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The V word
Pur considerando l'utilizzo di un computer Mac una tortura crudele che non infliggerei al mio peggior nemico credo che questa serie di video di Apple sia forse una delle migliori di sempre. Senza dubbio la migliore del settore! WiiTube
Wii ha trovato un modo molto originale di sfruttare il potenziale di YouTube e allo stesso tempo YouTube ha trovato il modo di monetizare il proprio traffico in modo diverso dall'advertising tradizionale: questo video di Super Mario non e' solo un video, ma un'animazione in flash che fa crollare tutto quello che sta attorno al video stesso, con un effetto a mio parere straordinario. Questo per dire che secondo me il modello di business di YouTube e' e restera' l'advertising, basta solo trovare un modo creativo di utilizzare le potenzialita' del mezzo in un modo che vada al di la' dei banner al chilo o di AdSense. Credo che l'iniziativa pero' debba sempre piu' venire da parte degli advertiser. La competizione non e' su chi paga di piu' per avere piu' visibilita', ma su chi riesce a distinguersi e a fornire un'esperienza che sia diversa e meno piatta di un semplice click su un link. I'm a PC: la risposta di Microsoft
Devo ammettere che questo commercial di M$ non e' affatto male: Ode al click fraud
Seth Godin mi sta simpatico: scrive libri interessanti ed ha la mia stessa pettinatura. In pratica quello che dice che una nuova economia del web sarebbe possibile se tutti i lettori di blog o di contenuti interessanti cliccassero sugli AdSense (lui non specifica, ma quello e') a mo' di mancia o di ringraziamento. Molto bello e molto 2.0, peccato che questo manderebbe a scatafascio l'attuale economia del web, ovvero quella degli advertiser che pagano a click non per ringraziare i creatori di contenuti ma per convertire visitatori in clienti o utenti registrati. Se tutti iniziassero a finanziare i blogger cliccando a casaccio sugli annunci pubblicitari senza alcun interesse nello specifico annuncio, dopo un po' non ci sarebbero piu' annunci, perche' gli invetimenti degli advertiser sarebbero in totale perdita. Se vuoi ringraziare il tuo blogger preferito per i contenuti che ti mette a disposizione credo sia giusto che tu lo faccia con i tuoi di soldi, magari con una donazione PayPal, non con i soldi di chi investe online. Se no propongo di rigraziare Google per i bei risultati di ricerca che ci mette a disposizione cliccando a caso su tutti gli AdWords che appaiono per ogni ricerca... Tanto gli advertiser mica ci guardano all'ROI, loro spendono per puro spirito di solidarieta'! Rollover? Ma parla come clicchi!
Oggi su Repubblica.it ho trovato questo banner di Piaggio, per promuovere la nuova Vespa 300. Qualcuno nota qualcosa di strano? Non mi stupisce tanto che un'agenzia l'abbia proposto, quanto che il cliente l'abbia accettato. Ok, forse mi sono fatto prendere un po' la mano, ma in ogni caso penso che scrivere "Rollover sul banner" sia, dal punto di vista comunicativo, ridicolo. E non ditemi che ormai i i navigatori sono sgamati e sanno i termini e tutto il resto (come ha cercato di fare un grosso centro media internazionale in una riunione qualche settimana fa). Parlate con qualcuno che lavora al customer service e poi mi dite :) La pubblicita'? Venditela da solo!
Leggo su AdAge che Google sta cercando nuove vie per monetizzare il traffico di YouTube. L'articolo parla di ricavi che vanno dai 90 ai 200 milioni di dollari per l'anno scorso: praticamente nulla! L'idea e' quella di far vendere la pubblicita' ai produttori di contenuto. Non quelli come me e te (anche se in futuro non si sa mai), ma i partner "professionali". Praticamente CNN, per esempio, potra' vendere l'advertising sul proprio canale YouTube. Questo sistema mi ricorda qualcosa che tanto 2.0 e innovativo non e': le concessionarie di pubblicita'. Mmm Contextual advertising? Qualcosa non va...
Oggi leggendo Repubblica.it ho notato una cosa che mi ha lasciato perplesso. Come si vede bene nell'immagine qui sotto l'inserzione non ha nulla a che fare con il contenuto dell'articolo ed anzi il collegamento risulta quasi fastidioso (almeno per me). Ovviamente chi legge la cronaca puo' essere interessato ai prestiti (come a qualsiasi altra cosa), ma mi sfugge il ragionamento che ci sta dietro. Nelle pagine di Yahoo! Search Marketing si legge: Sponsored Search vi consente di pubblicizzare la vostra attività tra i risultati dei principali siti di ricerca. Content Match™ integra la campagna Sponsored Search visualizzando le vostre inserzioni esistenti con articoli rilevanti, recensioni di prodotti e così via, offrendo in questo modo una fonte aggiuntiva clienti potenziali. Non mi pare che questo rientri in nessuno dei due casi... Sarebbe BETTER aggiornare i banner...
Oggi, domenica 10 maggio 2008, navigando su Repubblica.it mi e' apparso un simpatico popup (che vedete qui sotto. Il popup blocker l'ho disattivato per esigenze professionali) che promuove una partita NBA del... 6 maggio! Si tratta di una pubblicita' di Better, societa' di betting del gruppo Lottomatica, che invita l'utente a scommettere sulla partita Detroit Pistons-Orlando Magic. Peccato pero' che la partita sia gia' stata giocata... Magari e' un modo per far iniziare bene lo scommettitore con una vincita sicura (finita 111 a 86 per Orlando, per la cronaca) :) Se poi vogliamo essere pignoli cliccando sul banner (con Firefox) la landing page si apre all'interno del popup stesso, che tra l'altro non e' ridimensionabile, quindi e' di fatto quasi impossibile navigare, se non scrollando continuamente sia in verticale che in orizzontale. It could have been Better... Advertising & Social network: sicuri che funzioni?
All'inizio tutti hanno dato per scontato che i social network fossero il futuro dell'advertising: messaggi iper-profilati in un contesto dove addirittura i singoli utenti si sarebbero fatti promotori dei loro brand preferiti (in cambio di quale benefit materiali o emozionali non era ben chiaro...). In pratica siti come MySpace e Facebook si sono proposti sul mercato come potentissimi aggregatori di traffico, di audience profilata e di utenti ad alto potenziale di interazione e disponibili a condividere i loro dati personali senza particolari remore: il sogno dei marketer, in pratica. At their core, social networks are closer to a telephone conversation or a meeting in a coffee house than reading a newspaper or watching TV Non a caso questi siti stanno sforzandosi di trovare modelli di monetizzazione del traffico (ne ha parlato persino l'Economist) che siano coerenti con la filosofia dei social network e al tempo stesso con le esigenze degli inserzionisti: probabilmente dovranno ripensare totalmente la presenza della pubblicità nei loro siti e inventare un modello di "community branding" che attualmente non ha eguali in altri contesti media, anche online. Io continuo a pensare che probabilmente LinkedIn (lo so, sono di parte :-) con gli annunci di Google, qualche banner poco invasivo, i job postings e gli abbonamenti premium abbia alla fine trovato la strada più semplice per monetizzare il suo patrimonio di profili... Su Facebook e MySpace onestamente credo che ci sia ancora molto lavoro da fare, sull'offerta lato editore ma anche e soprattutto da parte delle agenzie creative :-) E voi, che ne pensate? Prodotti in campagna elettorale
Grazie a Carlo ho scoperto una meravigliosa "ricerca" di Pundo3000. Si tratta di una semplice comparazione visiva tra quello che viene promesso con l'advertising e quello che invece viene venduto. Mi ha fatto venire immediatamente in mente la campagna elettorale :) Qui di seguito un paio di esempi. Qui lo slideshow e qui il video su YouTube. Expedia.it fa pubblicita' in TV
Probabilmente non sara' una novita' (vedo che il video e' stato postato il 18 febbraio...) ma siccome non vedo la tv italiana per me lo e'. Coca cola offre lavoro... per finta!
Oggi mi sono imbattuto per caso in uno strano annuncio di Coca-cola su Google. "Cercasi Lavaschiena", questo e' il titolo. Cmq non ho avuto modo di vedere a cosa si doveva arrivare, perche' il sito e' troppo flashoso e lento. PS: adesso l'annuncio non lo vedo piu', o hanno finito il budget o qualcuno gli ha detto che non faceva ridere... :) Sono tutte belle da lontano!
Creatività: semplice e inaspettata
A volte penso di essere talmente immersa in questo mondo da non rimanere più sorpresa di fronte a nulla. Invece, poi, per fortuna qualcun riesce a stupirmi nel modo più semplice e inaspettato (e senza spendere milioni). Mi riferisco nello specifico alla campagna “Sixt Ascii Gti” realizzata per Sixt Autovermietung (che ha vinto gli Eurobestlive 2007 , sezione interactive). Meno male che esistono sempre cose a cui nessuno aveva pensato prima. Live Preview - Office 2007 su Msn.it
Oggi su msn.it è live la campagna per Office 2007 con un'iniziativa insolita denominata Live Preview.
Di che cosa si tratta? Solo per oggi la home page italiana di MSN diventa una specie documento di Microsoft Office Word 2007, permettendo così ad ogni utente di trasformarla secondo i propri gusti. Non ho idea dell'impatto concreto che questo tipo di iniziativa possa avere sul navigatore medio (ammesso e non concesso che se ne accorga), ma sicuramente è un modo innovativo per portare il prodotto vicino ai suoi utenti, coinvolgendoli, rendendoli attivi e probabilmente divertendoli anche un po' (con tutti i benefici per il brand che ne conseguono)- anche se gli interventi di personalizzazione restano pur sempre limitati. Immagino che si tratti anche di un progetto molto notiziabile e che lato PR avrà una buona copertura; in attesa di sentire i commenti, vado a giocare con la mia pagina... Siti cimitero?
Ri-segnalo un bellissimo post di OZ Design già segnalato da Massimo, sullo IAB Forum. Non condivido esattamente tutto, ma alcune osservazioni sono, oltre che divertenti, molto azzeccate. In particolare mi ha fatto morire questa parte: Niumidia? Ai dont anderstend...
Allora hanno proprio il vizio di ribrandizzare tutto... Il capo della concessionaria ha dichiarato: Bah, se son convinti loro... Talk to your daughter before the beauty industry does
Pane Amore e Pubblicità
La campagna PANE, AMORE e SANITA' voluta dal Ministro della Sanità raccoglie molte critiche online. Dopo aver sentito la conferenza stampa di presentazione della campagna ho avuto l'ennesima conferma che i nostri politici sono miglia e miglia lontani dalla conoscenza e comprensione della comunicazione digitale e interattiva. Flyers: anche Facebook ha il proprio AdWords!
Ebbene sì, anche su Facebook si può fare "keyword advertising". In realtà non necessariamente l'attività di advertising deve essere legata a keyword, può anche essere fatta selezionando l'età degli iscritti che visualizzaranno l'annuncio (l'immagina qui a lato è un esempio), il paese, gli interessi ecc. Il tool si chiama Facebook Flyers e a mio modo di vedere è estremamente interessante. Si può scegliere se utilizzare la modalità a CPC o a CPM e si possono inserire immagini. Rispetto ad AdWords ha lo svantaggio di essere meno gestibile e flessibile: non puoi modificare l'annuncio ma solo stopparlo o metterlo in pausa, puoi solo modificare il CPC e l'importo massimo giornaliero. Vedremo se e quanto le aziende italiane lo utilizzeranno. Il product placement su YouTube: ci pensa BrandFame
Leggo su Altura un interessante post riguardo al product placement su YouTube. BrandFame ha pensato bene di utilizzare la popolarità della video-community (?) per eccellenza per creare un nuovo strumento di advertising, o meglio l'utilizzo di un vecchio strumento su un nuovo mezzo, che permette alle aziende di inserire i propri prodotti nei video degli utenti interessati a monetizzare le proprie produzioni video. Non male come idea, e se la retribuzione è in base alle visualizzazioni del video potrebbe anche essere un investimento ben speso, ammesso che sia fatto bene e non come la pubblicità delle sigarette nei film degli anni 70... :) There's life beyond the 30-seconds life
Molto carino il claim del banner di Vibrantmedia (clicca per ingrandire): Sono invece un po' più dubbioso sull'efficacia dello strumento. Mi pare un po' lento e inoltre dubito che qualcuno che legge un testo abbia voglia di interrompersi per vedere un video pubblicitario... we7: free music download
Se ho capito bene scaricare musica su We7 è gratis ma per ogni traccia audio o video avrai un "a highly pertinent audio or video advert", di circa 10 secondi. In pratica se voglio ascoltare 12 brani mi devo beccare 12 messaggi pubblicitari... InVideo Ads: YouTube fa l'inevitabile (?)
