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Diesel XXX: grandi aspettative, pessima customer experience
Dell'iniziativa Diesel XXX ne hanno parlato un po' tutti in rete. Tutto pensato ed organizzato alla perfezione. Grande idea, esecuzione molto cool in puro stile Diesel, ma... Si', c'e' un ma. Pazienza per i jeans, ma come cliente la mia esperienza e' stata a dir poco negativa! BestBuy non tiene fede al proprio nome: ha comprato Napster
A quanto pare non e' solo Microsoft a fare acquisizioni che non capisco. Francamente faccio fatica a capire cosa Napster possa portare di nuovo ad un'azienda che ha gia' il proprio servizio di download legale e che ha un business sano e profittevole, mentre Napster ha perso 16 milioni di dollari l'anno scorso. Napster ha fatto la storia del web e ha cambiato un'intera industry, ma adesso non e' altro che un servizio come 1000 altri, senza alcuna particolarita' che giustifichi l'interesse da parte di BestBuy. E' vero che 121 milioni di dollari non sono una gran cifra (BestBuy ha speso 1.1 miliardi di dollari per il 50% di Carphone Warehouse), ma a mio parere potevano essere investiti meglio, magari per migliorare il servizio che hanno gia' o per creare qualcosa di innovativo. E' vero che Apple ha iTunes, Amazon ha Mp3 Download e cosi' via, ma comprare Napster nel 2008 per diventare leader nel settore del download musicale e' un po' come comprare AltaVista per diventare leader nel settore dei motori di ricerca... BetterWorld: il bookstore con un'anima
Grazie ad un banner su Facebook (ebbene si', qualcuno ci clicca ogni tanto...) ho scoperto BetterWorld.com, un bookstore che vende libri nuovi ed usati con una chiara missione sociale: i profitti vengono utlizzati per finanziare iniziative di alfabetizzazione in tutto il mondo. Quando scopro iniziative di questo genere non posso fare a meno di pensare "ma perche' non ci ho pensato io?". Hanno anche un blog e una pagina su Facebook. Let's create a better world, one book at a time! E-commerce e creatività
Chi dice che i siti di e-commerce debbano essere attenti solo alla chiarezza e completezza della comunicazione, sacrificando la creatività? Ecco qui uno splendido esempio di creatività applicata ad un catalogo e-commerce (l'olandese Hema.nl)...semplicemente geniale! Unico difetto, non da poco: nulla è cliccabile alla fine dello "spettacolo" e bisogna inpegnarsi un po' per raggiungere il catalogo vero e proprio... ma sono talmente colpita dalla creatività che non mi dimenticherò facilmente il nome Hema . Ryanair: 3 giorni di downtime non saranno troppi?
Il sistema di prenotazione online di Ryanair ha ripreso a funzionare oggi dopo un downtime di quasi 3 giorni, con questo annuncio. Il motivo della sospensione del servizio e' la mancata applicazione delle regole dettate dall'OFT in termini di comunicazione dei costi. Sinceramente 3 giorni mi sembrano un'eternita' per un'azienda che basa praticamente tutto il proprio business sulle presentazioni online!
Email marketing 'politico'
Se non sbaglio avevo citato gia' altre volte le newsletter di Lastminute, ma a costo di ripetermi voglio segnalare quella che ho appena ricevuto. Mi sembra un modo molto intelligente e divertente di sfruttare la visibilita' di uno slogan politico. E quando pensi alla politica italiana direi proprio che ti viene voglia di prendere il primo arereo :) L'efficienza che non ti aspetti
Quest'anno mi sono deciso: finalmente acquisto un paio di sci! Dopo anni di noleggio mi era parso di aver trovato finalmente il modello che faceva per me. Sotto stretto controllo di un amico provetto sciatore, sono andato a vedere qualche negozio per controllare il prezzo e il modello. Nessun negozio aveva dei prezzi più competitivi di un negozio online che mai avevo sentito nominare: Bottero Ski. Il mio amico ovviamente mi ha guardato storto quando ho detto che avevo intenzione di acquistare gli sci online. Credo non abbia acquistato nemmeno un byte online, figuriamoci degli sci... Acquistati online la domenica, il martedì il corriere me li ha consegnati (lo sapevo l'ordine aveva il tracking number, no non è la norma, mi spiace) e la domenica successiva ero a sciare felice come una pasqua per il mio nuovo acquisto. Attacco perfetto preparato per la mia altezza/peso/scarpone. Tutto è filato liscio: non ci potevo credere! Era da un po' che non postavo, ma ho trovato il tempo per portare un po' di ottimismo prima che Italia.it torni :O P.s.: gli sci sono questi: perfetti! ZIVAGO e' risorto!
Zivago e' tornato! Personalmente avevo vissuto la chiusura di Zivago come la piccola scossa che ha preceduto il terremoto per l'ecommerce italiano nei primi anni 2000. Non mi era chiaro il perche' (i conti non sembravano male) e ricordo che la notizia mi aveva rattristato molto. Rivedere Feltrinelli attiva nell'ecommerce e' un ottimo segno per il mercato: pur avendo avuto un'esperienza negativa in passato ha deciso di riprovare, ritenendo evidentemente di non potersi permettere di stare fuori dal mercato digitale. Il sito mi piace molto, l'aggiungi al carrello e' fichissimo e la trovata delle citazioni e' carina. In bocca al lupo! Horizontal scrolling sdoganato dall'ecommerce
Nonostante all'inizio fossi assolutamente contrario e nonostante il chiaro parere di Jakob Nilesen devo dire che in alcuni casi apprezzo lo scroll orizzontale. Qui sotto due begli esempi, Diesel Store e Abercrombie & Fitch: E' effettivamente cosi' o da quando ho a che fare con un sito in flash mi sto rammollendo? :) Radiohead: titolo sbagliato?
Leggo da molte parti che solo il 38% degli utenti che hanno scaricato il nuovo album dei Radiohead, il che significa che il 62% ha colto l'occasione per scaricarlo "a sbafo", probabilmente pensando che i Radiohead sono stati scemi a dare questa opportunità... Forse si sono confusi e pensavano che l'album non fosse quello nuovo ma "Hail to the thief" ... LinkedIn store: i dipendenti fanno da modelli
Anche LinkedIn ha il proprio gadget store. Tanto lo so che alla fine la maglietta me la prendo... Radiohead: download ad offerta libera... se ci riesci!
Dopo aver letto un po' ovunque della simpatica iniziativa dei Radiohead di far scaricare il loro ultimo album, "In rainbows", dal sito ad offerta libera, mi sono diretto verso il sito stesso, incuriosito. A parte che si tratta di uno dei più brutti siti dal 1996 ad oggi, ma cliccando su "pre-order" ottengo questa simpatica finestrella javascript: Ma poi andando nel carrello quello che vedo è questo: Bella l'iniziativa, peccato la realizzazione... KO Computer :) (rubato dai commenti) Altro che blog e blogosfera!
Avrei voluto interrompere il silenzio degli ultimi mesi con qualcosa di bello e divertente come Matteo è solito fare, ma che ve lo dico a fare? Non ce l'ho fatta... Preso dalla necessità di filmare l'evoluzione linguistica e posturale di mio figlio, ho deciso che la videocamera del telefonino non fosse più sufficiente. Compro una videocamera! Passo la mia bella serata su alcuni forum e decido di acquistare questa. Nulla di particolare, un prodotto per chi sa già che non passerà ore con in mano l'attrezzo, ma che vuole trasferire i suoi filmati velocemente anche sul computer. Dove comprare? Non ci sarebbe competizione se CHL avesse in catalogo e disponibile il prodotto. Passo allora su ePrice: c'è! Pronta consegna, due giorni e arriva. Meraviglia! Passano due giorni e non si vede nulla, stato dell'ordine immutato. Telefono... Mi dicono che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. Lascio passare altre due giorni e poi annullo l'ordine. Torno a cercare un rivenditore e mi affido ai comparatori di prezzi, i quali mi suggeriscono che Onlinestore ha il prezzo più basso, circa €50 in meno di ePrice: mica male, no? Carrello, semaforo verde, consegna in 24/48 ore, spese di consegna folli che limitano il guadagno a €40 e via mi metto in attesa. Passano 2 giorni e chiamo: il prodotto non è disponibile arriva venerdì. Ma come? Semaforo verde, via libera, tutto ok? Nulla di tutto ciò. Oggi ricevo una loro mail, secondo cui dovrò attendere altri 10 giorni. Annullo l'ordine. Ma non desisto. Il pargolo crescerà senza essere filmato nelle sue prime evoluzioni a due zampe, ma pazienza. Ora dopo aver chattato online con Roberta e ricevuto assicurazioni circa la disponibilità del prodotto, ho piazzato un nuovo ordine su Factotus (e siamo a tre) e resto in attesa. Settimana prossima vi aggiornerò sulle condizioni dell'e-commerce italiano. Altro che blog, blogosfera e social network... Gestione dell'aspettativa del cliente medio :( iPod Touch: e il mio nuovo iPod è già vecchio :(
Convinto di fare un affarone poco più di un mese fa ho comprato un iPod da 30 GB con 30 € di sconto, convinto di aver fatto un affarone. Adesso Stev Jobs se ne esce con tutti i modelli rinnovati e addirittura con l'iPod Touch: in pratica un iPhone senza telefono! Non contento ha messo il modello da 80 GB a 249 €, con la drammatica conseguenza che allo stesso prezzo avrei avuto 50 GB in più... :( Comunque l'iPod Touch non l'avrei preso, perchè ha una capacità massima di 16 GB, troppo poco. Ma il tour guidato è assolutamente da vedere: Tailgate: acquista sul banner. Ma perchè?
