dà lo spunto per allargare il discorso riguardo al fiorire di nuovi servizi "2.0".

Giorgio, di Caymag, parte dal successo di YouTube e si chiede se è possibile replicarne il successo, o comunque sfruttarlo. Fa un esempio negativo e uno positivo: quello negativo è l'autoctono TuoVideo, che copia in tutto e per tutto il portale americano senza aggiungere nulla di nuovo, se non l'italianità, che anche a mio avviso non è affatto un plus per un utente della rete di questi tempi; l'esempio positivo invece è LonelyPlanet TV, il portale video dell'omonima casa editrice di guide turistiche, che sfrutta il potenziale del video sharing per coinvolgere la propria community in maniera verticale, aggiungendo valore alla propria offerta e traendo valore dai contributor.

Al di là dell'ottimo esempio mi pare che questo atteggiamento sia piuttosto generalizzato in questi ultimi tempi. Appena esce una nuova applicazione, un nuovo portale, un nuovo "modello" tutti si fiondano a copiarlo, senza preoccuparsi di aggiungere nulla.
Sia chiaro, non c'è nulla di male nel farlo, ma sono dubbioso riguardo alle possibilità di successo di business model che si fondano sulla replica dell'esistente.
Anche Google l'ha capito, e dopo aver creato Google Video ha comprato YouTube.

E' la solita stragegia di Microsoft, che asetta di vedere se una cosa ha successo e poi la copia (di solito peggiorandola leggermente), saltando la prima parte della learning curve.
Il caro Bill però ha dalla sua una potenza di fuoco che una startup non potrà mai avere.

A che serve fare un'altro Digg quando ce n'è già uno? A che serve copiare YouTube per duplicare la metà dei video?
Quello che mi aspetterei è un Digg su un argomento specifico, una video community riservata ai suerfisti (per dire), e così via.

Credo sia in questa direzione, e non in quella precedentemnete descritta che va il trend di rendere disponibili liberamente i software per riprodurre le funzionalità di questi servizi.
Il valore non sta nella tecnologia, ma nell'idea che sta alla base e sulla capacità di coinvolgere le persone in maniera originale.

@ 26.03.07 19:50