La notizia della nuova possibilità di video advertising su YouTube, gli InVideo Ads, è vecchiotta, ma vale comunque la pena parlarne, anche per le reazioni che ha creato. Ne hanno parlato sia in Italia (qui e qui, tra gli altri) che, ovviamente, in USA (qui, qui e qui più mille altri). In breve funziona così: Che detto così sembra anche fico, ma alla fine della fiera il fatto è che mentre ti guardi il video c'è qualcosa che ti disturba. E' vero che lo puoi stoppare e quello che vuoi, ma cmq si torna al vecchio interruption marketing dopo aver decantato le magnifiche sorti e progressive del contextual advertising, ovvero si torna alla TV (che non a caso ha anche iniziato ad utilizzare l'overlayer!). Per ora questo tipo di adv sarà solo sui siti dei partner editoriali di YouTube e non sui video dei singoli utenti, ma quanto durerà? Contextual Commerce .. on TV!
Proprio per rispondere al sucesso di offerte alla TiVo, Ice Innovative Technologies ha sviluppato un nuovo modello di Interactive Video Commerce in grado di funzionare sia con la classica TV analogica sia via cavo. Si tratta in pratica di un piccolo menu con tutte le funzionalità di un sito di e-commerce che si attiva su richiesta, compare all'interno del programma che si sta visualizzando ed è navigabile come un DVD. Dalla demo che è possibile vedere nel sito di ICE sembra che questo strumento consenta anche di presentare un offerta di prodotti "contestuali" al programma Tv e di completare l'acquisto direttamente dal telecomando di casa dopo aver inserito i propri dati. Sono sicuramente io che non ci arrivo ma, perchè? Ha davvero senso spendere risorse per sviluppare una piattaforma di commercio che si integri con un programma TV per far acquistare i prodotti presenti nello show? Detto che il mio telefilm preferito è Scrubs, non credo ci sia nulla per me in un modello simile :) Lo scoiattolo aerofago di Vigorsol colpisce anche online!
La mia collega Silvia mi segnala che lo scoiattolo malato di meteorismo a cui Vigorsol ha affidato la promozione dei propri chewing gum adesso imperversa in rete. Cippi, questo il nome, è al centro di 3 giochi online in cui sfrutta le sue doti gassose. Devo dire che, pur ritenendo indifendibile l'idea alla base, il sito e i giochi sono molto ma molto meglio del commercial! La prima campagna italiana su Zooppa: Alice.it
Vedo con piacere che Zooppa sta crescendo e che brand importanti (Murphy&Nye, TomTom) lo utilizzano. Da poco è partita la prima campagna italiana, che terminerà il 14 giugno: è Alice.it! Il primo premio è di 2.000 dollari ed al momento ci sono solo 3 video a contenderseli, ma più di 20 altre idee (scenenggiature, immagini ecc.). Zooppa.com - Advertising goes social
Brand: Havaianas. Dead line: 28 Marzo. Committente: Zooppa.com. Domani prima scadenza reale per i contest video pubblicitari di questa start-up italo-americana (idea italiana, soldi a stelle e strisce?) di "social advertising". A fornire il brief (quello che tutte le agenzie sognano: sintetico e completo di requirements tecnici e materiali, ma senza briglie alla creatività) Mr big ZOOPPA, incrocio fra Austin Power e Gabriele del Grande Fratello, italo-americano da fumetto, accento marcato, creativo, casinista, risoluto e soprattutto divertente. A questo punto, però, di agenzia non se ne parla: chiunque può inviare il suo video/concept creativo e la community del sito vota gli spot migliori. Previsto anche un Bonus Team che incentiva la collaborazione tra diversi utenti, dividendo il premio tra più autori. Questa volta i video sono una trentina, di cui un paio sicuramente non male, come ad esempio questo. Aldilà della perfezione tecnica dei video, alle aziende va il vantaggio di promuovere il brand in modo nuovo, di sfruttare la sfrontatezza e l'originalità dei contenuti generati dagli utenti (non irrigiditi dalle regole aziendali), di cavalcare l'effetto virale e non ultimo di testare quale sia l'approccio comunicativo più adatto per il proprio brand. Prossimo a lanciarsi il Tom Tom. Video advertising Fineco: adesso che hai visto il video clicca qui!
Interessante iniziativa pubblicitaria di Fineco, che lega i banner alla visualizzazione dei video degli spot su RepubblicaMultimedia. In pratica prima mostra lo spot, precedendo il video che l'utente vuole vedere, poi fa apparire sulla destra il banner, in formato skyscraper, che ti dice "Ora che hai visto lo spot, guarda i fondi!". Tra l'altro segnalo che tutti gli spot sono presenti su YouTube, assieme anche a quelli di altri operatori dello stesso mercato :) Oscar chiama iPhone
Advertising: il web esporta l'overlayer in TV
Finalmente (?) anche il web esporta qualcosa in TV e non viceversa. L'altra sera guardando la tv (non ricordo quale programma) è apparsa sullo schermo un simpatico overlayer in sovraimpressione. Devo confessare che l'overlayer è lo strumento di advertising che odio di più... Magari in futuro questa modalità verrà usata come contextual: l'attore beve qualcosa e appare l'overlayer della Coca Cola o della Heineken; oppure in una scena di sesso appare l'overlayer della Durex... La pubblicità sulla rete si afferma! Lo attestano dati quantitativi, presto anche qualitativi?
Internet e la pubblicità: oggi sono state comunicate due importanti notizie che riguardano la rete. La prima riporta il consistente aumento degli investimenti pubblicitari sui canali web. L'informazione è stata resa nota dall'Osservatorio Fcp-Assointernet e dall'Osservatorio Fcp (Federazione Concessionarie Pubblicità) – Assointernet. Si tratta di una conferma "annunciata", giustamente prevedibile se si considera la continua affermazione della rete, sempre più ricca di contenuti ed applicazioni. La seconda comunica una indagine condotta dalla Doxa sull'uso della rete internet da parte dei ragazzi. In particolare "allerta" le istituzioni pubbliche e le società ICT affinché possano intervenire nel proteggere i giovani dai pericoli della rete, spesso testimoniati da recenti fatti, purtroppo di cronaca. L'indagine Doxa, disponibile qui, è stata presentata nel corso del Safer Internet Day, "la giornata europea dedicata ad un uso cosciente e senza rischi di Internet". Due notizie che testimoniano il successo commerciale del web, ma pongono alcuni interrogativi, o motivi di riflessione: all'affermazione della rete come piattaforma di advertising, capace di comunicare verso un target eterogeneo in modo differenziato, sembra ancora non corrispondere ancora una situazione di piena sicurezza. Ma, è proprio così? Non si può affermare, sarebbe una generalizzazione eccessiva. E' chiaro che le due indagini non possono essere correlate tra di loro in una forma stretta, ma è interessante fare alcune considerazioni: il web è pienamente affermato, entrando ormai in una fase di maturità, riuscendo a coinvolgere numerose persone, in tutto il mondo. I pubblicitari sono consapevoli del valore della comunicazione on line, e si attivano per progettare campagne che possano coinvolgere anche i nuovi strumenti internet per la "socializzazione". Ma ancora sussistono perplessità, se non timori, riguardo all’uso corretto e sicuro che una larga parte degli internauti fa della rete: i bambini e gli adolescenti. C'è da augurarsi che, tra le possibili insidie della rete, ad un aumento di investimenti in pubblicità, possa seguire una diminuzione consistente della "pubblicità ingannevole": per quanto sia decisamente limitata la sua "pericolosità", anch'essa è temuta come una preoccupazione tanto dai ragazzi, quanto dai loro familiari. Per possibili approfondimenti: L'evento sportivo dell'anno
Consoliamoci con quello che avviene all'estero. Anche quest'anno nel corso della trasmissione del Superbowl giocatosi a Miami non sono mancati gli spot milionari. Per la cronaca hanno vinto i Colts di Indianapolis. Per dare un'occhiata agli spot, invece, basta andare su Yahoo Video. Lo spot della Coca Cola non è male: la prima parodia di un videogioco realizzata veramente bene: contro il bullismo a scuola, bevi solo Coca Cola :) Buzz marketing e il marketing "dell'inganno"
Interessante, anche se un po' lungo, articolo (in inglese) sulle forme di advertising creativo degli ultimi anni, soprattutto in US e UK, dove i consumatori sono ormai laureati nello schivare i 3.000 annunnci pubblicitari al giorno che li circondano da ogni parte. L'articolo apre il dibattito sulla liceità delle forme di marketing quali il "passaparola forzato" e episodi di buzz marketing che si basano sull'impiego di attori che fingono di essere clienti del servizio. Questo tipo di marketing occulto è a dire di alcuni esperti e di qualche associazione consumatori un vero e proprio inganno. E se a volte può funzionare nell'influenzare l'acquisto, altre volte, se scoperto o sospettato, può far risultare il brand davvero antipatico. Cambia la radio, l'adv "muta"
Un paio di settimane fa si è parlato di Pandora, esempio radio evoluta: la radio che ti ascolta, creata secondo i tuoi gusti e gli umori del momento, quella che risponde ai tuoi feedback immediatamente, evitandoti le canzoni che non vuoi ascoltare. La radio cambia? L'adv si adegua. Addio spot audio, l'adv non parla più: arrivano i banner a rotazione che si rinnovano ad ogni azione che compie l'utente della radio. Il brand entra nel tuo ambiente e si avvicina al tuo cuore. Operazione Google Print Ads (fase 2)
Ricetta del giorno: prendete uno spazio Web, mettetelo a disposizione di inserzionisti e offrite i contenuti di quello stesso spazio a qualche editore. Diventerete immediatamente mediatori on-line e, magari un giorno, le vostre commissioni saranno tante e remunerative. Se questa era la vostra idea, cari marketer del Web, siete arrivati tardi! Gli strateghi di Mountain View, vi hanno preceduto e dai laboratori Google è saltata fuori questa operazione. E se qualcuno sospettava che la Rete ammazzasse la stampa, può cominciare a dubitare. I profeti della G raccolgono pubblicità on-line per i grandi quotidiani cartacei americani invadendo, forse, il campo delle concessionarie di Adv. Ma chi resisterebbe a questa nuova tendenza? Soprattutto se trattasi di usare come mediatore Google? Sta di fatto che la precedente iniziativa (la fase 1 in febbraio) lanciata per accaparrarsi all'asta gli spazi suddetti, non ebbe un gran successo. Per adesso il servizio, rivisto è rilanciato, è gratuito ma presto ci saranno delle commissioni da pagare. Yomo: frutta e verdura in costruzione
Pochi minuti fa ho notato su Repubblica.it uno skyscraper di Yomo che ha attirato la mia attenzione. Ma non è questo il punto: vado curioso sul sito, ovviamente in flash, ovviamente con musica di sottofondo (la stessa dello spot tv immagino). Mi incuriosisco e provo a navigare un po nelle varie sezioni. Clicco sul logo Yomo per andare sul sito istituzionale e... so che la suspance vi sta uccidendo perciò ve lo rivelo: in costruzione anche quello. Ora, sicuramente avranno mille buoni motivi, ma io non sarei andato online con una campagna che porta ad un sito dove quasi tutto è in costruzione e nel quale non posso nemmeno mandare una mail per informarmi sui prodotti... Perchè al web viene data così poca importanza? Non è che il consumatore che vede lo spot tv sia diverso da quello che magari vede il banner su Repubblica. Verosimilmente la sovrapposizione è alta. E allora perchè quello tv vale molto e quello web vale così poca considerazione? Ancora tanto lavoro da fare per portare il web italiano ai livelli elevati, ahimè... La guerra delle banche online
IWbank ha iniziato una nuova campagna molto aggressiva che "prende di mira" una banca identificata da una zucca, chissà quale sarà... :) La campagna è attiva con atività di direct mailing ma anche sui gorssi portali, come Repubblica.it (dove peraltro l'ad IWbank è a rotazione proprio con quello di ING nella stessa posizione) e il claim è "Trasforma la zucca in carozza". La pubblicità comparativa è abbastanza rara nel campo bancario, almeno in Italia. Vedremo se ci saranno delle contromosse da parte di ING o se la cosa verrà ignorata. ...come ricci!