Leggo su E-conomy di Tailgate, azienda che ha creato un tool in Ajax che permette di ultimare l'acquisto di un prodotto direttamente su un banner, senza andare sulla landing page del venditore. Bello eh, per carità, ma mi sfugge un po' il senso... Non sono d'accordo con chi dice che il banner è morto, ma addirittura far acquistare da un banner quando già è difficile far acquistare da un sito web... L'abbigliamento online supera le vendite dei pc (negli USA)
Leggo da Massimo questa interessante ricerca: negli Stati Uniti si comprano più vestiti online di quanto si comprino hardware e software. E' un trend che in Italia tarderà ancora un bel po' ad arrivare, considerando che l'unico player davvero di rilievo è Yoox. E-commerce in Italia: un Eldorado Latente
E' scaricabile anche la ricerca di Casaleggio in pdf qui. One Day, One Deal
Oggi ho scoperto Woot, un sito di e-commerce con un marketing style piuttosto originale. Ecco come funziona: ogni giorno woot.com mette in vendita a prezzi moolto scontati un prodotto differente. Oggi può essere una tv, domani un blackberry o un Excalibur Brew Master. A mezzanotte si svela il prodotto, ma mai la quantità "x" di pezzi disponibili. Durante la vendita si ha accesso oltre a una scheda informativa non convenzionale, alle statistiche del prodotto aggiornate minuto per minuto, tra cui la percentuale di vendite suddivise in fasce orarie, la "purchaser seniority", ecc. e al forum sul prodotto che ogni giorno è aperto alla discussione tra gli utenti. Nuovo nato WineWoot, stessi principi ma applicati alla vendita di vini. Ovviamente c'è il blog aziendale e per approfondimenti quest'articolo su Wikipedia. Grazie alla segnalazione di Marco. L'Unione Europea e la protezione dei consumatori, anche quelli on-line!
Recentemente su IMlog sono stati pubblicati alcuni post sul commercio elettronico e sull’aumento degli investimenti pubblicitari, a conferma del successo della tecnologia web e del cresciuto numero di utenti. Qualche perplessità riguardo alla sicurezza del commercio elettronico permane, ma a favorire quel processo di "protezione" delle transazioni eseguite sul web è intervenuta proprio in questi giorni la Commissione Europea, fermamente convinta che il futuro del mercato interno potrà essere garantito anche da uno sviluppo diffuso delle piattaforme B2B e B2C. L'iniziativa avviata dall'UE è dichiaratamente finalizzata ad "accrescere la fiducia dei consumatori negli acquisti on-line", quindi vuole rafforzare i sistemi di protezione dei consumatori, armonizzando le varie leggi vigenti nei Paesi dell'Unione. Si tratta di un processo di revisione, per rendere più attuale la tutela del consumatore, in considerazione del progredire tecnologico e delle nuove forme di commercializzazione di prodotti e servizi via internet. Questo processo è stato introdotto dal "Libro verde sulla protezione dei consumatori nell'Unione europea", ufficialmente avviato con una “fase analitica e consultiva per la revisione dell’acquis comunitario relativo al consumatore ("l'acquis")". Il processo si potrà considerare valido se riuscirà a sviluppare un percorso legislativo volto ad aumentare i meccanismi di protezione reale dei consumatori e dei loro diritti, favorendo allo stesso tempo l’inclusione di quelle persone che oggigiorno non utilizzano la rete, o non hanno piena fiducia nei servizi di commercio elettronico disponibili. Per informazioni ed approfondimenti, sulle strategie e sui programmi europei di protezione dei consumatori: Il commercio elettronico seduce, ma non rassicura (abbastanza)
L'e-commerce è divenuto credibile, ma tarda a manifestare ai consumatori quelle caratteristiche necessarie per decretarne una sorta di trionfo: la sicurezza delle transazioni commerciali e la tutela del cliente. Nel 2000, circa, gli interrogativi su quando si sarebbe affermato l'e-commerce preferivano affrontare argomenti come il contratto di natura telematica e la riservatezza dei dati necessari a descrivere le operazioni di pagamento sul canale internet. In quel periodo l'attenzione era più rivolta agli approfondimenti legali, forse perché la confidenza sulla tecnologia era notevole, oppure perché si reputava di semplice adozione all'interno di processi business ordinati e, soprattutto, controllati. Oggigiorno diverse indagini di mercato, nazionali ed internazionali, attestano la crescente diffusione dei marketplace B2C, segno che la fiducia da parte dell'opinione pubblica ha premiato il mondo delle imprese. In Italia, in particolare, cito come fonti considerevoli il Consorzio Netcomm (di cui siete stati informati su IMlog proprio in un post precedente a cura di Andrea Boscaro) e la società Nielsen-NetRatings. Il punto critico, affrontato più dai media che dalle società che intervengono ed operano nel contesto B2C, rimane quello della sicurezza delle transazioni: è indiscutibile la convenienza per il consumatore ad utilizzare le varie piattaforme di commercio elettronico, certamente l'e-commerce seduce i più. Ma in Italia come all'estero, si registrano casi quali il phishing ed il keylogging. Il primo consiste nella richiesta di informazioni riservate, per scopi criminosi, tramite e-mail che apparentemente possono sembrare provenienti da società bancarie e finanziarie. Il secondo è l’operazione abusiva, da remoto, di data retrieval delle digitazioni dell’operatore sulla tastiera del proprio pc. Purtroppo l'opinione pubblica conserva più facilmente il ricordo di casi negativi, è comprensibile l'atteggiamento di prudenza nelle persone che si vorrebbero avvicinare liberamente ai servizi della rete. Quindi la maggior parte della gente tende a considerare "insidioso" il mondo dell'e-commerce, con il rischio di generalizzazioni che possono includere anche particolari piattaforme B2C attente alla protezione dei dati confidenziali e delle transazioni commerciali. Una risposta alle paure dei consumatori, in particolare proprio di quelli che già partecipano ai progressi della rete, dovrebbe provenire, e presto, dalle società che offrono i servizi di pagamento: se si considera, ed a ragione, il successo della rete internet come canale di informazioni e "vetrina virtuale", non si può trascurare l’importanza della comunicazione diretta ai consumatori che spieghi loro le garanzie organizzative e tecnologiche a protezione delle loro operazioni B2C. Sarebbe importante abbinare al messaggio che la vetrina offre articoli reali, e vantaggiosi, il messaggio che la "cassa" utilizza strumenti di pagamento sicuri: a volte il successo della tecnologia, e della sua applicazione corretta, dipende più dalla comunicazione che la promuove rispetto all'"ntelligenza di base". Frodi online: solo 4 su 1.000... ed è pure tanto!
Ho aspettato qualche giorno prima di scrivere questo post in attesa che il dato comunicato dal Politecnico di Milano - 0,4% il tasso di disconoscimento delle spese effettuate online attraverso carte di credito nel 2006 - venisse commentato dai vari operatori. Non ho però visto dibattiti e quindi mi permetto di ringraziare i ricercatori per questo dato che, anche con i caveat che vado a riportare, mi pare importante poter comunicare e sottolineare. "4 su 1000" è una bella risposta a tutti coloro, utenti e giornalisti, che si ostinano a considerare l'e-commerce come il luogo principe delle truffe e delle clonazioni, soprattutto se consideriamo che Internet è spesso la destinazione, più che l'origine, degli acquisti fraudolenti e che il dato certamente non sfigura di fronte alle esperienze del commercio offline. Il caveat è che il dato appare a molti, merchant e non, addirittura sovrastimato, essendo probabilmente figlio di un'analisi più complessiva che quindi non fa onore agli operatori top del settore. Tirando le somme: raccontiamo questo numero, raffrontiamolo a tassi addirittura più elevati di Francia e UK, e continuiamo ad acquistare online: un mercato sempre più sicuro e conveniente. Regali di Natale online? Natürlich!
Finalmente sto mettendo in pratica uno dei miei propositi natalizi, solitamente irrealizzati: comprare tutti i regali online. Il sito è fatto molto bene e l'acquisto online è stato facile, con tanto di promessa che 2 giorni dopo mi avrebbero mandato una mail con indicato il giorno di consegna. Fin qui ottimo. Due giorni dopo ricevo una mail completamente in tedesco che comprende l'elenco dei prodotti da me richiesti, ma non capisco cosa mi stiano dicendo! E oggi ne ricevo un'altra con indicati solo due dei 7 prodotti acquistati (e da Fineco arriva un sms che mi dice che ho fatto un acquisto da 19 Euro, mentre ho confermato un acquisto da 150 Euro...). Ad oggi non so se mi arriveranno in tempo tutti i regali o solo uno. IKEA: e-commerce a livello locale
Finalmente IKEA si è decisa ad entrare nel mondo dell'e-commerce! Prima di ordinare devi controllare se la tua zona è servita, inserendo il CAP. Il trasporto per i pacchi inferiori a 30 kg di peso è di 15 €, mentre per quelli di peso superiore è di 55 €. Le FAQ mi sembrano ben fatte, anche se un po' stringate. E' disponibile anche una guida step by step che molti altri siti di e-commerce farebbero bene ad avere. Anche il carrello mi sembra chiaro e completo. Mi resta il dubbio sulla disponibilità: ho inserito 99 Pax e non mi ha segnalato nulla, ma magari arriva un warning più avanti nel processo d'acquisto. In generale mi sembra un'iniziativa molto positiva, che permette al gigante svedese di affacciarsi all'e-commerce senza perdere il direct touch tra i clienti e il singolo store. I 3 veri segreti per vendere online a Natale (e subito dopo)
Quando cadranno i primi fiocchi di neve sarà già troppo tardi: chi c'è c'è e chi non c'è si attacca. 1 – Cura il database che passi al motore di comparazione 2 - Promozioni mirate: in molti si aspettano di trovare sotto l'albero di Natale qualcosa di bello o addirittura di utile. Dall'altra parte, tanti altri si affanno per cercare di esaudire questo desiderio. 3- Misura e raccogli i dati, ti serviranno nell'immediato futuro. Vorrei passare ora la palla a chi di e-commerce vive e a chi invece sfrutta il canale online per fare acquisti. Ai primi chiederei come si stanno preparando per la stagione natalizia mentre ai secondi… cosa vi aspettate? Cosa vorreste che fosse migliorato sui siti di commercio elettronico? Amazon Unbox: dont' try this at home!