Accenni erotici in pubblicità ce li aspettiamo da alcolici e deodoranti, ma ora anche le spugnette chiedono la ribalta... Con il primo episodio delle avventure del riccio Ernie, Spontex sceglie anche il web per presentare in maniera ironica il prodotto. Finalmente anche in Italia, nel largo consumo, aumentano le pubblicità che "osano" introdurre ironia e innocui doppi sensi per una categoria, i prodotti per la casa, che presentano spesso spot dove e' tutto così piatto che più piatto non si può . Se io fossi...
...colui che ha ideato la promozione di Mediaworld, con la quale in caso di vittoria della nazionale gli acquirenti di TV al plasma saranno rimborsati, sarei molto preoccupato. Lo sarei meno se mi fossi cautelato puntando prima dell'inizio dei Mondiali un quindicesimo del potenziale costo della promozione sulla vittoria dell'Italia. Fujitsu Siemens lo ha fatto, si sono assicurati il rischio di dover rimborsare il costo di centinaia di portatili venduti in tutta Europa, puntando sulle rispettive nazionali dei mercati in cui hanno fatto questa promozione. Ora in Germania dormono sonni ancora più tranquilli :) UPDATE: ecco il link alla promozione di Fujitsu-Siemens La Linea, il Vintage e l'esilio
La TV si accende solo tra le 6 di sera e la cena, e solo per guardare i cartoni animati di Scacciapensieri sulla "svizzera", ovvero la TV di stato della Confederazione Elvetica, che si vede per qualche chilometro oltre il confine anche in territorio italiano. E "IL" cartone per eccellenza era lui, quell'omino dalla voce indecifrabile eppure così espressiva, dalla linea semplice e nello stesso tempo capace di repentine trasformazioni fantasiose e divertenti. Navigando tra i siti di Video, mi sono imbattuta, nella sezione Vintage (sigh!) di GUBA, in alcuni episodi del mitico cartone animato che ha allietato l'infanzia di tanti bambini "sul confine" e non solo. Si tratta de LA LINEA... dell'autore Osvaldo Cavandoli, apparentemente dimenticato dalla patria e celebrato all'estero. Un dolce cioccolatino
Nonostante qualcuno abbia storto il naso, la campagna di buzz marketing di LG Chocolate pare stia funzionando. Link: Nel caso dovessi imbatterti in una recensione, lascia due righe nei commenti. P.s.: a me il cellulare piace anche, ma non c'è stato verso di ricevere il telefonino per una recensione, eravamo disposti ad aprire una nuova categoria :) Secondamano parla norvegese
Dopo mesi di illazioni e notizie (false) diramate ad arte, Trader, leader mondiale del classified advertising "tradizionale" (stampa/web), ha ufficializzato oggi la vendita di tutte le consociate nell'area Europa/America Latina; ad acquistare è Schibsted ASA, media company norvegese. L'accordo, che dovrebbe concretizzarsi entro metà luglio, riguarda ovviamente anche i prodotti italiani, tra cui i più conosciuti sono sicuramente www.Secondamano.it e www.infojobs.it. Una piccola riflessione va fatta sull'importo economico dell'accordo; la compagnia svedese pagherà infatti circa 580 milioni di euro per avere, in pratica, decine di giornali locali a grande diffusione, nella maggior parte dei casi leader nella propria area geografica, ed un gruppo di siti dal forte impatto e awareness diffusa. Poco più di un anno fa InterActiveCorp annunciò l'acquisto di ASK Jeevs per una cifra pari a 1,85 miliardi di dollari ed in quell'occasione, Barry Diller, chairman di IAC, dichiarò che l'obiettivo era "rendere ASK il motore di ricerca numero 1 per gli affari locali". "Hello, I am a Mac"
E' indubbiamente un momento molto delicato nell'evoluzione della brand image di Apple; negli ultimi mesi prima il passaggio agli odiati processori Intel, poi il rilascio di Bootcamp che consente sui nuovi prodotti basati il dual boot con Windows hanno scosso profondamente l'immagine della casa di Cupertino, in particolare modo tra i fedelissimi. Forse proprio per rispondere al disorientamento di molti affezionati, Apple ha prodotto una serie di spot TV con due personaggi che, ironicamente, si presentano come Mac (giovane, brillante e "attaccabottone" con una avvenente macchina fotografica giapponese) e Pc (avete presente Bill Gates? Un filo più ciccio). I due sono protagonisti di sei avventure dai titoli decisamente esplicativi: Viruses, Restarting, Better, iLife, Network e WSJ. Credo si tratti di un buon esempio di marketing virale, in linea con la comunicazione Apple degli ultimi anni e con la non trascurabile componente di una comparazione di prodotto onesta quando Mac ammette la superiorità di Excell come foglio di calcolo, e feroce, ad esempio, quando viene fatto notare che in bundle con Mac c'è la suite iLife, e con un Pc .. beh, la calcolatrice, l'orologio .... Insomma un modo facile, ma efficace (e credo anche poco costoso) per marcare, ancora una volta, la differenza tra "essere" un PC ed "essere" un Mac Ah, dimenticavo, questo post lo sto scrivendo sul mio Mac. :) Non condivido ma mi adeguo
Quando vennero lanciati i formati pop-up, alle origini del web advertising italiano, mi ricordo che ci furono - oltre alle naturali espressioni di fastidio degli utenti comuni - anche gli scetticismi da parte di alcuni professionisti. Per quanto questi formati siano maggiormente impattanti, non si tiene conto che questo maggior impatto porta un disagio all'utente finale; detto in altri termini, con questi formati è più facile evitare di passare inosservati (ci si fa facilmente notare da chi è interessato al nostro messaggio) ma è anche più facile creare un fastidio a coloro che invece al messaggio non sono interessati; questo avviene perchè il web advertising, nella sua espressione "tabellare" non ha certo risolto i problemi di dispersione del messaggio tipici dei media generalisti. L'unico tipo di pop-under che, nella mia esperienza, ha senso, è quello pubblicato su siti estremamente in target (profilato, quando l'editore lo consente) e costituito da componenti interattive, ad esempio form di richiesta informazioni, come quelli che sta usando Cepu o come quelli che usano alcune finanziarie (ad es. Prometeo) quando inseriscono nel formato pubblicitario un form per stimare le rate di un finanziamento. Sono quindi molto d'accordo con le politiche dichiarate dagli agenti di Virgilio Advertising quando hanno presentato, nell'agenzia dove lavoro, il re-branding del loro portale: i pop-under in home page andranno gradualmente a diminuire, fino a sparire. Penso che a fianco di argomenti quali Web 2.0 e altre tematiche che affascinano molto (ma sono di là dall'affermarsi), si debba anche parlare di queste tematiche, forse più terra-terra ma fondamentali per valutare la situazione reale dell'online advertising e sapere dove intervenire per migliorare lo scenario. A differenza del titolo di questo post, se non si condivide qualcosa non bisogna adeguarsi, perché l'obiettivo che come professionista vorrei poter perseguire è quello di acquistare dei click/impression di qualità, coerenti con gli obiettivi strategici del cliente. Crisi dello spot da 30"?
Arriva il DVR. Non è sicuramente un problema di Napster che torna a comunicare alla grande. Promo via RSS
Via errepi apprendo che Tesco UK ha attivato un servizio di notifica via RSS con cui avvisa i clienti delle promozioni attive presso i punti di vendita. Non mi sorprende che la prima a sviluppare questo tipo di comunicazione sia stata una azienda della grande distribuzione inglese, dove la concorrenza è veramente ad altissimi livelli. Non mi sono sorpreso anche per il fatto che una volta acquistato online con una di queste aziende, sia essa Tesco, Sainsbury's o Mark's & Spencer si percepisce immediatamente che alle spalle di queste aziende c'è un reparto che in modo intelligente ha strutturato una capagna di direct email marketing. Ho invece acquistato una volta online con Clicca il Pomodoro (ma si chiama ancora così?) e poi il nulla. Nessuna email, nessun programma di direct email marketing? Ci sarà una via di mezzo, no? Ho sempre bisogno di creatività (HSBC)
Ieri, di ritorno da Londra, sono passato per il solito infinito corridoio di Heathrow dove mi aspettavo di vedere la campagna di HSBC esposta sui pannelli che affiancano il tapis roulant, a cui in un certo senso mi ero affezionato. La creatività evidenziava le diverse interpretazioni di alcuni simboli e gesti: un poster, per esempio riprendeva il classico gesto del "ma che stai a dì" (viene benissimo ai calciatori della Nazionale) e ne sottolineava la differenza di significato nei vari Paesi. Con mia sorpresa mi sono imbattutto in una nuova creatività (di cui puoi vedere le foto) che sottolinea ancora una volta come la globalizzazione non abbia eliminato il problema di rispondere in maniera differenziata alle diverse esigenze dei mercati e delle persone. Di nuovo una pubblicità che mi fa e che fa pensare. Anche in questo caso non so chi sia l'agenzia, ma la creatività è una delle mie preferite in assoluto. Nessuna interazione fisica, questa volta, ma una serie di riflessioni non banali. Il claim? "Isn't it better to be open to other people's points of view?". Mi dispiace per la qualità delle immagini ma non potevo fermarmi e non c'è stato verso di bloccare il tapis roulant :) Due biondoni in corso Como
Continuo la serie dei reportage dalla città. Lo scorso venerdì passeggiando per Corso Como a Milano, ho incontrato due tipi che mi pareva aver già visto altrove. Purtroppo non si trattava di qualcuno da invitare ad un nuovo aperitivo, ma erano i due biondoni-dentoni dell'892-892 impegnati a distribuire delle pettorine con stampato il numero oggetto della promozione. La curiosità dei passanti era davvero tanta: le persone si fermavano ridacchiando e cercando di capire il senso della promozione. I due ragazzi tra l'altro sembravano perfettamente calati nella parte: simpatici e spiritosi con tutti. L'impatto ambientale di un'operazione di questo tipo mi pare nullo, siamo d'accordo? Le pettorine saranno state raccolte da qualche squadra di calcio amatoriale :). Ma anche l'impatto a livello di comunicazione rasenta lo stesso risultato. Simpatico e divertente, ma poi? Il Tryvertising è una strategia innovativa o solamente un nuovo termine da ricordare?
Negli ultimi mesi ho sentito più volte parlare di "tryvertising", un termine che deriva dall'unione di due parole try+advertising e definisce una strategia pubblicitaria basata sulla prova del prodotto prima dell'acquisto. Ora la vera novità, al di là del nome, non è tanto quella del provare il prodotto (o il servizio) per decidere se poi acquistare o meno. L'innovazione sta nel proporre tale prova per prodotti diversi da quelli abituali e in momenti o in luoghi particolari in grado di amplificarne il valore, facendo "sentire" al consumatore una brand experience ancora prima di possedere il bene. Come vi dicevo se la novità fosse (come ho letto su alcuni blog ed anche su un paio di riviste) che "...il tryvertising permette di testare un prodotto prima di acquistarlo...", sarebbe solo un termine nuovo da ricordare, niente più! ;) Ad esempio, quello che Nike ha proposto a Vancouver è qualcosa di differente, il "test drive" non è solo l'applicazione della prova pre-acqusito per un prodotto diverso: le scarpe da running. La strategia innovativa sta nel proporre tale test in occasione della maratona di Vancouver, ossia in un momento di massima concentrazione e sensibilità del target. Stessa cosa vale per un altro degli esempi classici di "tryvertising", un pacchetto nato dalla collaborazione di Mercedes-Benz e Ritz-Carlton, denominato Key to Luxury, con il quale il cliente Ritz-Carlton può alloggiare in una suite dell'hotel ed avere a disposizione un Mercedes SL con il pieno di benzina ogni giorno! E' questa la strategia innovativa, d'altronde il fatto di testare un'auto prima di comprarla non sarebbe certo una novità...di concessionari con "le porte aperte" ce ne sono ogni weekend! Una esterna da portarsi via
Di passaggio a Milano mi sono imbattutto in questa "audace" esterna di Zuritel.it, una compagnia di assicurazione online, che ha predisposto dei post-it appiccicati sui propri manifesti, in cui si invita il pubblico a sottoscrivere una nuova polizza auto attraverso un numero verde o il sito internet. I post-it erano ovviamente sparsi dappertutto all'interno della stazione della metropolitana, mi auguro che Zuritel abbia predisposto anche un servizio di pulizia. La particolarità dell'iniziativa sta nel fatto che nelle carrozze ho poi trovato gli stessi post-it appiccicati un po' ovunque dalle persone che li avevano precedentemente staccati dal poster: un ottimo sistema di auto-promozione del brand a costo zero. '892892: Sfida al primo minuto'. Strategia pensata o tattica di recupero?
Si scatenano i commenti sull'efficacia e sulla poca trasparenza della comunicazione. Oggi qualcosa è cambiato! Secondo voi la mossa era già pensata nella strategia iniziale o stanno cercando di recuperare il terreno perso con Telecom e amici? Il mio commento allora era stato: ..ora nessuno nega i risultati ottenuti dal punto di vista della memorizzazione del numero. L'effetto dello spot è stato virale, aiutato in parte dal fatto che inizialmente non si capiva neanche cos'era e da una pianificazione veramente massiccia. Ma alla lunga funzionerà? La confusione "cercata" con Telecom è veramente una genialata come dice Andrea? La pubblicità per essere efficace non deve solo far ricordare un servizio, deve far associare ad esso dei valori positivi. ..ecco la risposta di Infonxx! Pubblicità online? Un dollaro a pixel!
Chi l'ha detto che la pubblicità online non ha valore? Ecco la pagina da un milione di dollari; gli spazi sono in vendita (a blocchi da 100 pixel) ogni giorno, 24 ore su 24 ad un prezzo tutto sommato contenuto. L'idea è di Alex Tew, studente di 21 anni inglese, che per far fronte al costo dei corsi in Business Management, ha pensato bene di creare questa pagina online con l'obiettivo, appunto, di raccogliere un milione di dollari. E le cose stanno andando piuttosto bene se pensate che in pochi giorni il ragazzo ha già raccolto 205,100$; ecco un caso eclatante di pubblicità online che funziona sia per l'editore (che con un milione di dollari potrà stampare la sua tesi di laurea su foglie bagnate nell'oro) e gli inserzionisti che, nei prossimi giorni, credo godranno di grande visibilità. Se stai pensando di comprare anche tu un piccolo spazio ... affrettati; la coda per la messa online supera già le 48 ore!! Genialata, non c'è che dire. La pubblicità che non esiste di Sun
Non sapremo mai se Sun ha pensato questa creatività con il preciso scopo di farsele censurare, oppure sia stato tutto casuale. Fatto è che stanno avendo molto più risalto gli annunci non pubblicati, rispetto a quelli effettivamente usciti sulla stampa.
Buchenwald oder Galbusera?
Non sono un buonista, forse non sono nemmeno un buono e certamente non sono un sionista, ma devo dire che - come 'uomo qualunque' sono rimasto scandalizzato da una pubblicità che da mesi gira su carta e radio (tv non so perché scanalo molto). La pubblicità in questione è quella di Galbusera. Ricordo con affetto, quando ero un implume ragazzino, la 'G di Galbusera' e l'omino arlecchinesco. Era una buona pubblicità sicuramente (visto che ancora oggi me la ricordo vivamente). Oggi però il payoff è un altro: "A ciascuno il suo". Dico questo perché questa frase, pur trovando la sua origine nel latino e nel greco antico, pur avendo traduzioni in ogni lingua (to each his own, a cadaum o seu,) etc, pur essendo stata usata da Locke, da Hume e da Kant e da tantissimi altri pensatori, ha purtroppo raggiunto la sua fama internazionale e - soprattutto - storica, nella lingua tedesca, negli anni '30, in un campo di concentramento che si chiamava Buchenwald. Ci sono frasi che non si possono più usare o che comunque non hanno più lo stesso significato di prima, perché è troppo grande il simbolismo che le avvolge. Chi potrebbe leggere una pubblicità con scritto "il lavoro rende liberi" senza pensare ad Auschwitz? Lo stesso vale ovviamente per i marchi. La svastica è un simbolo molto più antico degli anni 20 del ventesimo secolo e con una 'positività' che oggi non esiste più. Scrivere una svastica su un muro - oggi - significa scrivere 'nazismo' (e tutto quello che c'è intorno). Lo stesso vale per certi motti/proverbi che sono stati 'fatti propri' da determinati 'gruppi' politici, movimenti o addirittura Nazioni. Le possibilità sono due: o il copy sapeva di Bunchenwald (e mi sembra il minimo) e allora è agghiacciante che abbia usato una frase del genere per un prodotto del genere. Oppure non sapeva nulla, ma pensava che fosse un motto come 'tanto va la gatta al lardo...', oppure 'scopa nuova scopa bene' o cose del genere e allora è veramente un ignorante e quindi dovrebbe cambiar mestiere (come minimo...). Il numero? Che numero?
La campagna dell'892892 oltre ad essere onnipresente e di una bruttezza rara, aveva il grosso difetto di non chiarire assolutamente CHI avrebbe risposto a questo numero, ovviamente non nel senso dell'operatore ma dell'azienda che ci sta dietro. Anche sul sito la cosa non era trasparente e sinceramente ammetto di aver pensato, almeno all'inizio, che fosse un nuovo servizio di Telecom. La scelta del rosso come colore di riferimento mi fa comunque pensare che non sia un caso. Ho detto "aveva" perche' adesso hanno modificato lo spot, inserendo una frase tipo "Ti risponde Il Numero, la societa' nata per... blablabla". La pubblicita' resta orribile, ma comunque il movimento dal basso dei blog e degli utenti web ha fatto in modo che anche nelle alte sfere di una societa' straniera si accorgessero che qualcosa andava fatto. Forse mi illudo, ma la web public opinion sta acquisendo un potere significativo, che ha influenze anche offline. Il grande rischio del Contextual Advertising
Ne parlava proprio lunedì scorso Massimiliano, ipotizzando il rischio di esporre un messaggio pubblicitario di un prodotto o servizio in una pagina i cui contenuti sono molto critici nei confronti dell'azienda o del prodotto o servizio pubblicizzato. Ebbene non solo il rischio è reale, ma può capitare anche molto di peggio, come riporta Mock on che ci mostra gli effetti devastanti di una pubblicità di un Hotel a New Orleans, inserita in una pagina del sito della Cnn che descrive la terribile innondazione che ha devastato la città del jazz. Mi sto convincendo che la pubblicità contestuale può essere molto efficace, ma è opportuno sia dal lato dell'offerta sia quello della domanda, che vengano prese tutte le precauzioni in modo da evitare non solo spiacevoli conseguenze per gli investitori pubblicitari, ma soprattutto di dovere poi riparare i danni di immagine per avere irritato l'opinione pubblica. Piccolo spazio: spot link
Negli scorsi giorni mi è capitato di imbattermi in un link diverso rispetto a quelli che normalmente incontro mentre navigo tra i miei blog preferiti. E' un link con la sottolineatura in grassetto e di un colore diverso rispetto allo schema del sito, il quale presenta una piccola spiegazione che fuoriesce in automatico passandoci sopra e spiega come si tratti di un link sponsorizzato, nello stile di AdSense di Google. Per qualcuno poteva non essere una novità, per me invece è stata una scoperta. In quel caso il servizio era fornito da Vibrant Media e dalle pagine di spiegazione del loro sito si capisce come si tratti di un'elaborazione server side. Il browser dell'utente non fa nulla, è il server che invece elabora il testo contenuto nel sito in questione e seleziona delle parole acquistate dagli inserzionisti, a cui associa il link relativo. Un sistema che ricorda molto AdSense ma che a differenza di questo, presenta i link all'interno del testo della pagina web, non in uno spazio delimitato e ben segnalato. Ai puristi potrebbe dare un po' noia. Anche a me non piace imbattermi in link nel testo che non siano utili alla comprensione di quello che sto leggendo. Ma con questo strumento è evidente che il link non è di quel tipo e basta soffermarsi un secondo per leggerne i dettagli. Il carico sul server nel caso di un sito ricco e parecchio frequentato potrebbe rallentare la visualizzazione delle pagine, ma questo è facilmente superabile, basterebbe creare almeno un livello di cache, ossia non pubblicare gli aggiornamenti dei link live, ma pubblicare solo pagine statiche. Insomma se non mi sono capito, l'aggiornamento delle pagine potrebbe avvenire di notte una sola volta, senza caricare eccessivamente i server. Dal punto di vista dell'editore, mi vengono in mente i tanti blog in continua ricerca di nuove fonti di ricavo, per cui questo strumento potrebbe garantire nuove entrate. Dal lato degli inserzionisti potrebbero nascere delle perplessità in merito al contesto in cui questi link sono pubblicati. La pubblicità potrebbe apparire all'interno di post molto critici verso l'azienda e i suoi servizi, e trovarsi il link dell'azienda crititicata potrebbe inasprire ancora di più la percezione che il lettore si è fatto dell'azienda. Insomma ci vorrebbe un qualche tipo di filtro per garantire un minimo livello di presentabilità del link. Si tratta comunque di un problema che potrebbe riscontrarsi, seppur in tono minore, già ora con AdSense. Mi piacerebbe sentire il vostro parere a riguardo e soprattutto sentire il parere di qualcuno che ha già provato questo servizio e siccome a noi piace parecchio sperimentare, chissà mai che presto lo troverete anche qui ;). Agenzie pubblicitarie, brand manager.... wake up
Sarebbe ora che qualcuno dicesse le cose come stanno riguardo alla pubblicità. Ritengo che siano davvero pochi oggi a mettere in dubbio il ruolo economico e sociale dell'industria della pubblicità nell'economia di un paese progredito, ma è importante che questo importante comparto evolva rapidamente, perché ci sono diversi aspetti del fare pubblicità oggi che non convincono gli investitori pubblicitari, non piacciono agli "utenti" e non sono più rispondenti alle esigenze di una società in profondo mutamento. I pubblicitari continuano a discutere di creatività, di nuovi linguaggi (e fanno molto bene), ma farebbero altrettanto bene a discutere anche altri aspetti di cui ultimamente diversi blog hanno trattato: 1) l'obbligatorietà della pubblicità. Lo diciamo da diversi anni, il marketing e la pubblicità si stanno digitalizzando, prima internet, ora la televisione, prossimamente anche parte delle affissioni. 2) Il costo della pubblicità Diversi blog hanno diffusamente parlato del costo crescente della pubblicita, ne cito uno fra tutti. La pubblicità tradizionale, specialmente quella televisiva ha raggiunto un tale livello di saturazione, da avere ROI in costante diminuzione. La crescita del costo degli spot pubblicitari, per renderli più attrattivi sta diventano proibitiva per sempre più aziende che decidono di dirottare budget sempre più importanti su media più misurabili e più personalizzabili come internet. 3) Il valore della pubblicità Una buona parte delle campagne pubblicitarie a cui moltissimi segmenti della popolazione sono sottoposti quotidianamente non sono per loro rilevanti o propongono prodotti e servizi che non possono permettersi. Se la pubblicità non è rilevante diventa una sorta di "gabella" sui prodotti, ovvero una forma di tassazione occulta. Wake up Il comparto della pubblicità per fare fronte alla crisi sta cercando di "rinnovarsi" attraverso un processo di fusioni, acquisizioni e ristrutturazioni che a mio modesto parere avrà solo effetti di breve durata. Farebbe invece ad approfondire tematiche di prioritaria importanza come: a) la costruzione di un nuovo valore per investitori e per i loro "pubblici" Credo che oggi nessuno neghi il valore della "buona pubblicità", ma purtroppo gran parte di quella odierna non è al passo con i cambiamenti e non parlo di quelli tecnologici, ma quelli soprattutto della domanda che richiede oggi: un marketing più preciso ed una comunicazione più emozionale e rilevante. La crisi non è irriversibile, e non mi riferisco a quella congiunturale, che sembra stiamo superando, ma ad una crisi strutturale. Dobbiamo lavorare per un marketing più usabile, in cui i destinatari siano al centro dell'attenzione e non gli emittenti, perché se ci sono post come questo e questo vuol dire che il marketing e la pubblicità non stanno più creando valore per nessuno. Da uomo di marketing, la cosa mi preoccupa molto. Sarà bene rifletterci. Ford: 150 milioni di $ per l'online!