Amazon ha lanciato un nuovo servizio di download di film e serie tv, Unbox. Ammiro Amazon e Jeff Bezos da sempre e la ritengo ancora oggi un esempio non raggiunto in quanto a personalizzazione e servizio al cliente. Però... questa volta ha proprio fatto una cavolata! La guida è chiara ed esaustiva as usual, le immagini sono ben fatte, il processo è semplice... Ora, io non acquisterei mai un paio di scarpe che possa portare solo con determinato tipo di calzini, non accetterei che un produttore mi dicesse che posso bere la sua birra solo in cucina e non in salotto, non comprerei un libro che si può leggere solo con gli occhiali. Devo dire che i commenti sono stai negativi ovunque, da Scoble, a Gartenberg di Jupiter, a Softpedia. Peccato, sarà per il prossimo servizio! ING Direct: partnership con eBay e Skype
Questo blog sta diventando un po' troppo "arancio" lo so, ma non ero al corrente del post di Elisabetta. Mi sembra però interessante la partnership stretta tra ING Direct e eBay, e che viene declinata con due "offerte" per l'apertura del Conto Arancio: Dopo vari accordi con alcuni operatori di e-commerce (Misterprice, MediaWorld ecc.) la zucca passa a collaborare con player di altro tipo, e con brand molto più interessanti. Personalmente vedo la collaborazione tra gli operatori del merctao online come un buonissimo segno. E dopo il conto...il Mondo Arancio.
"Adotta online un albero di arance ed oltre a tenerti aggiornato sulla sua crescita e salute, ti mandiamo a casa 20Kg delle sue arance!" Si tratta di una iniziativa siciliana in linea con una delle mode del momento: l'adozione di orti biologici. Unica pecca di fruizione del servizio: il pagamento può essere fatto solo con vaglia postale. UPDATE - in effetti il costo è di 6 euro al chilo, non proprio convenientissime :-) Pane al pane, vino ai blogger
Leggo su Pandemia dell'interessante iniziativa de "La Compagnia del Cavatappi". Sul sito viene data la possibilità di recensire i prodotti e di votarli. In ogni caso l'idea di "ricompensare" la recensione da parte dei blogger con un buono acquisto mi sembra ottima e decisamente 2.0. Ah, ovviamente c'è anche il blog :) Netcomm 06 – The Italian eCommerce Forum
Anche quest'anno l'ecommerce B2C italiano confermerà la sua straordinaria crescita e raggiungerà i 4 miliardi di euro di giro d'affari (+ 45% rispetto al 2005, stima Netcomm - Politecnico di Milano): un risultato notevole con tante luci e qualche ombra. A brillare è soprattutto il record di ordini che sono aumentati del 55% con una leggera discesa del valore dello scontrino medio. Insieme all'utilizzo della carta di credito ormai impiegata nel 70% degli acquisti, questo dato conferma una diffusione massiccia presso gli utenti fedeli: tutti gli altri sono pronti per essere conquistati. Le ombre. Il riscontro sui media, quasi sempre sfavorevole, in primo luogo. I negozi online stanno dimostrando di saper cogliere le sfide del web marketing e del servizio al cliente: ci auguriamo riescano sempre di più a competere anche nel contesto internazionale. Allora potremo davvero affermare con piena ragione che l'e-commerce è una risorsa importante per il nostro sistema Paese. Puoi scaricare il report qui (bisogna prima registrarsi). Google Checkout è attivo
E alla fine arrivò: Google Checkout ha visto la luce, dopo mesi di rumors e nomi inventati (Gbuy, Gwallet ecc.). La dichiarazione di Salar Kamangar, vice president of product management di Google, diramata da Google Press è la seguente: Fin da subito quindi è chiaro che si punta, come per tutti gli altri prodotti, all'integrazione. Infatti per ogni $ speso su AdWords puoi processare 10 $ di ordini sul tuo shop. La tariffa "normale" è invece del 2% + 0,20 $ (tariffe PayPal: 1,9% + 0,35 €). I negozi che già lo utilizzano sono diversi, anche grandi, come Buy.com (screenshot), Starbucks, Timberland, Levi's, Dockers, Blufly, eCost, uBid ecc. Al momento non ho altro da aggiungere. Sono un utente PayPal e lo trovo un servizio veramente ottimo. Staremo a vedere se e come reagirà a Google Checkout. eBay... sul naviglio!
L'altra sera tornando a casa ho visto, proprio sul naviglio, un nuovo negozio, con il logo eBay sull'insegna. Si tratta di Venduto!, un assistente alla compravendite su eBay. Se non sbaglio in UK e in US ci sono altre iniziative come questa, ma in Italia credo siano i primi. L'idea è molto buona, considerando che sempre di più si sente parlare di eBay anche "offline". Ho già visto anche qualche loro pubblicità su free press, che mi sembra un mezzo perfetto per raggiungere il loro cliente tipo. Nei prossimi giorni ci sarà l'inaugurazione ufficiale, quindi probabilmente avrò più dettagli da condividere. Price comparison anche... senza comparison!
Talvolta si guarda ad un motore di ricerca per lo shopping online, come Lycos Shopping o Trovaprezzi, come un mero comparatore di prezzi. Questo può indurre i merchant a valutare la convenienza di una propria presenza su tali siti solamente in base al fatto se vi siano diretti concorrenti già online. Mi permetto di fare una riflessione sul tema. Il meccanismo di comparazione è certamente un importante fattore di aumento della conversione post-click: più offerte, per uno stesso prodotto, sono a disposizione dell'utente più elevata è la probabilità che il potenziale cliente visiti solamente il sito che ha messo in campo l'opportunità più attraente (non solo per il prezzo). In realtà però vale anche un'altra dinamica. Chi vende articoli che, per loro natura o per l'evoluzione attuale del mercato, sono pressoché senza concorrenti non trae per questo minori benefici dall’essere presente su un comparatore. Anzi. Semplicemente questo esercente la farà da padrone nella propria categoria merceologica e godrà della possibilità di raggiungere milioni di navigatori Internet che si affidano ai canali shopping per avere informazioni ed offerte: non vi sarà comparazione con offerte concorrenziali, ma neanche la relativa pressione sui prezzi e sui margini. C'è davvero poco da perdere quindi visto che il modello è quasi sempre a cost-per-click, a fronte di molto da guadagnare: utenti che potrebbero essere interessati proprio a quel bene e che non avrebbero saputo trovare altrimenti il sito del merchant o che semplicemente si fidano di più quando vi accedono da portali già conosciuti ed apprezzati. Movie download: strane politiche di pricing
Visto che il download di musica in un modo o nell'altro si sta avviando al successo è normale che anche le major cinematografiche si avvicino (lentamente e con prudenza eh!) al web come strumento di distribuzione. Due notizie che ho letto nei giorni scorsi mi lasciano però un po' perplesso circa le politiche di pricing e di fruizione adottate: Il nuovo film di Alex Infascelli, H2Odio, uscirà direttamente in DVD e sarà scaricabile dai siti Repubblica/L'Espresso. Il download costa 4,90 € (la visione al cinema, di mercoledì, costa 5 € se non sbaglio), che già mi sembra altino come prezzo, considerando che: L'acquisto dei diritti ti permette di vedere il film direttamente sul monitor del PC, con Windows Media Player versione 9 o superiore. Inoltre: Dopo aver scaricato il film, per vederlo dovrai attivare la licenza (solo la prima volta) che verrà installata sul PC utilizzato per la visione. Ma non solo: La licenza ti consente di vedere il film fino a 6 volte, inclusa la prima. Infine: È possibile effettuare il pagamento esclusivamente se maggiorenni, residenti e connessi ad Internet in Italia, a San Marino e nella Città del Vaticano, titolari di carte di credito VISA o MASTERCARD. Sono solo io a considerare assurdo spendere 5 € per scaricare un film che puoi vedere solo sul PC e solo con Windows Media Player, non puoi vedere più di 6 volte (!) e per il quale devi attivare una licenza?
Ci metteranno ancora molto? eBay: meno aste e più e-commerce
Trovo su Master New Media due interessanti novità che riguardano eBay. La prima è eBay Express, che permette di utilizzare eBay come fosse un normale sito di e-commerce, con tanto di carrello. Tra l'altro in questo modo è possibile effettuare un unico pagamento (con PayPal ovviamente). Un'altra novità molto 2.0 è RSS Auction, che permette di ricevere via RSS feed da eBay (e anche Buy, Books.com e Half.com) customizzati in base all'oggetto e/o al venditore. Infine qualche dato di una ricerca commissionata proprio da eBay a TnS Infratest Italia sul commercio elettronico in Italia. Il quadro che ne esce comunque è che eBay è in questo momento in Italia, vista la frammentazione e la numerosità dei player del settore, un punto di riferimento difficilemente arrivabile. Database curato, prima di tutto
Secondo la recente ricerca di Sems/Nextplora 2006 sull'impatto dei motori di ricerca nelle decisioni d'acquisto, i comparatori come Kelkoo o Buycentral vengono visitati frequentemente dal 27% degli utenti mentre il il 45% degli intervistati li ha visitati più volte. Normale che i siti di commercio elettronico sempre di più si avvalgano dell'indicizzazione su questi siti per presentare le proprie offerte. Legal Jeans. Ordem e regresso.