Apprendo da MarketingVox che Ford dedichera' il 15% degli investimenti pubblicitari previsti per il 2005 (circa 1 miliardo di dollari) all'online: se non sbaglio sono 150 milioni di$! La campagna servira' per far ripartire le vendite e a sanare le perdite del secondo trimestre (proprio 1 miliardo di $!). Le attivita' online saranno focalizzate sul sito FordVehicles.com, anche se le attivita' online dell'azienda americana hanno un problema: il 40% dei lead non riceve risposta entro 24 ore, cosa che fa calare del 75% la conversione. Ford utilizza un tool proprietario per verificare la velocita' di risposta dei dealers, che, a quanto pare, dovranno accelerare i tempi! Confermati i trend di investimento della pubblicità per il 2005 e 2006
Gli investimenti in comunicazione e pubblicità sono in crescita e lo saranno ancora anche nel 2006, anche se in misura minore rispetto alle previsioni di inizio anno. Diversi centri media hanno rivisto le loro stime (al ribasso). La rivista Adweek conferma una tendenza oramai consolidata, aumentano sempre di più gli investimenti in pubblicità sui mezzi digitali ed interattivi e l'advertising mix tende a riequilibrarsi a sfavore della televisione, i cui investimenti si stanno riducendo. Oramai è chiaro che gli investitori pubblicitari ritengono che i ritorni della pubblicita televisiva siano sempre meno interessanti e cercano nuove modalità per entrare in contatto con i loro pubblici. Sono convinto che le rilevazioni non tengano ancora in dovuto conto di tutti quegli investimenti in comunicazione alternativa, quello che gli americani definiscono "unconventional branding" che nei prossimi cinque anni crescerà molto. Occorre tenere ben presente che un approccio tattico dei nuovi strumenti non convenzionali di comunicazione si è spesso rilevato deludente. I destinatari di queste campagne sono nella maggior parte dei casi in grado di valutare la "sincerità" del messaggio e hanno sviluppato la capacità di individuare le "campagne furbe". Per quanto riguarda il nostro Paese sarebbe un grave errore, assimilare le nuove tecniche di comunicazione, senza un lavoro approfondito sull'evoluzione della Comunicazione che in pochi anni è cambiata in modo radicale, ma sembra che pochi se ne siano accorti. I-spot il premio per la pubblicità interattiva sulla tv digitale visto dall’interno
Questa sera ha avuto luogo la premiazione della prima edizione del premio per la pubblicità interattiva sulla tv digitale, concorso fortemente voluto da Rai e da Sipra per promuovere la ricerca su nuovi linguaggi per la comunicazione interattiva sulla televisione che verrà. Anche io ho deciso di parteciparvi e vorrei raccontarvene la storia. La storia inizia nella prima metà del 2003 quando ho avuto modo di lavorare come consulente per Sipra per lo sviluppo e la razionalizzazione di nuovi formati pubblicitari per il digitale terrestre. Erano infatti diversi anni che lavoravo sui nuovi modelli di comunicazione interattiva per la televisione digitale, e avevo anche iniziato a svolgere attività di formazione e partecipavo ad eventi per sensibilizzare il mercato (che non c'era) sulle nuove forme di comunicazione pubblicitaria per il digitale terrestre così come avevo già fatto anni prima per il web advertising. Con grande determinazione in pochi mesi Sipra ha progettato un primo sistema di offerta per la televisione digitale che ha presentato in un affollatissima conferenza stampa allo Smau 2004. Nel frattempo, come era già accaduto per internet, una buona parte di agenzie di pubblicità e centri media non hanno nascosto il più totale disinteresse per le nuove opportunità espressive relative alla pubblicità sul digitale terrestre. Quelle da me contattate mi hanno candidamente detto, che i tempi non erano maturi e che quindi trovavano prematuro affrontare l’argomento. Sempre in autunno, nel mese di ottobre sono stato invitato da Claudio Honegger al Marketing Forum a bordo della Costa Allegra, per tenere un seminario sulla pubblicità interattiva per la tv digitale terrestre che ha riscosso un discreto successo tra i direttori marketing che vi hanno partecipato. Con grande fatica nei mesi successivi Sipra ha messo in onda i primi spot interattivi e le prime telepromozioni interattive e anche Publitalia ha lavorato intensamente per definire un’offerta pubblicitaria per la televisione digitale terrestre. I clienti investitori pubblicitari si sono subito mostrati interessati, mentre la gran parte delle agenzie pubblicitarie (tranne poche importanti eccezioni) molto più fredde. Quando Sipra ha annunciato di volere lanciare I-spot un premio per la pubblicità interattiva per la televisione digitale terrestre, ho deciso che avrei accolto la sfida e che vi avrei partecipato. Visto che a bordo della nave in cui si era svolto il Marketing Forum, ho conosciuto Filippo Manetti, direttore marketing dell’Istituto Europeo di Design, ho deciso di fargli visita e di proporgli di partecipare al premio Rai. Lo IED è una fra le scuole di comunicazione più innovative in Europa e ha mostrato fin da subito interesse, l’unico ostacolo era la loro scarsa conoscenza del mezzo tv digitale interattiva. Quando gli ho proposto di organizzare un breve seminario di specializzazione con la collaborazione di Kora, un’agenzia specializzata nei mezzi interattivi, sapevo che lui non avrebbe potuto rifiutare e così infatti è stato. Abbiamo organizzato il corso sulla pubblicità interattiva per il DTT e con nostra grande soddisfazione tutte le aziende innovative che abbiamo contattato per patrocinare l’iniziativa hanno accettato. Abbiamo così potuto lavorare su progetti di aziende ed organizzazioni del calibro di Nike, Alcatel, Prenatal e Asl di Milano. Terminato il corso, i ragazzi di IED, seguiti da due docenti di comunicazione, si sono subito messi al lavoro con grande impegno producendo due telepromozioni interattive, uno spot interattivo ed un DAL (dedicated advertising location) che abbiamo deciso di iscrivere al concorso. Questa sera alla premiazione abbiamo ricevuto tre premi speciali, due per Alcatel come migliore campagna di T-commerce e come migliore campagna di T-governement ed uno per Nike, come migliore campagna ideata da una scuola di comunicazione. Il presidente della giuria Carlo Freccero, in apertura di serata ha dichiarato che occorre fare di più. “La poca conoscenza del mezzo ha un po’ bloccato la creatività; ci sono tante buone idee in potenza, ma ancora poche riescono ad attuarsi”. Ha perfettamente ragione, manca ancora una cultura della interattività e questa non può essere improvvisata, ma richiede un lungo lavoro teorico e sul campo. Complessivamente le Scuole di Comunicazione non possono lamentarsi, hanno presentato in tutta obiettività le migliori proposte (noi del gruppo Ied, i ragazzi dell’Accademia di Comunicazione di Milano e quelli del Politecnico di Torino mentre le agenzie tradizionali non hanno saputo allontanarsi dai soliti schemi.) E’ adesso? Ho tanti dubbi e poche certezze e mi chiedo: - quando cominceranno le agenzie di pubblicità italiane ad investire in ricerca e sviluppo sui nuovi linguaggi, in modo serio? - troveranno lavoro i tanti nuovi talenti che ho avuto modo di vedere al lavoro? - oseranno un po’ di più gli investitori pubblicitari e premieranno le proposte innovative anche se un po’ fuori dagli schemi? - la smetteremo di piangerci addosso per gli scarsi risultati ottenuti ai vari festival internazionali (in primis Cannes) e ci rimboccheremo le maniche per proporre una creatività che non sia fine a se stessa ma in grado di dare valore sia ai destinatari sia agli investitori pubblicitari? - sarà servito a qualcosa lo sforzo fatto dalle Scuole di Comunicazione nel presentare i primi progetti creativi per il digitale terrestre? Il mio invito per il mondo della Comunicazione è quello di dare maggiore spazio alla ricerca, alle nuove forme creative, ma soprattutto ai giovani. Sinceramente sto trovando il mondo della Comunicazione un po’ chiuso e stranamente poco aperto all’innovazione. Ho voluto documentare questa serata, perché solitamente amo stare dietro le quinte, lavorare per grandi progetti in silenzio, ma questa volta sono sceso allo scoperto, perché la posta in gioco è troppo alta: vorrei dare il mio contributo cercando di unire il talento di tanti professionisti (alcuni dei quali ruotano attorno ad Imli) per diffondere la cultura dell’interattività e vorrei gettare quindi un sasso nello stagno. E' ora di sperimentare, sbagliare ed imparare. Ci vuole coraggio. Mi sono reso conto che scrivere ed organizzare convegni di successo non basta più. Ecco perché ho deciso di scendere in campo. Il mondo del marketing e della comunicazione ha bisogno di nuovi modelli e di nuovi paradigmi, vogliamo provare a costruire qualcosa di concreto? Se gli spazi non ci sono, noi ce li prenderemo per un marketing più usabile ed una comunicazione più rispettosa delle persone che troppo spesso vengono considerate solo in quanto consumatori/consumatrici Torneremo mai agli splendori di Carosello? io me lo auguro vivamente. Clienti pubblicitari in cerca di valore
In Italia si avversa il cambiamento quando non si è in grado di fronteggiarlo, perché in una ottica molto miope, cambiare potrebbe significare perdere potere. La maggior parte dei grandi investitori pubblicitari americani è perfettamente consapevole che le vecchie logiche di comunicazione basate sull'interruzione e sulla ripetizione dei messaggi non funzionano più e chiedono alle loro agenzie di comunicazione un approccio nuovo. I piccoli e medi clienti pubblicitari, stanno lentamente scoprendo che esistono nuovi intermediari di creativita come questo, questo o questo in grado di studiare un logo, un'immagine coordinata, a livelli qualitativi accettabili. Ebbene si siamo arrivati alla comoditizzazione della creatività pubblicitaria grazie ad internet e queste società presto arriveranno anche in Italia. Le agenzie pubblicitarie sono quindi accerchiate, dal basso da questi nuovi intermediari e dall'altro da società di consulenza che attraverso una rete di partner sono in grado di estendere i loro servizi in ambiti che una volta erano di "competenza" delle agenzie di pubblicità. Se poi aggiungiamo la presenza di un esercito di consulenti, flessibili e molti di essi anche competenti che si stanno organizzando a network, possiamo renderci conto della portata dei cambiamenti che stanno già oggi impattando sul settore della comunicazione, uno fra i settori che appare tra i più conservativi nell'industria italiana. Esaurita la fase delle fusioni, delle acquisizioni, delle riorganizzazioni, occorrerà innovare perché il livello di progresso di un Paese si può anche misurare dal livello della sua industria della comunicazione. Ci sono in Italia tantissimi talenti, nelle scuole di comunicazione, nel mondo delle professioni che non vengono utilizzati come dovrebbero. Il caso di Serpica Naro è a mio parere emblematico di un sistema completamente ingessato, che potrebbe se solo volesse aprirsi e dare spazio a nuovi talenti a beneficio di tutti. La rete è anche questo. Alla ricerca dell'innovazione
L'Italia è un Paese dove si fa poca ricerca. Il comparto della "Comunicazione" ne fa meno di tutti. Nelle filiali italiane delle agenzie di pubblicità internazionali, molte scelte creative vengono fatte altrove, il lavoro è frenetico e i clienti non valorizzano l'innovazione. Le piccole agenzie non hanno le risorse per fare ricerca. Eppure ci sarebbe tanto bisogno di ricerca per sperimentare nuovi modelli creativi, nuove tecnologie di comunicazione, per progettare test di acceptance e per diffondere nuovi approcci di marketing. Sappiamo tutti molto bene che la gente guarda sempre meno spot in televisione, che i modelli di comunicazione dell'affissione sono obsoleti, che i mezzi digitali sono utilizzati al minimo delle loro potenzialità, che la comunicazione integrata è preistoria...... Perché le associazioni di categoria come l'UPA, insieme a quelle della comunicazione come Assocomunicazione e Unicom non si mettono insieme per un serio progetto di ricerca sulla comunicazione? Perché non coinvolgono gli studenti delle scuole di comunicazione? Perché ai convegni vengono sempre invitati i soli noti? Ho frequentato molto recentemente diverse scuole di comunicazione e posso dire di avere incontrato diversi grandi talenti a cui spesso non viene offerta neanche una possibilità. Perché qui in Italia è tutto così maledettamente complicato? Perché dare sempre la colpa a qualcun altro quando le cose non funzionano, quando basterebbe rimboccarsi le maniche? Se in Italia si mettessero insieme le forze, se la gente smettesse di pensare al proprio orticello, se si pensasse più in grande, sono convinto che le risorse le troveremmo anche qui. Ne sono assolutamente certo. Voi non ci credete? E' possibile cambiare qualcosa? Ma il marketing della Fiat lo sa?