Non ho il tempo di scrivere un post lungo sull'argomento (che meriterebbe per le sue caratteristiche di stravaganza e assurdità, una particolare attenzione (me ne occuperò sicuramente in maniera più approfondita in seguito), ma non voglio perdere l'occasione di anticipare il più possibile il fallimento di una iniziativa che ha intrapreso da qualche settimana la società per la quale ho lavorato circa 5 anni, ovverosia: Godado Italia S.r.l.. Prima una breve introduzione storica; poco prima del natale del 2005, gli amministratori e proprietari di Godado, Diego Ratti e Pietro Cassago, hanno deciso di 'licenziarmi'. Il termine non è corretto perchè io non ero assunto come dipendente, ma come consulente che 'de facto' svolgeva funzioni di dirigente e sostituiva i signori in questione in tutte le attività durante le loro assenze per motivi di svago o di lavoro. Ho cominciato a lavorare in Godado nel febbraio del 2000 e ho visto crescere e decrescere e poi ancora crescere e poi decrescere questa societá tante volte, e tante volte l'ho risollevata dalla cattive acque in cui stava versando. Ho sempre pensato che il mio contributo fosse e fosse stato importante, ma mai come ora mi accorgo di quanto sia vero. In primis, l'iniziativa di TeleGodado, ovverosia l'idea di dare vita a una televisione online sfruttando un netwok cinese. L'iniziativa, intrapresa solo da qualche sito di calcio mesi e mesi prima e da nessun altro è stata poi repentinamente eliminata in un week-end, quando siti più noti di Godado erano finiti nel mirino della Guardia di Finanza. Il fatto che l'iniziativa di Telegodado.com sia stata un clamoroso flop non ha però impedito agli amministratori e manager di Godado di intraprendere un'altra intrapesa, ovverosia di dedicarsi allo shopping online. Più precisamente: - allo shopping online - allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans con strass di una marca brasiliana di una ditta sconosciuta in Italia (e anche in Brasile) che costano come dei Levis e in alcuni casi come dei capi di Dolce & Gabbana nel mercato morto dell' e-commerce italiano, che preoccupa anche società che normalmente possono permettersi di stare in perdita per anni, prima di andare in mol (margine lordo operativo) positivo - allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans con strass di una marca brasiliana di una ditta sconosciuta in Italia (e anche in Brasile) che costano come dei Levis, e in alcuni casi come dei capi di Dolce & Gabbana, nel mercato morto dell' e-commerce italiano che preoccupa anche società che normalmente possono permettersi di stare in perdita per anni, prima di andare in mol positivo, puntando sull'abbigliamento che è uno dei settori meno floridi dell'ecommerce italiano e che presenta innumerevoli problemi di resi, di taglie sbagliate, di capi difettati etc, senza avere pensato minimamente a produrre un sito indicizzabile da uno qualsiasi dei motori di ricerca utilizzati in Italia - allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans con strass di una marca brasiliana di una ditta sconosciuta in Italia (e anche in Brasile) che costano come dei Levis e in alcuni casi come dei capi di Dolce & Gabbana, nel mercato morto dell'e-commerce italiano che preoccupa anche società che normalmente possono permettersi di stare in perdita per anni prima di andare in mol positivo, puntando sull'abbigliamento che è uno dei settori meno floridi dell'ecommerce italiano e che presenta innumerevoli problemi di resi, di taglie sbagliate, di capi difettati etc, senza avere pensato minimamente a produrre un sito indicizzabile da uno qualsiasi dei motori di ricerca utilizzati in Italia, utilizzando un nome a dominio che per chiunque non sappia il portoghese brasiliano significa legale e non cool o 'fico' come si direbbe in Italia. Non mi ricordavo che nella ragione sociale di Godado Italia S.r.l. fosse possibile vendere prodotti (jeans, frutta o altro), ma sicuramente non capisco come sia possibile che, delle persone che hanno lavorato per anni in internet e che hanno avuto anche modo di conoscere persone e società, capaci di sfruttare in qualche modo i pochi spazi di crescita imprendioriale che permette il web italiano, non abbiano capito che non è sufficiente avere una fidanzata brasiliana, un padre che produce Nessuna attenzione al naming del sito o del prodotto, nessuna attenzione all'índicizzazione del sito stesso (che è per l'appunto non indicizzabile nella sua struttura attuale), nessuna attenzione alle più elementari norme di analisi della concorrenza e del mercato presente nel paese dove si opera (anche se i jeans legali si vendono anche all'estero), mi fanno pensare che veramente Internet sia un mercato più difficile del previsto, e che molto del dramma che internet ha vissuto e sta vivendo ora, sia dovuto a inziative sbalestrate come questa, che fanno allontanare i veri imprenditori da Internet (mostrando loro continui insuccessi) e fanno sì che se ne allontanino anche le persone (programmatori, grafici, commerciali) più capaci. Tutti sanno che le donne amano acquistare i prodotti di abbigliamento nei negozi fisici e non virtuali, non solo per motivi pratici (e, vedendo i prezzi, direi anche economici), ma anche perché per le donne, come anche per alcuni uomini, è fondamentale un approccio emotivo, con il negozio stesso, con la commessa che viene ripetutamente subissata di richieste notoriamente non realizzabili, con il fidanzato o il marito che aspetta fuori fumando e guardando dalla vetrina come sta con il nuovo vestito. Che senso ha vendere prodotti che probabilmente si trovano simili nel mercato sotto casa (non ho acquistato per vedere e forse non ha acquistato nemmeno qualche dipendente d Godado stessa)? Che senso ha mettersi in concorrenza (si licet) con leader come Yoox, che vendono solo prodotti di marche conosciute e apprezzate e che puntano, pur nelle difficoltà del mercato e pur investendo grosse cifre, solo a prodotti che sono difficilmente trovabili (ma che sono desiderati) in molte parti del nostro e soprattutto di altri paesi? Ora vivo in Thailandia e non posso che ringraziare Godado Italia S.r.l., nelle persone dei suoi lungimiranti amministratori di avermi permesso di vivere questa esperienza. Forse troverò una fidanzata thailandese, magari recuperata in qualche 'bar' del posto e mi dedicherò a vendere massaggi. Ovviamente, massaggi online. Anche gli ISP nel loro piccolo si incazzano
Come scrissi qualche tempo fa, il decreto che prevede l'oscuramento dei siti di scommesse e di gioco d'azzardo ha sollevato giustamente tanti dubbi a diversi livelli. C'è stato un ricorso di un operatore stranierio che però non aveva i titoli per farlo e che ha scelto un tribunale non idoneo. Inutile dire che gli operatori italiani che godono del monopolio a scapito dei cittadini italiani, hanno esultato: "ve l'avevamo detto che il blocco è legale ed è sano per i nostri conti". Un altro operatore (Astrabet) ha presentato ricorso presso un tribunale civile, vincendo la causa, ma ciò non ha impedito che il proprio dominio continuasse ad essere oscurato. Nonostante nella sentenza si legga che siamo di fronte ad un precedente utile anche per altri operatori, AAMS ha dichiarato che si tratta di una "mosca bianca"! Ora anche gli ISP si sono stancati di questa norma che impone loro di svolgere le funzioni del censore ed hanno fatto ricorso al TAR del Lazio attraverso Assoprovider. Vi lascio leggere quanto scritto nell'articolo apparso su Repubblica. Il concetto non cambia: il blocco dei siti è una limitazione della nostra libertà. RSS per l'e-commerce: CHL fa il primo passo
Un po' di tempo fa Max aveva segnalato l'utilizzo degli RSS da parte di Tesco per avvertire gli utenti delle nuove promozioni. Negli Usa i feed RSS sono già utilizzati per esempio da Buy.com. CHL, che sfoggia una nuova toolbar in puro stile Amazon, è sempre stata pioniera nei nuovi servizi relativi all'e-commerce, al di là della storia societaria dell'azienda. Chiaramente tutto sta nel valutare quali possono essere l'impatto e l'utilità di questa operazione. I problemi dell'e-commerce italiano sono ben altri e ben più gravi, come sappiamo, ma di sicuro qualche novità e qualche strumento che contribuisca a migliorare il rapporto con il cliente sono sempre da accogliere in modo positivo. Magari tra qualche settimana chiederemo a CHL un po' di dati per valutare il successo dell'inziativa. Ecommerce made in Trentino
Dopo aver vagliato oggetti utili e inutili, ho deciso che uno dei regali che avrei fatto questo Natale sarebbe stato un oggetto molto innovativo e pensato per chi non fa a meno di tecnologie ad uso personale (cellulare, palmare, iPod). Un oggetto che continuavo a veder pubblicizzato in riviste e giornali: la lampada-multipresa Multipot di Rotaliana. Non avendo tempo di andare per negozi a cercarla, sono andata sul sito sperando di poterla comprare online. Niente da fare. Solo foto, decrizioni e l'elenco dei rivenditori; purtroppo, nella mia città, di rivenditori nemmeno l'ombra. Googolando la lampada per vari siti, scopro che la posso comprare da un sito americano, ma pagandola il 50% in più e con aggiunta di spese di spedizione . Abbandono l'idea e posticipo lo shopping natalizio all'ultimo minuto. Ritorno sul sito il 17 dicembre, sabato, per rivedere l'elenco dei rivenditori più vicini rassegnata ad una lunga trasferta per acquistare l'oggetto del desiderio, ma con mia somma gioia è apparsa la sezione ACQUISTA ONLINE. Detto, fatto, lascio i dati, numero di carta e clic. Niente spese di spedizione e in due giorni lavorativi, ovvero il 20 dicembre la lampada arriva a domicilio! Bella e funzionale e pronta per andare sotto l'albero. Ora, a parte il fatto che i colleghi di lavoro mi hanno preso in giro per una settimana dicendo che una volgare ciabatta multi-presa avrebbe fatto lo stesso effetto (non capite niente di design, figli del Brico Center!) e mi sarebbe costata quindici volte meno (si ma immaginatevi la sua espressione una volta aperto il regalo...), voglio sottolineare l'efficienza della ditta trentina nel loro approccio con il commercio online, un form semplice, condizioni di vendita chiare e sintetiche e un servizio impeccabile. Il dubbio che la velocità sia dovuta anche alla poca richiesta rimane, ma non importa, come consumatore l'esperienza è stata ottima e ora se devo pensare a dove comprare le lampade di casa, uno dei primi brand che mi verranno in mente è Rotaliana. Scommesse online: leggi made in China