In questi giorni Fiat presenta la nuova Croma, e nei siti specializzati si legge (ne cito uno a caso): Qualche similitudine emerge giusto con la Opel Signum, non a caso cugina della nuova Croma e con la quale la nuova Fiat condivide il pianale e alcuni motori. (da Virgilio Motori) Poi arriva lo spot in TV: Fiat e Burnett Bgs annunciano il ritorno dell'ammiraglia della casa torinese in diverse lingue passando attraverso paesaggi europei ricchi di fascino. Lo spot [...] mostra le immagini della Fiat Croma mentre in sovrimpressione appaiono dei super in inglese, poi in francese e in tedesco che raccontano l’auto. Alla fine, mentre la Croma passa accanto a un cartello stradale che dà il benvenuto in Italia, appare il claim che sintetizza la campagna: 'Nuova Croma. La grande auto ritorna a parlare italiano'. [...] (da Pubblicità Italia) La pagina, sui giornali, riporta in basso, in grassetto "Italiana in ogni suo dettaglio": pianale, motori e musica dello spot esclusi, evidentemente. Agenzie pubblicitarie a rischio di disintermediazione?
Vi ricordate quando le agenzie di pubblicità non ne volevano sapere di internet? Correvano gli anni 1995/1996 gli utenti on line erano ancora troppo pochi, il mercato ancora poco interessante per occuparsi della rete. Questa situazione ha permesso lo sviluppo delle Web Agencies che si sono imposte sul mercato grazie ad un vuoto nel sistema di offerta delle agenzie tradizionali di comunicazione. La stessa situazione si sta puntualmente ripresentando a distanza di dieci anni. Interessa a qualche agenzia la televisione digitale? Ho dedicato gli ultimi quattro anni della mia vita professionale a sviluppare nuovi modelli di advertising per la televisione interattiva sia come consulente sia come docente in corsi di specializzazione. Vista la mia “discreta frequentazione dell’ambiente pubblicitario”, decido circa 7 mesi fa, di contattare alcune grandi agenzie ed i principali centri media, per proporre loro di fare "due chiacchiere" sul futuro della pubblicità, nell’era della transizione alla tv digitale. La risposta è corale. Non ci interessa, non ci sono gli utenti, non esiste il mercato. Quando sarà il momento ci penseremo. Abbastanza sconcertato dalla miopia generale, pubblico sulla rivista Net Forum un articolo dal titolo “non è mai troppo presto” in cui pur comprendendo le logiche del time to market cerco di porre l’attenzione sulla necessità di “monitorare” i principali trend di cambiamento nel comparto della comunicazione ed invito il mondo delle agenzie a non abbandonare la strada della ricerca (anzi a ripercorrerla per essere più corretti). In diversi altri articoli che ho pubblicato, ho cercato anche di evidenziare come negli Stati Uniti, i grandi investitori pubblicitari già stiano modificando i loro investimenti pubblicitari, riducendo le pianificazioni di formati tabellari ed incrementando la quantità di progetti speciali come conferma questo articolo del New York Times L’articolo in questione è molto esplicito fin dal titolo: “Advertisers want something different”. (Visto che è pubblicato nella sezione a pagamento, non tutti lo potranno leggere. Spero di non violare il copyright se ne riporto qui una frase, rendendomi perfettamente conto che estrapolandola dal suo contesto non è proprio la migliore delle operazioni, ma credo che il senso di questo "estratto" sia estremamente visto che i riferimenti sono estremamente precisi). It's unclear if the traditional agencies will be nimble enough to halt a slow decline. Already, many famous names are vanishing: N. W. Ayer; Bates; Bozell; D'Arcy Masius Benton & Bowles; Earle Palmer Brown; Lintas; Warwick Baker O'Neill. The big agencies also face a throng of hip new rivals, which have pounced on the opportunity and are looking to steal business. Those boutiques use their oddball names - like 180, Amalgamated, Mother, Nitro, Soul, StrawberryFrog, Taxi and Zig - as branding devices to signal they are not about business as usual. Sembra che gli investimenti pubblicitari aumenteranno, è questa è una buona notizia, ma i clienti stanno diventando sempre più selettivi, se le agenzie di pubblicità non sapranno adeguarsi, "nuovi soggetti" potrebbero prendere il loro posto o ancora peggio, le aziende investitrici potrebbero decidere disintermediare le agenzia di pubblicità. Potrò anche sbagliarmi, vogliamo correre il rischio? Google for RSS
In risposta all'ultimo post di Gianluca, ecco che il motorone di ricerca lancia, ovviamente in beta test, il nuovo servizio di AdSense per RSS. UPDATE: qui il modulo per richiedere l'attivazione. 105 dubbi sulla pubblicità online in Italia
Su Pubblicità Italia leggo stamattina che 105.net "cambia colori per un giorno" per promuovere il nuovo MSN Messenger 7.0... Vado subito a curiosare sul sito e, non senza disappunto, noto che di pubblicità MSN non c'è traccia. Mi viene il dubbio di non vedere niente perché mi sto collegando dalla Svizzera però, visto il tipo di prodotto che dovrebbe essere pubblicizzato, mi domando che senso abbia la geolocalizzazione. Ma non è certo per un banner non trovato che mi "scandalizzo" quanto, piuttosto, per la pubblicità di Casino on Net che domina il lato destro della homepage. Che vantaggio economico questo inserzionista è in grado di garantire alla radio? Quanto vale invece, dal punto di vista dell'immagine, il danno legato all'associare il brand 105 (perché, in effetti, i grandi network radiofonici vengono promossi come marche) ad un sito di scommesse e gioco d'azzardo, soprattutto considerato il target, composto da moltissimi teenagers? Devo ammettere che iniziare a scrivere qui su Imli con un un post polemico, un po' mi dispiace ma, mi rammarico di più, nel vedere l'uso scellarato che molti siti italiani fanno dei loro spazi pubblicitari. Il "caso" di 105 è solo il più recente di una lunga lista di esempi nella quale primeggia, a mio modo di vedere, la pochezza della pubblicità sul sito de La Repubblica. Avete mai visto una bella pubblicità su quello che, probabilmente, è il sito italiano più visitato? A parte i formati fuori standard e i banner completamente sballati nelle dimensioni quando si passa da una pagina all'altra, io non ho visto molto altro. Guardare il mondo della pubblicità online in Italia è come vedere un gatto che si mangia la coda. Publisher e inserzionisti con poca familiarità con il Web (ancora!), agenzie con poca fantasia o, peggio, con poca voglia di alzare la voce e proporre formati e creatività con un minimo di interattività e innovazione. Senz'altro, ogni tanto, troviamo anche qualcosa di buono ma perché la qualità è l'eccezione e non la regola? In fondo siamo nel 2005... Aggiornamento delle 10.23: hanno aggiornato l'homepage di 105 e ora è tutta in linea con il brand MSN Messenger. Cara Agenzia ti scrivo
Cara Agenzia di Pubblicità, ti scrivo perché a dire il vero, faccio un po' fatica a seguirti. Le tue pubblicità in tv sono spesso belle, ma le guarderei di più se non riguardassero pannolini e dentiere, sai io non ho figli e grazie al cielo, i denti sono ancora buoni. Lo so che dovete essere creativi, ma le pubblicità le apprezzerei di più se riguardassero prodotti che mi interessano e soprattutto che mi posso permettere. Altri spot (li chiamate così vero?) li seguo e sono molto divertenti, ma spesso mi dimentico il prodotto a cui si riferiscono, scusami ma quando guardo la tv faccio anche altre cose.
Un cordiale saluto p.s scusa se non mi firmo, ma mi sembra che per te un consumatore vale l'altro, se mi sbaglio mi scuso e sono certo che avrai una spiegazione per tutto questo. Ti ringrazio se vorrai rispondermi. Fastweb? Pure troppo!
Fastweb è finalmente arrivata anche a Firenze (da dove vi scrivo); a tal proposito vorrei segnalare una curiosità che mi ha lasciato perplesso riguardo la campagna pubblicitaria di lancio. Nei dintorni della mia via siamo infatti circondati ormai da un paio di settimane da gonfaloni Fastweb; questa mattina poi trovo addirittura nella posta un volantino Fastweb che mi invita ad attivare senza indugi la linea. A questo punto, dopo un simile bombardamento, decido di chiamare il servizio clienti ed attivare la linea superveloce e qui faccio una scoperta agghiacciante ... la mia zona non è coperta! Ora; per quale motivo pagare decine di gonfaloni, una distribuzione capillare nella posta di tutto un intero quartiere se poi ... NON PUOI SERVIRE LA ZONA?? Ottimo esempio di come buttare soldi in pubblicità rischiando addirittura di far irritare ancora di più potenziali clienti. Breve Update: qualche mese fa avevo lasciato sul sito di Fastweb la mia email ed il mio indirizzo per essere informato all'attivazione del servizio nella mia zona ... mi è appena arrivata la mail di conferma da Fastweb :), la giro al tipo del callcenter? Il DVR avanza...velocemente
Lo abbiamo scritto e ripetuto più volte, il DVR minaccerà in un prossimo futuro i modelli tradizionali di advertising basati sugli spot da 30 secondi. Il problema non è se, ma quando questo avverrà. Ovviamente il classico spot non morirà, ma verrà affiancato da nuovi formati pubblicitari. Al Forum Internazionale della Televisione Digitale Terrestre, che ho organizzato per THE ECONOMIST CONFERENCES a Roma, il dicembre scorso, sono stati anticipati i temi di punta del Miptv 2005. Pubblicità interattiva, contenuti on demand per le diverse piattaforme digitali e pubblicità non lineare, sono infatti gli argomenti in discussione nella prossima edizione della fiera internazionale che avrà luogo in Aprile a Cannes. Al Miptv si scommette da oltre due anni sul Digital Video Recorder, Forrester Research ha infatti pubblicato con grande risalto sul sito di Miptv le sue previsioni sulla penetrazione del DVR negli Stati Uniti con uno studio di Josh Bernoff L'anno scorso l'autorevole istituto ipotizzava una potenziale penetrazione negli Stati Uniti del DVR del 30% entro il 2008, oggi si spinge ancora più in la, prevedendo una diffusione del DVR di quasi il 45% entro il 2009. Mentre negli Stati Uniti si lavora già sui formati pubblicitari di terza generazione, nel nostro Paese si discute ancora di modelli pubblicitari per la tv digitale che nascono già vecchi. Gli Stati Uniti puntano sull'alta definizione, mentre diversi Paesi dell'Europa, tra cui l'Italia, invece sembrano privilegiare i contenuti ed i servizi interattivi. Anche quest'anno coprirò l'evento Miptv per la rivista Pubblicità Italia, ma cercherò di anticipare qualche retroscena qui su Imli riportando l'opinione dei più autorevoli protagonisti del futuro della comunicazione digitale, della televisione digitale e dei contenuti per i new media. Restate sintonizzati e non cambiate canale. Non ci saranno break pubblicitari. Podvertising
BrandRepublic segnalala la nascita del podvertising, ovvero della pubblicità su iPod. E' questo il futuro dell'advertising? O è un tentativo di "riciclare" la pubblicità tradizionale su un nuovo mezzo? Le due anime della pubblicità
Frammentazione delle audience, diminuzione dell'attenzione, moltiplicazione dei canali e dei media sono una realtà. Il mondo dell'advertising sembra reagire in due modi completamente opposti. C'è chi decide di creare nuove occasioni di esposizione di contenuti pubblicitari sfruttando i tempi di attesa delle persone ad esempio sulla metropolitana e sui treni oppure ad esempio nei bagni delle discoteche, con il claim "tanto di qui ci dovete passare". BMW onelikenoone online
BMW è una delle aziende automobilistiche (e non solo) che più di altre sta credendo nella comunicazione su Internet. Credo che internamente si siano convinti di dedicare un X% del budget alla comunicazione online. Oggi mi sono imbattuto in questa campagna per il lancio della nuova BMW serie 3, che ho raggiunto sfoglianto le pagine di Repubblica.it, la cui concessionaria ha realizzato una landing page (forse di troppo) per condurre l'utente al minisito. Qualche tempo fa mi stupirono con una promozione comunicata essenzialmente online, quella dell'hard top regalato per ogni Z4 acquistata. Hanno sviluppato la comunicazione della nuova serie 1 con il discutibilissimo onelikenoone.it, la cui ultima versione mi pare un ottimo mix di brochure - spot - community. Interessante notare come l'utilizzo di flash per i filmati sia ormai la regola. Insomma, visto che il target non credo si discosti poi di molto da quello di Alfa Romeo e visti gli incrementi di quote di mercato di BMW, forse è il caso che a Torino inizino a copiare anche la strategia media. Bmw, Alfa like no one
Vi ricordate la querelle dello spot di Alfa contro Bmw? Era un post del 13 gennaio di Giuseppe Mayer. Ebbene la querelle è finita con un pronunciamento del Giurì dell'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria che ha messo fine alla vicenda. Ognuno rimane della propria idea ma comunque restate all'ascolto ne vedrete ancora delle belle. 2005 boom della pubblicità on line anche per l'Italia?