Non scriverò di prodotti realizzati o copiati utilizzando manodopera a basso costo, ma di una legge che è stata approvata dal parlamento italiano, contenuta nella recente Legge Finanziaria. Si tratta di una legge che dovrebbe impedire a coloro che utilizzano un provider italiano (Alice, Tiscali, Fastweb, …) di connettersi con operatori di scommesse e di gioco d’azzardo privi della licenza per operare sul mercato italiano. Una legge che ha tutte le caratteristiche per essere ricondotta al regime di Pechino dove la censura di siti Web e di giornalisti poco allineati colpisce con una certa frequenza. La nuova legge prevederebbe una sanzione per i provider che non dovessero bloccare l’accesso a questi siti; uso il condizionale perchè ad oggi nulla di tutto ciò è stato messo in pratica nonostante la norma sia entrata in vigore il 1 gennaio 2006. La multa per i provider inadempienti è abbastanza salata, arriva a 180.000 Euro. I clienti dei siti in questione non rischiano nulla: la Comunità Europea attraverso la sentenza Gambelli ha già sancito la liceità per i cittadini italiani di utilizzare i servizi presenti in altri paesi CEE utilizzando internet come canale di comunicazione. Ovviamente gli operatori internazionali si sono coalizzati per chiedere un intervento della Comunità Europea in quanto la normativa è chiaramente in contrasto con una delle norme fondamentali su cui si regge la CEE ossia la libera circolazione di beni e servizi al suo interno. Ma gli altri paesi cosa stanno facendo? Stanno detassando il settore! Ma come? Detassano i mercati delle scommesse sportive, per esempio, perchè l'aumento del valore delle scommesse generato dalla maggiore convenienza (una tassazione più bassa porta a delle quote più interessanti) compensa il minor introito diretto e rende il mercato ancora più interessante per il cliente finale. In Italia invece un po’ per l’incapacità di chi governa questo settore (l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, AAMS) e un po’ per la pigrizia di rivoluzionare un settore che versa in condizioni pietose (l'ippica in particolare), qualcuno ha ben pensato di utilizzare la strada più semplice intervenendo sul mezzo anziché studiare alternative sensate dove è il mercato globale a stabilire l'offerta. La scorsa settimana il Sole 24 Ore ha pubblicato una interessante ricerca secondo cui il mercato dei giochi in Italia rappresenti la quarta industria per valore dopo l’industria del petrolio, delle auto, dell’energia elettrica e delle telecomunicazioni con 27,7 miliardi di Euro di fatturato nel 2005, dove le scommesse sportive sono il comparto maggiormente in crescita. Che sia il caso finalmente di gestire questo mercato con professionalità? Google Video: c'è sempre una prima volta
Non sono certo il primo a dare la notizia dell'inaugurazione del servizio di e-commerce di Google Video, che permetterà di acquistare le partite NBA, le puntate dei serial della CBS e altro ancora man mano che procederanno gli accordi con la major. Il sito è basic, come sempre, accompagnato anche da un bel blog, come ormai ogni prodotto della grande G. Nulla da dire quindi sulle modalità del servizio e tutto il resto. L'aspetto però sul quale vorrei soffermarmi è un altro: è la prima volta, se ricordo bene, che Google vende qualcosa direttamente all'utente dei propri servizi e si fa pagare. Chiariamo, non sono nè scandalizzato, nè deluso, nè altro, mi chiedo solo perchè e in che modo si sia maturata questa scelta per certi versi innovativa nel mondo Google. E' un cambio di rotta o solo un episodio? Arriveranno altri servizi "pay", tipo Gmail da 10GB, mappe personalizzate, ricerche targettizzate e così via? Lo ammetto, un passaggio from free to fee di Google mi metterebbe in crisi non poco :) Babbo Natale in UK è un po' affannato
In prima pagina del Financial Times di oggi: "Retailers reel at online surge". Le versioni online dei supermercati inglesi quest'anno non saranno in grado di servire tutte le richieste dei clienti. I numeri come sempre, quando si parla di questo mercato, sono impressionanti. Sainsbury, per esempio, nonostante abbia offerto il 30% di slot di consegna in più rispetto agli altri periodi dell'anno, non sarà in grado di soddisfare tutte le richieste: il 75% di questi slot è stato prenotato nella prima settimana in cui il sito ha reso disponibili le prenotazioni. Le previsioni dicono che 24 milioni di inglesi tra novembre e Natale spenderanno €7,5 miliardi (l'anno scorso spesero "solo" 5 miliardi di euro). Il comparto del grocery assorbirà il 17% di questo fatturato. Tesco dichiara che rispetto all'anno scorso le consegne settimanali sono passate da una media di 170.000 a 200.000 e i 1.500 furgoncini che scorazzano per le strade inglesi, sono al limite della capacità di consegna. Anche i 6.000 tacchini che saranno consegnati da Ocado nel periodo natalizio, sono l'ennesima dimostrazione della maturità di questo mercato che viaggia ad una velocità e con risultati che lasciano sempre un po' di amaro in bocca se pensiamo a quello che sta o non sta accadendo nel nostro bellissimo paese. Carta di credito: siamo ancora li'...
Max, il 5 marzo 2004, aveva scritto un post dal titolo "La carta non ha ancora credito". Ad un anno e mezzo di distanza e' abbastanza desolante constatare che, in Italia, siamo ancora a qual punto. Ho appena ricevuto una newsletter di Nike (cliccate sull'immagine per vederla) in cui, oltre all'ovvia promozione del prodotto, campeggia una bella scritta in evidenza che comunica la possibilita' di pagare online con bonifico bancario! Siccome Nike lavora molto bene sul web e dubito faccia queste cose a caso, deduco che questa decisione di marketing sia maturata in seguito ad una valutazione seria del comportamento dei loro utenti, che evidentemente ancora non si fidano della forma di pagamento piu' logica e comoda. Non ho voglia di riparlare delle solite questioni trite e ritrite, ma non mi e' mai capitato di vedere nessuno che al ristorante chiede di poter pagare con bonifico o si faccia scrupolo a lasciare la carta al cameriere. E' da prima del 2000 che si parla di queste cose e davvero i passi avanti sono pochi: evidentemnete questa mancanza di cultura non si riesce a colmare. E di sicuro la soluzione non e' nella carte prepagate o in sistemi come Bankpass e simili. SKYPE è entrata nel marketing
SKYPE è un'azienda da prendere a modello per diversi aspetti: nasce da un'idea geniale ma tutto sommato non di difficile realizzazione; è riuscita a creare un brand forte e "cool" con poche spese e molto passaparola; ha trovato il giusto mix tra free e fee; ha un corporate blog ben fatto e lo sa usare; ha creato una community di utenti/clienti. Ma anche le idee geniali hanno bisogno del marketing! L'iniziativa promozionale che attualmente Skype sta lanciando sul proprio sito e sul proprio blog sono i Free SkypeOut Days: giorni "speciali" durante i quali gli utenti registrati avranno la possibilità di redimere un credito per 10 minuti di telefonate gratis verso telefoni fissi e cellulari (le chiamte Skype-to-Skype sono sempre gratis, e lo rimarranno, a sentire loro). Considerando che gli utenti di Skype in tutto il mondo sono nell'ordine dei milioni la cosa non è di poco conto. E ovviamente questo più che un regalo agli utenti già registrati è una call-to-action (utlimamente abuso di questo termine...) per i potenziali nuovi utenti. Quello che mi piac edi più è, come anche per Google, il tono, ovvero il registro che utilizzano per relazionarsi agli utenti: We wish every day could be a Free SkypeOut Day, but that would make us bankrupt. So our accountant says we can have 4 of them this month On Free SkypeOut Days you will find a “get a free Skype gift” button on your account page. Click on it before it disappears at the end of the day. Then, ‘hey presto’, you’ll be able to claim your SkypeOut credit. It’s our little gift to you. We hope you like it Probabilmente la concorrenza si fa serrata, essendo il VoIP il settore caldo del momento, e quindi Skype cerca di acquisire nuovi clienti e di fidelizzare il più possibile gli attuali. Beh, che dire, la strada sembra quella giusta! Happy birthday Amazon
Il 16 luglio Amazon festeggia 10 anni di attività, e lo fa in grande stile! Il main event è un concerto che verrà trasmesso in streaming sul sito a partire dalle 5 del pomeriggio con Bob Dylan e Norah Jones. Come festeggiamento non mi sembra male. Pochi giorni fa avevo criticato il restyling della toolbar, ora "torno all'ovile" e faccio tanti auguri al miglior sito di e-commerce del mondo! Anche Amazon come IMlog...