Molto spesso guardiamo ai dati americani per l'evoluzione delle nuove forme di pubblicità e dei più recenti strumenti di marketing. Per quanto concerne la pubblicità on line per avere dei paragoni più significativi osserviamo di solito con particolare attenzione i dati del mercato inglese, che però rispetto al nostro è sicuramente molto più evoluto. Forse per quanto concerne le sue caratteristiche, il mercato francese è quello più adatto come benchmark. Incoraggianti i dati di Tns Media Intelligence, pubblicati dal Journal du Net che mostrano dati di crescita davvero impressionanti per quanto riguarda la rete come strumento pubblicitario. Vi è ragione di credere che la crescita proseguirà anche per il 2005. Per quanto riguarda il nostro Paese, sono oramai numerosi i responsabili decisori di budget pubblicitari che hanno intenzione di accostarsi in modo "significativo" ad internet. Ora la responsabilità è di editori, concessionarie, centri media e agenzie creative che dovranno lavorare con offerte all'altezza delle aspettative degli investitori pubblicitari. Se vogliamo che internet abbia la stessa dignità degli altri "media", occorre che il livello qualitativo da un punto di vista dell'offerta sia paragonabile a quello già da tempo disponibile su gli altri mezzi. Branding o direct response sui media interattivi?
E' sempre più acceso il dibattito in Italia se internet debba essere più adatto per campagne di branding o di direct response. Gli americani che su questi temi sono davvero pragmatici hanno superato i nostri sofismi e già da tempo lavorano sulle strategie di brand response in cui hanno individuato opportunamente metriche di branding e direct response da utilizzare congiuntamente per le misurazione delle campagne interative. Basta dire che internet accresce la brand awareness altrimenti se paragoniamo internet alla tv non ne usciamo più. Non si tratta di evitare la discussione, ma di passare oltre perchè è fuorviante. Nuove metriche, nuove sfide. internet, la tv digitale, il brand ed il valore per il pubblico
Circa due anni fa lo IULM, ha organizzato un bell'evento per fare il punto sul ruolo del brand nella società attuale. In tale occasione i presenti in sala hanno particolarmente gradito l'intervento lucido e molto denso di significati di Guido Barilla, il cui discorso mi è apparso molto sincero ed accorato. Riassumendo il suo pensiero così si è espresso Guido Barilla a proposito del nuovo ruolo di un brand: " il brand oggi è fin troppo carico di significati. C’è troppa confusione tra pubblicità ed informazione e tra bisogni e desideri. Il consumo è spinto da mezzo a fine (corporate greed) e ciò innesca una spirale negativa. La marca ha delle responsabilità (CSR) e deve lavorare sulla credibilità, ristabilendo un nuovo patto con i consumatori. La marca è stata costruita soprattutto attraverso la pubblicità, ma è la comunicazione biunivoca che costruisce il nuovo patto di fiducia. La marca deve costruire relazioni e non solo transazioni". pubblicità on line: yahoo promuove una ricerca
Che internet offra delle potenzialità straordinarie di comunicazione è ampiamente risaputo, peccato che gli investimenti pubblicitari sulla rete non siano ancora decollati. Lodevole l'iniziativa di Yahoo Italia di promuovere una ricerca che viene messa gratuitamente a disposizione sul portale del marketing.La ricerca in questione è stata commisionata ad Eurisko. Yahoo ancora una volta ci sta insegnando che un brand non è quello che dice di essere ma quello che fa. Gli operatori di internet ringraziano. RAI e SIPRA insieme per lanciare la pubblicità interattiva sulla tv digitale
La progettazione di campagne di pubblicità interattiva sulla tv digitale richiede competenze specifiche, di natura strategica, creativa e tecnologica. One like everybody (praticamente ... uno qualunque!)
Con l'ultimo spot della Alfa Romeo 147, in programmazione su TV e Radio dall'8 gennaio scorso, è nato forse un nuovo tipo di pubblicità; dopo la "comparativa" ecco che nasce la pubblicità "vorrei ma non posso". Lo spot (è possibile vederlo qui) richiama in tutto (dalla musica, ai colori, ai temi) quello della BMW Serie 1, ma mentre per la tedesca il tema è l'ambizione di sentirsi numero 1 (almeno una volta nella vita) per l'Alfa non si capisce davvero di cosa si stia parlando. E' una presa in giro? E' una sfida? Provo a capirci qualcosa leggendo il copy ... - Se sei il numero UNO della classe hai ZERO amici (possibile, ma non è il mio caso) Perché essere un numero uno qualunque quando puoi essere 147? Scusate, ma esattamente, cosa vuol dire essere 147? Mi sembra che l'informazione più importante qui manchi; uno spot per dire cosa "non è" mi sembra solo un'occasione persa per dire ai possibili clienti cosa E' 147! Poi, è chiaro, l'importante è che se ne parli e tuttavia, tolte le chiacchiere tra addetti ai lavori, mi domando quanto una comunicazione così "sul filo" possa essere veramente efficace e non (addirittura) arrivare a confondersi con quella della Bmw. O forse l'obiettivo è solo quello di catturare i clienti che vorrebbero essere "one like no one", ma che, frugandosi bene le tasche, si accontentano anche di essere uno qualunque... Nota: l'autore del post è un alfista "pentito" :) Sono pronte le agenzie di pubblicità ad affrontare la sfida del cross media?
In seguito all’intenso processo di concentrazione che ha rafforzato i quattro colossi internazionali della pubblicità, sono stati avviati all’interno di questi grandi gruppi forti programmi di integrazione, ma secondo Brian Williams presidente e CEO di Element 79 un’agenzia statunitense del gruppo Omnicom, il processo ha avuto luogo solo a metà e più da un punto di vista esecutivo che strategico. Il concetto di integrazione è corretto, aggiunge Williams “ma non è sufficiente per come viene fatto oggi. Secondo Keith Reinhard di DDB se il processo non si è ancora completato non è solo responsabilità delle agenzie ma la causa sarebbe imputabile a tre ragioni: 1) una scarsa domanda per l’integrazione fra i diversi servizi di comunicazione e di marketing nella misura in cui gli stessi clienti lavorano per comparti stagni, come le agenzie, attraverso funzioni aziendali che spesso non collaborano 2) la mancanza di competenze generaliste e cross funzionali 3) una remunerazione del lavoro delle agenzie per il lavoro di coordinamento ed integrazione indipendentemente dall’esecuzione. Datemi una ragione per investire in pubblicità on line
Posso dire di avere visto nascere il mercato della pubblicità on line. Mi ricordo il lontano dicembre 1997 in cui ha avuto luogo il primo Internet Expo alla fiera di Vigevano. Quell’evento è stato importante non per la quantità di pubblico intervenuto ma perché è stato un punto di partenza. In quel contesto è stata presentata per la prima volta da Alberto Bregani, Web Marketing Tools, quello che sarebbe diventato un punto di riferimento per chi voleva esplorare le opportunità strategiche offerte da internet e dai media digitali come ambiente per costruire relazioni di business. In quella prima edizione di Internet Expo, come vice presidente di INTERACTA un’associazione assolutamente all’avanguardia, che si occupava di diffondere la cultura della comunicazione interattiva (oggi scomparsa per mancanza di fondi), ho organizzato il primo convegno sulla pubblicità on line. Tra i presenti, Federico Rampolla di Active Advertising, Nicola Silvestri di Manzoni Advertising, Layla Pavone di Publikompass, tutti personaggi oggi di primissimo piano nel mondo del web advertising. Ovviamente era presente anche Massimiliano Bancora uno tra i primissimi "contributor" alla rivista WMT. Come ho già avuto modo di scrivere in diverse occasioni, siamo arrivati ad una svolta per quanto concerne la pubblicità on line. Non dobbiamo più limitarci a spiegare alle imprese "solo" quali sono i vantaggi di internet per il loro marketing e per la loro comunicazione, ma dobbiamo andare più in profondità e spiegare COME internet possa essere integrato nel piano generale di marketing e di comunicazione. All’Ad Tech di New York nel 2002, parlando con importantissimi manager ho avuto modo di capire perchè gli investimenti in internet advertising non erano decollati come da previsioni dei diversi autorevoli istituti di ricerca anche in un Paese avanzato come gli Stati Uniti. Il futuro della pubblicità televisiva
La paventata minaccia dell'introduzione sul mercato dei DVR sugli investimenti pubblicitari sembra stia diventando una realtà. Sono sempre più numerose le aziende che hanno dichiarato per il 2005 di rivedere i loro investimenti pubblicitari, dirottando una parte crescente di risorse a mezzi diversi dalla televisione come internet, in virtù dei crescenti livelli di penetrazione del broadband negli Stati Uniti. In un articolo del 3 gennaio Joe Mandese di Broadcasting & Cable, prestigiosa testata del gruppo Reed Midem, dal titolo The Advertising Outlook for 2005 prevede una ripresa degli investimenti pubblicitari ma una possibile flessione degli investimenti in pubblicità televisiva se l’industria televisiva non saprà adeguarsi alla portata dei cambiamenti in atto. Sarebbero soprattutto i settori del largo consumo e dei prodotti farmaceutici da banco a rimettere in discussione i criteri con cui pianificare i loro investimenti pubblicitari. Il 2005 dovrebbe quindi essere l’anno di svolta nel modo in cui le agenzie di pubblicità e gli investitori pubblicitari costruiranno il loro advertising mix. Secondo Mike Lotto, presidente di Media IQ, una società di New York, che si occupa di monitoraggio degli investimenti pubblicitari per i propri clienti, società come American Express Diminuiranno per il 2005 i loro investimenti in pubblicità televisiva del 10-15% per dirottarli su altri media. Quello che è stato predetto da diversi analisti negli ultimi anni e che non era ancora avvenuto, sembra si stia avverando. Wally Snyder, presidente dell’American Advertising Federation, ha dichiarato che la proliferazione dei DVR rappresenta attualmente la maggiore minaccia alla crescita della pubblicità televisiva. Infatti in una recente survey dell’AAF sugli investitori pubblicitari americani è emerso che se è vero che è ancora poco chiaro l’impatto che il DVR avrà sugli spot pubblicitari, i suoi effetti si stanno già mostrando nelle contrattazioni relative alla pubblicità televisiva. La rosea verde?