Anche Amazon come IMlog ha deciso di rifarsi il look :) O meglio, la grafica mi piace, il nuovo colore anche, l'integrazione con la ricerca A9 pure, ma c'è una cosa che secondo me è molto grave: il logo solo nel tab della toolbar. E' vero che Amazon non è mai stata particolarmente apprezzabile dal punto di vista del layout e che i suoi meriti sono altri. E' altrettanto vero che non è certo il branding la sua preoccupazione principale, ma mi sembra davvero un passo falso: cambi la grafica una volta ogni 10 anni ed è questo quello che ne viene fuori? Voi che ne pensate? Comunicazioni destabilizzanti
Lettura di un comunicato stampa da un addetto ai lavori: Ecommerce Ogni mese tradedoubler, nota società legata al mondo del pay per action esce con i propri report che lega all’andamento del mercato e-commerce. Sempre crescite a due cifre, sempre positivo il trend dell’e-commerce o interpretazioni a rischio. Sarebbe auspicabile che le aziende italiane operanti nei servizi web fossero così puntuali e sollecite nelle comunicazioni al pubblico, soprattutto perché in tal modo si eviterebbe la confusione che ogni mese tradedoubler crea nel mercato, soprattutto negli addetti stampa delle testate che si giovano dei comunicati per scrivere i propri pezzi. Il punto è che tradedoubler comunica come dati di mercato i propri dati, rimanendo sulla labile differenza che intercorre tra mercato dei propri clienti sul circuito e mercato complessivo. La differenza è una sottile differenza non di poco conto. Tradedoubler è una società di servizi il cui numero di clienti cresce di mese in mese su base internazionale e cambia di mese in mese la scena degli attori su base locale, ed è per lei un bene, segno che l’azienda è sana ed il proprio modello di business regge bene. Al contempo cresce il numero di inserzionisti che offre parte dei propri spazi di advertising al circuito di tradedoubler per monetizzare il traffico. E’ quindi ovvio che a fronte di queste crescite cresca il rapporto tra gli introiti maturati e generati dall’azienda nel mese trascorso rispetto allo stesso periodo di riferimento dell’anno precedente, ed ovvie anche le fluttuazioni determinate da entrate o uscite di scena dal suo panel di clienti. Proprio ovvio pero’ questo non è. Sebbene l’azienda comunichi che “Il TradeDoubler Tracker™ è un report mensile che illustra volumi e trend delle vendite online in Europa sulla base dei dati di rilevazione raccolti da TradeDoubler all’interno del suo network europeo. I dati riportati dal Tracker illustrano i risultati tracciati e generati all’interno della rete di TradeDoubler, presente in 16 Paesi europei con clienti operanti in diversi settori.” …Ovvero si tratti di dati evinti dal proprio panel e non dal mercato di riferimento composto da tutti gli attori che ne fanno parte, molte testate poi omettono questo dato e molti lettori meno attenti al valore dell’informazione rilasciata leggono in tradedoubler il termometro del mercato del commercio elettronico. Ecco quindi che l’informazione diventa distorta. Così non è poi infrequente ritrovarsi il giornalista che chiama per conferme, per sentire altre campane, ed ecco che va spiegato nuovamente il polso del mercato ecommerce italiano. Verifiche possono essere fatte sulle riprese di varie testate… che copiaincollano il comunicato senza assimilarlo, facendosi prendere dai numeri ovviamente positivissimi del mercato. Ma mi ripeto; le fluttuazioni, gli aumenti sono direttamente correlati all’azienda che comunica, non al mercato. Il mercato è un'altra cosa e sarebbe auspicabile che tutti gli operatori del mercato ecommerce italiano realmente si associassero iniziando a comunicare in maniera puntuale il termometro dell’andamento del mercato. Sarebbe un bene per tutti. Fineco: service not found
Sarà un periodo sfortunato, ma continua la mia serie di post sulle disavventure che possono capitare utilizzando servizi e prodotti online. Questa volta è il turno di Fineco; sono un loro correntista della prima ora ed in linea di massima non ho mai avuto grossi problemi, anche se non ho mai testato pesantemente i loro servizi di trading o altro. Ecco cosa è successo; lo scorso mese di Marzo ho acquistato sul sito Apple.com un G5 pagando con la mia carta di credito. Arrivato il prodotto scopro che purtroppo ha un difetto fisico e provvedo alla restituzione con rimborso di quanto pagato. Il pagamento è stato contabilizzato nella carta sul mese di marzo, mentre il rimborso (sarà sfiga) nel mese di aprile; ingenuamente do per scontato che quella cifra sarà stornata sul mio conto corrente in automatico a fine mese. Chiamo il servizio clienti Fineco, solo per scrupolo e ... qui cominciano i guai; l'operatore che mi risponde mi conferma l'automaticità dello storno, ma mi chiede anche di fare un fax al servizio carte Fineco per velocizzare la cosa ed avere la cifra disponibile sul conto in 24/48 ore. Così faccio ed inizio ad attendere, attendere ... attendere... Passati 15 giorni richiamo il servizio clienti e questa volta mi informano che lo storno può avvenire SOLO a fine mese; mah ... mi metto l'anima in pace e aspetto l'inizio di maggio. Arriviamo così a venerdì scorso; sul conto corrente ora è presente una cifra "stornata" dalla carta di credito, ma, sorpresa sorpresa, l'importo è diverso rispetto alla cifra accreditata sulla carta di credito. Mi armo ancora una volta di pazienza e richiamo il servizio clienti; l'operatore, verificata la differenza, mi garantisce che mi richiamerà in giornata dopo le opportune verifiche ma ... non mi chiama nessuno! Questa mattina allora richiamo Fineco per sapere a che punto sono e, dopo i soliti 10 minuti di attesa, la responsabile del servizio clienti mi dice che ...ci vorrà ancora qualche giorno (forse 10 giorni, un mese) e mi consiglia, come soluzione, un reclamo formale.... Ciliegina sulla torta; questa mattina, entrando nel sito Fineco con il mio username e password ... mi compare una pagina "file not found" (l'immagine qui in alto) ... davvero non è il loro giorno fortunato! Piccola riflessione: se utilizzo un servizio online mi prendo carico io di una serie di attività che un tempo erano realizzate agli sportelli ed in cambio di questa semplificazione dei processi ho uno sconto sul costo del mio conto corrente; ma allora perchè non investire nel servizio? Se questo è lo stato dell'arte nella gestione delle problematiche legate ad acquisti via e-commerce credo ci sarà molta strada da fare prima di avere un mercato maturo anche in Italia. Finalmente un concorrente per Yoox?
Da poche settimane è online Dressup.it, un sito di e-commerce che vende abbigliamento firmato. Il settore fino ad ora era praticamente monopolio di Yoox, che ha creato il mercato in Italia e trovato il giusto modello di business. L'infrasttuttura del sito è molto semplice ma gradevole, anche se i titoli delle macro-sezioni (donna, uomo, promozioni) non appaiono formattati correttamente su Firefox/Mozilla. Interessante la navigazione per categorie nella barra destra, che propone una modalità poco usata, ovvero la possibilità di tornare alla sezione precedente "eliminando" l'ultima selezione (lo so, non è molto chiaro, ecco un esempio). Anche il claim è azzeccato: "have a nice click". Non so se è stato valutato questo aspetto ma anche dal punto di vista concorrenziale ritengo il posizionamento corretto, dato che Yoox punta sempre meno sul prezzo e sempre più sui nuovi brand, sulle tendenze e sui prodotti originali. Spero che questo nuovo ingresso apra un po' questo mercato che secondo me ha grandi potenzialità, come dimostrano il grande successo degli outlet offline e le vendite di Yoox. Ditelo con i fiori, ma attenti alla carta di credito!
Ci vuole poco online per rovinare del tutto un'esperienza di acquisto potenzialmente gradevole e perdere così un cliente affezionato e disponibile ad utilizzare la carta di credito. Nel corso degli anni mi è capitato più volte, per motivi diversi, di ordinare la spedizione di fiori via web attraverso il sito Interflora e, devo dire, mi sono sempre trovato abbastanza bene; magari qualche piccolo ritardo di consegna, ma nulla di grave. Un paio di settimane fa ho provato a completare un nuovo acquisto (per il compleanno della mamma...), ma qualcosa non è andato per il verso giusto; il prodotto ordinato (una pianta di gardenia) non era infatti disponibile e mi sono visto costretto ad annullare l'ordine. Quello che adesso mi chiedo è, ma per quale motivo il sistema Interflora addebita la mia carta di credito prima di verificare disponibilità del prodotto e prima di procedere all'effettiva spedizione? Non sarebbe più facile (ed onesto) toccare la carta di credito solo quando si è sicuro di poter fornire un servizio? Quando ordino libri su Amazon (ma vale anche per i più seri siti di e-com italiani), la mia carta non viene toccata fino al momento esatto in cui il prodotto viene spedito; perchè? Perchè ci possono essere migliaia di motivi per cui un ordine fatto a distanza può non andare a buon fine: errata disponibilità residua, tempi di attesa troppo lunghi, etc e la gestione di uno storno è sempre operazione "delicata", da seguire con conseguente perdita di tempo. Non so come andrà a finire, spero solo che, come scuse per il disservizio, non mi arrivi a casa una pianta di gardenia .. Forse cercavi Monclick.it? No, però...
Chi è di Milano o chi legge la Gazzetta dello Sport probabilmente si sarà imbattuto nella pubblicità di www.monclick.it, con Linus come testimonial. Monclick è il nuovo e-shop di Esprinet, il primo distributore di prodotti informatici in Italia, fresco fresco di messa online. La prima considerazione che mi viene in mente è senza dubbio positiva per quel che rigiuarda il mercato e in assoluto l'e-business italiano. Se Esprinet ha deciso di fare questo passo evidentemente ha fiducia nel commercio elettronico in Italia, avrà sicuramente fatto delle analisi di mercato e verificato che c'è spazio e valutato che il business fosse sostenibile. Il panorama negli ultimi anni per quanto riguarda il settore ICT era piuttosto statico, con i soliti player a spartirsi il grosso della torta e molti piccoli new-comers a ritagliarsi spazi in quel che avanzava. Molto era, ed è, giocato sulla presenza nei reparti shopping dei portali, le attività SEM/SEO e le affiliation, con poca attenzione al branding ed alla fidelizzazione. Per quanto riguarda il sito la prima impressione è positiva, anche se dal punto di vista grafico appare un po' sovraccarico. Le funzionalità sembrano esserci tutte e la scelta dei prodotti è ottima, potendo attingere ovviamente da uno dei magazzini più forniti in Italia. Sono molto curioso di vedere quali saranno i prossimi passi, ma in ognoi caso una ventata d'aria nuova ci voleva e spero che faccia cadere un po' della polvere che era caduta sugli operatori del mercato e-commerce ICT. Paypal, da 'Donate!' a sistema professionale?