Bella iniziativa della Gazzetta dello Sport che ospita un'ottima idea creativa per promuovere l'uscita di Shrek 2 in Italia. La Gazzetta dello Sport oggi è uscita completamente verde. Bravi! Per chi fosse interessato al film posso dire che a me è piaciuto molto di più il primo episodio, molto poco politically correct e con una battuta strappa lacrime dietro l'altra. In questa puntata della saga degli orchi l'unico personaggio che mi ha fatto ridere come nel primo episodio è stato il gatto spadaccino. Il film risulta forse imperdibile grazie ai suoi occhioni. Ultimissime dallo IAB
Che sia la volta buona? Che internet non sia più il brutto anatroccolo dei media? IAB 2004 conferma. Dopo il boom del 2000 e lo sboom degli anni seguenti, anche l’Italia, un po’ in ritardo sulle sue cugine Europee, registra una crescita netta negli investimenti pubblicitari su Internet: +21% nel primo trimestre 2004 rispetto allo stesso periodo nel 2003. Aziende tradizionali, dall’auto al turismo, dall’editoria alla finanza, incrementano la percentuale dei loro investimenti sul mezzo e il largo consumo sembra fare qualche campagna in più. La crescita degli investimenti pubblicitari deriva da diversi fattori tra i quali il costante incremento del numero di utenti che accedono al web: più donne e più ultracinquantenni navigano per i siti internet, scrivono email e acquistano online. Xtreme Information: focus lurking
Dal remoto 1983, all’epoca conosciuto con il nome di “The TV Register”, per i contemporanei ora non più adolescenti Xtreme Information, l’oggetto di questa mia segnalazione cattura ed archivia tutto ciò che è pubblicità: Carta, Tivù e fin dai primi vagiti, Internet. L’archivio vanta ad oggi più di 25.000 creatività che partono dalla preistoria degli anni ’50. Il quartier generale di Xtreme Information si trova a Londra, ma opera a macchia di leopardo un pò in tutto il mondo, compresa l’Italia. Ha infatti una rappresentanza a Milano. L’attuale web di Xtreme Information si materializza in un portale, all’interno del quale è possibile ricercare attraverso un motore di ricerca interno ciò che è stato fatto nel mondo dell’advertising, ma anche farsi contemporaneamente un’idea di ciò che potrà eventualmente essere fatto. Non solo browsing e multimedia, ma anche servizi pacchettizati e targettizati su singoli brand, mercati di riferimento, periodi/ci, differenti media… Un gran bel servizio, fortunatamente a pagamento. Mercoledì cinema
Non posso definirmi un cinefilo, mi piace andare al cinema, ma nella maggior parte dei casi non sono in grado di ricordarmi gli attori di quel film e in quali altri film quegli attori hanno recitato; a meno che si tratti di un mio cult movie, ma anche in quel caso i collegamenti possono sfuggirmi. Matteo invece è una di quelle persone che non appena citi un film iniziano a sciorinare l'elenco degli attori, del regista e di tutti i film ad essi collegati, a volte può anche essere piacevole :) Da qualche mese, da quando mi sono trasferito a Londra, ho attivato un abbonamento ad un gestore inglese, precisamente Orange, ma non intendo tediarvi con tariffe e sconti vari, piuttosto dopo qualche giorno dall'attivazione ho letto su un quotidiano di una promozione riservata ai clienti Orange: gli Orange Wednesday, ossia la possibilità di andare al cinema in due al mercoledì pagando un solo biglietto. Questo significa risparmiare da 13 Euro a 20 Euro per assistere a qualsiasi proiezione nei cinema che aderiscono alla promozione di Orange. Per ricevere il biglietto gratuito è sufficiente inviare un SMS con cinema nel testo e come risposta ecco cosa si riceve:
This is your Orange Wednesdays ticket for 08 Sep: xxxxxxxxx. Show text at ticket office of partecipating cinema to get 2 for the price of 1. Terms:orange.co.uk/film
Al mercoledi è sufficiente comunicare il codice ricevuto alla cassa per acquistare due biglietti al prezzo di uno. La cassiera attraverso il POS comunica il codice del cliente a Orange, ricevendo in risposta l'autorizzazione a procedere. I giorni seguenti il mercoledì Orange invia un altro SMS che cambia se il cliente ha o meno utilizzato la promozione:
Shamed you missed the film on Wednesday. To go next week text YES to 241. Terms:orange.co.uk/film. To end remiders text STOP to 241.
Hope you enjoyed the film on Wednesday. To request a ticket to go again next week, just reply YES. To opt out of film texts reply STOP
Da qualche settimana mi sto chiedendo quali possano essere i benefici di una promozione del genere, non i miei che sono abbastanza evidenti :) ma quelli di Orange: fidelizzazione? Revenue sharing sulle consumazioni? Incentivi per nuovi abbonati? Ancora non ho trovato una risposta definitiva, forse chi ha ideato questa promozione intende raggiungere un mix di questi obiettivi. Nel frattempo questo mercoledì mi godrò "I, Robot" nel cinema dietro casa. Il mistero Oliviero.it
In questi giorni mi è capitato di vedere in TV gli spot di Oliviero.it, sito di e-commerce di articoli sportivi nato dal megastore omonimo. Devo dire che il passaggio alle reti nazionali, tra l'altro in periodo di Olimpiadi, e soprattutto la decisione di promuovere esclusivamente il sito e non il negozio mi ha stupito non poco. Evidentemente la chiusura di Giacomellisport.com ha portato benefici enormi ai competitor. Sul web è presente quasi ovunque grazie alle affiliation ai maggiori portali (MSN, Virgilio, Tiscali) e siti di comparazione (Kelkoo, Costamento), ma con investimenti presumibilmente non altissimi e soprattutto nella maggior parte dei casi in forma di revenue sharing. Ora, com'è possibile che un sito di e-commerce che fattura 1,7 milioni si possa permettere di fare pubblicità in TV? E' vero che si appoggia ad un negozio fisico, ma è un negozio, sebbene di 5000 mq. Cresce l'advertising online. Ma dove?
Eccovi le recentissime cifre dell'advertising online in UK per il 2003: un eccezionale +80% rispetto al 2002 con un volume di oltre 350 milioni di sterline (534 milioni di Euro). Si prevede che Internet supererà la radio nei prossimi due anni e mezzo. E non lo dubito vedendo i trend di spesa dei Clienti delle agenzie di advertising online. Qui in Inghilterra si investe pesantemente in media, keyword e programmi di affiliazione. La brochure che non ti aspetti
È da qualche settimana che vivo a Londra e durante il fine settimana sono solito comprare il The Guardian. Un'impresa non da poco in considerazione del volume e del numero di inserti delle edizioni del weedend. All'interno del quotidiano si trovano ovviamente brochure promozionali soprattutto di aziende di computer (Dell su tutti) così come succede regolarmente anche da noi. In uno degli scorsi numeri del fine settimana però, ho trovato qualcosa di inaspettato. Una bella brochure di Amazon.co.uk in formato A4 ripiegato, con 12 pagine di prodotti, per metà dedicate all'elettronica di consumo e per metà alla casa e al giardinaggio, oltre alla classica promozione di consegna gratuita per acquisti superiori a £25. Forse non mi dovrei sorprendere come residente del Regno Unito, in fondo il 60% della popolazione inglese è online. Mi sono però sorpreso come utente italiano di scoprire che l'acquisto online sia diventato così diffuso al punto che Amazon decida di investire off-line per raggiungere il proprio target. Forse a pensarci bene l'utente inglese non ha tempo per navigare sulla rete durante la settimana e la comunicazione online non è in grado di raggiungere il target di Amazon. È anche vero che la dispersione è ormai così ridotta che l'investimento è comunque giustificato. Ma la domanda che più mi assilla è se arriverà anche per il Corriere e Repubblica il tempo in cui avranno tra i loro inserti anche un leaflet di Yoox o IBS? Alcune osservazioni sui sistemi di "Paid Inclusion" e sui motori di ricerca.
I sistemi di inclusione a pagamento all'interno dei motori di ricerca, del tipo "Keyword Advertising" (pubblicità contestuale alle keyword, quindi non si tratta di una vera e propria inclusione nel DB dei siti "cercabili") o "CPC", fino a che livello di numero di investitori non cominciano a soffrire di eccessivo affollamento, e quindi di una perdita complessiva di efficacia degli investimenti? Qualche settimana fa Clickz.com ha pubblicato un articolo dove viene trattato questo problema, riferito alla pubblicità on-line; riassumendo l'articolo viene detto che gli investimenti in on-line advertising, in USA, sono aumentati grazie ad un incremento delle performance che ha indotto gli investitori a credere un po' di più nel mezzo, ma la crescita del numero di investitori potrebbe causare un calo delle performance, e quindi il venir meno del presunto motivo principale dell'aumento di investitori. C'è qualcosa di sbagliato in questo tipo di ragionamento circolare? Un'altra questione che mi sembra interessante è l'importanza del posizionamento nelle prime posizioni all'interno dei motori di ricerca. E' noto che i SEO utilizzano il posizionamento in testa ai motori come indice centrale della loro abilità, nonché come obiettivo da centrare assolutamente per garantirsi la visibilità e la felicità del cliente. Ma, da conoscitore teorico della registrazione all'interno dei motori di ricerca (non è mai stata al centro del mio lavoro), mi chiedo se anche il posizionamento ha una sua importanza relativa, in particolare rispetto al numero di visitatori provenienti dal motore di ricerca X. Se da X mi arriva sempre lo stesso numero di visitatori, perché io, azienda con un sito web sul quale sviluppo business, mi devo preoccupare se (a causa di uno spider ballerino) ho perso dieci posizioni in un mese?
Chi vuole un Pop-Up?
I Pop-Up funzionano? In effetti sono un ottimo veicolo per guidare traffico verso un sito (fino a 14 volte più efficace di un banner), ma se ci concentriamo nella valutazione dei ritorni di immagine per un particolare marchio lo scenario cambia decisamente. I consumatori, infatti, non gradiscono chi usa questi strumenti ed anzi, tendono a considerare questi inserzionisti come dei veri e propri spammer; tuttavia questo formato continua ad avere un buon successo, perchè? In questo articolo di ClickZ vengono analizzate proprie le ragioni per cui alcuni marchi online scelgono di correre un rischio notevole pur di guidare traffico verso le proprie pagine e quale ruolo svolgono in questo contesto i media buyers; di sicuro, mi sembra di capire, avremo a che fare con questo fastidioso ma (per alcuni) utile strumento ancora per molto tempo. Spot Ferrero
Un nuovo minisito della Ferrero in cui promuovono una nuova merendina. Personalmente non percepisco alcun valore aggiunto. Sembra quasi la trasposizione di uno spot pubblicitario. Hanno scelto di farci usare quattro dei nostri sensi: vista, tatto, gusto e udito. Usare per modo di dire. Perchè non un bel gioco interattivo? Anche alla luce del fatto che, secondo una ricerca di AOL, le donne sopra i 40 anni sono le maggiori utilizzatrici dei giochi online e quelle con un'età inferiore ai 40 anni non scherzano, almeno negli Stati Uniti. I giochi online pare siano un modo per fermare gli adulti davanti al computer fino a tarda ora. Splinder: e pubblicità fu!
Sarà rimasto deluso chi si aspettava il lancio della piattaforma pro o chi sperava di continuare a "bloggare" in uno spazio completamente "libero" da inserzionisti invadenti, ma a partire da ieri sera anche Splinder ha deciso di inserire pubblicità all'interno della sua piattaforma. La modalità scelta è quella del text-advertising presente nella home page di sito www.splinder.it, nell'header distribuito su tutti i siti pubblicati da Splinder e nella parte bassa della pop-up per i commenti (il primo inserzionista è Applicando, newsletter su Mac). La strada è quella giusta? O soltanto un esperimento? Probabilmente neanche dalle parti di Splinder lo sanno con certezza e questo risulta con evidenza anche dall'approssimazione con cui è stato posizionato il messaggio proprio all'interno del pop-up commenti; poco chiaro e non contestualizzato. E' chiara invece la volontà dell'editore di non risultare "invadente" per timore delle possibili reazioni degli utenti, ma tutta questa cautela non rischia di tenere a distanza gli inserzionisti più interessanti? |