Avevo sempre considerato Paypal un ottimo servizio, e ingiustamente misconosciuto dal mainstream di compratori e venditori online italiani, probabilmente a causa del sito -solo in inglese- e di alcune limitazioni nel trasferimento dei fondi presso conti italiani. Secondo me, è solo l'inizio. Ma i pagamenti in internet sono sicuri? (Seconda parte)
Leggi la prima parte. Pagamento con carta di credito Per pagare con la carta di credito, in modalità sicura, è necessario effettuare quattro passaggi:
La sicurezza del servizio sta nel fatto che l'addebito viene fatto solo ed esclusivamente se il messaggio perviene dal cellulare che ha effettuato la registrazione iniziale e del pin scelto al momento della registrazione. Pagamento con moneta Mobilmat La "moneta mobilmat" è uno strumento anonimo simile alle schede delle ricariche telefoniche.
E' uno strumento adatto ai pagamenti di piccolo importo. Pagamento con conto Mobilmat Si tratta di "una via di mezzo tra una carta ricaricabile" e un C/C on line.
Alcuni esempi Il pagamento con Mobilmat si può effettuare presso circa tremila negozi su internet che vendono articoli di diversi settori merceologici. I più significativi sono:
Paypall sarebbe poco conosciuto in Italia se non venisse utilizzato dai venditori americani che pubblicizzano i loro prodotti su eBay. Come funziona l'iscrizione a Paypall?
Come funziona l'acquisto con Paypall?
Dopo aver cliccato sul ok il pagamento è avvenuto (viene inviata anche una e-mail di conferma da paypall) Paypall ha 42.000 esercenti convenzionati e fornisce al "negozio virtuale" altri servizi quali:
La posizione delle Banche: BankPassWeb Se siete titolari di carta di credito vi sarete accorti che negli ultimi estratti conto l'allegato che avete ricevuto trattava il tema della sicurezza. Questi messaggi preparano i clienti ad una novità: il sistema bancario italiano ha deciso di adottare, dal 1° novembre 2004, una Policy che garantisca ai Clienti sicurezza negli acquisti su Internet e tutela contro le frodi on-line. La Policy prevede l'adesione - da parte dei Titolari di carte di credito di emissione bancaria - ad uno dei sistemi di e-commerce sicuro riconosciuti dal sistema bancario italiano e dai circuiti internazionali Visa e MasterCard. L'adesione è facoltativa , ma è bene ricordare che - dall'entrata in vigore della Policy e, quindi, dal 1° novembre 2004 - solo i Titolari, che avranno adottato modalità di pagamento sicure per gli acquisti on-line, potranno contare sulla massima tutela da parte di CartaSi e delle Banche del sistema. Per questo motivo i gestori di carte (Visa, Mastercard, ecc.) invitano le Banche e i loro clienti ad aderire a Bankpassweb. Un'importante innovazione consiste nella possibilità di utilizzare anche il bancomat come strumento di pagamento. Come funziona il sistema?
Esemplicazioni: Il cliente entra in un sito internet per acquistare un libro:
Presso i siti che non aderiscono al servizio, la procedura è molto simile: il cliente che vuole pagare on-line si collega al sito BankPass, digita il codice utente bankpass e la password, ed il sistema BankPass genera un codice provvisorio (PAN virtuale) che deve essere inserito sul sito e che può essere usato una sola volta. Gli operatori internazionali: Visa e Mastercard Gli operatori internazionali (soprattutto Visa e Mastercard) hanno cercato di risolto il problema delle "frodi on-line" inizialmente sia con dei controlli accurati sui siti ove avvenivano la maggior parte delle frodi sia con la sensibilizzazione delle Banche aderenti al loro circuito per l'analisi preventiva dei clienti cui offrivano il servizio. Nella seconda metà di quest'anno hanno iniziato a pubblicizzare un sistema (Verified by Visa e Mastercard Securecode) Nelle pagine web ove compare il simbolo il cliente che vuole acquistare un bene deve registrarsi sul sito di Visa o Mastercard, inserire una password che viene collegata dalla compagnia emittente la carta (Visa o Mastercard) alla carta emessa a suo nome. Da quel momento potrà acquistare in modalità sicura ( senza digitare cioè il numero di carta di credito) presso gli shop on line convenzionati con "Verified by Via" o Mastercard SecureCode". Sicurezza Questi sistema risolvono il problema della sicurezza? Alcuni esperti di internet sostengono che quello della sicurezza è un falso problema. Infatti spesso la persona, che non si fida a digitare su internet il numero della carta di credito, è proprio quella che in un ristorante consegna la sua carta ad un cameriere che scompare per 20 minuti prima di riconsegnargliela. Sicuramente la diffusione di questi sistema rende più difficili le frodi, ma la sicurezza al 100% si avrà solo quando tutti i siti nel mondo utilizzeranno sistemi sicuri come quelli in fase di avvio per i siti italiani. In mancanza di tale generalizzazione si raccomandano alcuni accorgimenti da adottare. Accorgimenti di sicurezza per gli "shop on line"
Per gli acquirenti su internet:
CONCLUSIONE Dopo una notevole battuta d'arresto nel 2002 e 2003, l'aumento delle vendite in internet sta dando segnali positivi. Le Banche stanno spingendo all'uso della carta di credito e della carta bancomat che dal 1. Novembre 2004 è diventata grazie a Bankpassweb un nuovo strumento per i pagamenti sicuri in internet; gli operatori telefonici stanno spingendo soluzioni alternative quali la carta prepagata e i pagamenti a mezzo cellulare; anche l'ABI sta lavorando ad un progetto simile (E-comitee) per il trasferimento fondi tra privati tramite cellulare (Bankpass Mobile) che coprirà le necessità di micropagamenti quali i parcheggi, i taxi e che saranno oggetto del nostro prossimo articolo. (FINE) Ma i pagamenti in internet sono sicuri? (Prima parte)
Molte persone pensano che il mondo dell’e-commerce non decolli in Italia come in America per la mancanza di fiducia degli italiani negli strumenti di pagamento quali la carta di credito. Sarà importante quindi analizzare:
E-commerce: alcuni dati Un'indagine realizzata da ClubPMI in Aprile 2004 relativa a 300 e-shop conferma questi dati e ne ricerca le motivazioni: c’è stata una evoluzione nelle tipologie di acquisto da parte del consumatore , ma soprattutto nasce una nuova figura professionale, il commerciante on-line, molto più attento alle strategie di web marketing, ai mezzi di fidelizzazione e alle esigenze del cliente. Cosa è successo all’e-commerce?
All'aumento hanno sicuramente contribuito l’espansione massiccia di internet e l’ingresso di nuovi potenziali clienti . "Prima o poi dovranno comprare!" affermano un po' tutti gli operatori. Si deve senza dubbio dar loro ragione, considerando che un altro dato emerso dall'indagine è quello della fiducia. Sembra che il tempo abbia giocato a favore delle transazioni on-line e la parte del leone è fatta proprio dalla carta di credito: il cliente non ha più paura e definisce ormai questo mezzo di pagamento molto sicuro (54%). Anche secondo un recente rapporto pubblicato da Visa, compagnia specializzata in carte di credito e pagamenti elettronici, l'Europa si conferma sempre più incline a spendere online dimostrando una crescente fiducia nei siti e-commerce. "Le cifre più alte dopo il periodo natalizio che si siano viste da parecchi anni" ha commentato soddisfatto Bernard Ovink, vice presidente di Visa Europa. Il merito si può dire sia di tutti: dei consumatori più fiduciosi e dei commercianti che stanno divenendo sempre più abili anche sull'on-line. I dati rispettano le aspettative; in particolare:
Per quanto riguarda i settori più attivi nell’e-commerce mondiale possiamo evidenziare:
Per quanto riguarda l'Italia:
In generale in Europa si sono registrati tassi di crescita importanti:
Pagamenti in internet: la sicurezza Gli esperti del settore si sono posti una precisa domanda: "Ma è veramente la mancanza di sicurezza il “freno” alla diffusione dell’e-commerce italiano?" Le statistiche sono contrastanti su questo punto, ma sicuramente gli operatori economici stanno cercando da anni sistemi alternativi alla carta di credito per i pagamenti (soprattutto per i micropagamenti), da effettuarsi nelle vendite on-line. Gli operatori si possono dividere in tre categorie:
Come si muovono gli operatori telefonici Già dal 2002 gli operatori telefonici hanno cercato di proporre delle alternative al pagamento con alle carte di credito. Omnitel ha lanciato due servizi:
1. Per attivare il servizio M-Pay Onphone è necessario aver inserito un numero di cellulare Vodafone in fase di registrazione nel sito www.190.it. Una volta in possesso di Username e Password, è sufficiente integrare i dati, solo però la prima volta, con i dati della carta di credito e l’indirizzo di spedizione. Dopo aver attivato detto servizio, per effettuare un acquisto non è più necessario inserire ogni volta gli estremi della carta di credito, ma è sufficiente:
Il buon esito della transazione verrà comunicato attraverso un SMS di notifica direttamente sul cellulare. 2. Per attivare Cash Card non è necessario avere un conto corrente bancario nè essere maggiorenni. Detto sistema permette di acquistare biglietti: per il cinema, per concerti o spettacoli teatrali direttamente dal cellulare. Tra i servizi che Vodafone offre ci sono anche:
WIND ha creato Mobilmat. Mobilmat SpA, frutto di una joint venture tra Banca Sella Spa e Wind TLC Spa, ha unito l’esperienza nel mondo dei cellulari con quello della sicurezza per i pagamenti al fine di creare un sistema che funzionasse per ricariche telefoniche, pagamenti in internet e micropagamenti (taxi, macchinette caffè, ecc.…). Ad oggi ha convenzionato circa 200.000 negozi tradizionali e 3.000 negozi su Internet. Il sistema Mobilmat permette di fare pagamenti:
Pagare...ma come?
Prendo spunto da una notizia di qualche settimana fa, riguardante la brevettazione di un sistema di moneta virtuale che, in sostanza, interfaccia il telefonino con la carta di credito permettendo, tra l'altro, l'erogazione di micro-pagamenti. Insomma, c'è qualcosa che mi sfugge, oppure l'inserimento del cellulare (per quanto diffuso in Italia) nel processo di pagamento, fatti salvi i casi di acquisto di beni fruibili sul cellulare stesso (loghi, suonerie, ma anche contenuti digitali quali musica, videogiochi e applicazioni), è una soluzione senza problema. Non è utile ne pratico, detto in altri termini, l'impiego del cellulare per effettuare pagamenti in un negozio o altrove, se per questo è ancora necessario l'utilizzo di un POS, l'intermediazione di personale, e l'acquisto di terminali dotati di particolari caratteristiche (Bluetooth od infrarossi). Kijiji... e la cremeria?
Al di là del titolo del post al quale, pur non essendo del tutto farina del mio sacco non ho saputo rinunciare, la notizia è di quelle importanti: eBay ha lanciato la versione beta (molto beta) di Kijiji, un nuovo sito dedicato esclusivamente ai classifieds. L'intento più o meno dichiarato è di entrare nel mercato internazionale rivoluzionato da Craigslist, ormai celeberrimo e recentemente disponibile anche per l'Italia, anche se limitatamente a Roma. E Le potenzialità ci sono, il mercato è ricettivo e gli investimenti non mancheranno (eBay ha stanziato 300 $ di dollari di investimenti quest'anno, credo si possa tranquillamente attingere da lì...). Kijiji è progettato per essere presente massicciamente anche in Italia. Il lancio sembra imminente! Certo a livello di branding non è proprio il massimo: Kijiji significa "villaggio" in lingua swahili, con evidenti riferimenti al villaggio globale (concetto non nuovissimo...). Ma ciò che mi lascia perplesso sono la capacità degli utenti di ricordare il nome, i dubbi su come pronunciarlo e le difficoltà a scriverlo: immagino che si stiano dando da fare per registrare tutti i domini "a tiro di typo"! AMAZON a buffet
Interessantissima iniziativa di Amazon, che lancia Amazon Prime: si tratta di una sorta di (per usare le stesse parole del colosso amricano dell'e-commerce) all-you-can-eat sulle spese di spedizione. In pratica con una tariffa flat annuale (79 $ per il momento) si acquisisce il diritto ad avere tutte le spedizioni standard gratis e un forte sconto su quelle overnight. Amazon è resta un modello anche per la capacità di rinnovarsi e inventare servizi originali! Questo è il futuro?
A Bologna proprio in questi giorni sta avendo luogo il Future Film Festival, "il primo e più importante evento italiano dedicato alle produzioni di immagini realizzate con le nuove tecnologie informatiche", per usare le parole stesse del sito. Già il sito potrebbe essere un po' meglio: viste le tematiche trattate mi sarei aspettato qualcosa di innovativo, o almeno di visivamente interessante. Invece è abbastanza piatto e sinceramente anche l'usabilità lascia alquanto a desiderare... Ma non è questo il punto! In parte per interesse personale in parte per costrizioni femminili decido di acquistare i biglietti e vedere qualche proiezione. Il sito offre, un po' nascosta, una sezione "Compra on-line", che dà la possibilità di acquistare i biglietti singoli e anche un pass da 5 ingressi. "Ottimo", dico ingenuamente a me stesso. Mi dico: forse la cosa, comunque insensata, è duvuta al costo della spedizione. E invece no, i biglietti devi andare a prenderteli da solo, tra l'altro portando con te la carta di credito che hai utilizzato per l'acquisto (vogliono anche un calco dei denti?)... Napster, ITunes & co.: tra competizioni sul prezzo e minacce future.
Napster UK ha deciso, per competere con l'omologo servizio di ITunes, di abbattere il prezzo medio per canzone scaricata da £1 a £0.79. Il prezzo, sempre su Napster UK, relativo al download di album interi ammonta in media a £7.95. La mia modesta opinione è che finchè l'offerta dei siti di e-commerce di musica digitale non verrà efficacemente segmentata, con l'introduzione di sistemi "intelligenti" per influenzare l'acquisto, analoghi a quelli visibili su Amazon, e con lo studio di innovazioni per rendere più appetibili i micropagamenti, il p2p continuerà a costituire il principale concorrente...ben lungi dal diventare una pratica di nicchia, diciamo "da smanettoni". Competere sul prezzo non è certo una soluzione logica. Apple di sicuro ha un forte vantaggio in Ipod, con il quale dopo aver "incassato" interessanti fasce dei cosiddetti trend setters, si sta muovendo per ampliare il mercato disponibile introducendo nuovi modelli (ad esempio "Ipod shuffle" a $99). Nonostante ciò ne Apple, ne Napster, possono dormire sonni tranquilli: il player MP3 come lo conosciamo oggi, che sia Ipod o qualche altro modello, non è detto che sia il terminale definitivo per la memorizzazione e l'ascolto di musica digitale. Da notare che questa evoluzione di scenario potrebbe coinvolgere gli operatori mobili (Vodafone, TIM, ecc...) non solo come intermediari di "scambi di moneta" tra acquirenti e venditori, ma come fornitori diretti di servizi di vendita di musica digitale...magari in collaborazione con Itunes, Napster, o chi altro sarà abbastanza lungimirante da proporsi a loro in questo ruolo. Apple in particolare sembra aver compreso questa possibile evoluzione del mercato: pare infatti che stia lavorando con Motorola per inserire una versione light del software ITunes all'interno di futuri modelli del produttore (il quale tra l'altro deve riguadagnare la seconda posizione che Samsung gli ha soffiato nella classifica dei produttori mondiali...e magari anche ritornare leader di mercato). Le possibili scelte strategiche potrebbero quindi riguardare: Insomma...come al solito, chi vivrà vedrà! Natale: momento cruciale per l'e-commerce
Secondo un'indagine di AC Nielsen condotta per conto di eBay, l'84% degli statunitensi acquisterà almeno un regalo di Natale online. Cos'è cambiato da allora? Di sicuro le aspettative sono diverse, i toni sono meno entusiastici e le stime più credibili. La vostra ultima e-mail
Non riesco proprio ad esimermi, compiendo i necessari gesti scaramantici, dal parlare del singolare progetto di e-commerce messo in piedi dalla Società ispanico-brasiliana Global Spectrum SL. Se non altro perchè il servizio è talmente particolare ed innovativo che potrebbe anche macinare utenza... Raggiungendo infatti il Sito di Elultimoemail è possibile inviare messaggi e-mail postumi a chi vi ha voluto bene o comunque a chi desideriate comunicare le vostre ultime volontà. I piani di iscrizione sono quattro: si parte da quello gratuito che vi permetterà di inviare un unico messaggio, fino ad arrivare al Master, con il quale potrete inviare un numero di messaggi postumi illimitati, allegare files e oggetti multimediali e avere uno spazio web, il tutto spendendo 18.99 €/anno oppure 199.99 €, garantendovi in questo caso il servizio fino al triste giorno della vostra dipartita. Il tutto è strutturato assai bene, con pagine SSL ove necessario, un sito graficamente accettabile e alquanto leggero ed usabile, una presentazione marketing ben equilibrata considerando il delicato argomento. Riporto qui la testimonianza di un utente così come presentata sulle pagine del Sito: "Our death is the most significant event that happens to us and this site is the only one I found that helps me make end-of-life decisions before that event..." Ultimo tassello: come sarà informata la Global Spectrum che avrete raggiunto le verdi praterie? Dovrete incaricare una persona di fiducia che si occupera di spedire loro il certificato di morte. Funzionerà? Spero di campare abbastanza per scoprirlo... Nuovo sito per IKEA
IKEA ha recentemente rinnovato il proprio sito web, del quale avevo già parlato non molto tempo fa. L'aspetto che a mio modo di vedere ha subito il miglioramento maggiore è quello delle schede prodotto: curate, ben fatte, con tutti i dettagli (per es. misura e peso dell'imballo), la possibilità di vedere l'oggetto in tutti i colori disponibili e soprattutto la possibilità di verificare la disponibilità del prodotto nel negozio desiderato. Una frase presente nelle schede ha a mio avviso un significato importante: " Spiacenti, questo prodotto non è in vendita sul sito". La cosa lascerebbe intendere che in futuro, almeno per alcuni prodotti, sarà possibile l'acquisto online. L'ingresso del colosso svedese nel mercato e-commerce potrebbe essere di quelli col botto, oppure potrebbe generare un pericoloso conflitto di canale. Proprio per questo motivo secondo me stanno facendo le cose con cautela e stanno valutando se e come fare il grande passo. Sempre nelle schede prodotto è stato messo in atto un meccansimo di cross-selling e di segnalazione dei tool disponibili in relazione alla tipologia di prodotto (es: planner cucine). Qualche appunto di usabilità: manca un link di ritorno alla home page, raggiungibile solo cliccando sul logo, e mi pare evidente che il tag TITLE non si stato interpretato correttamente... Il rinnovo del sito e la frase presente nelle schede lasciano pensare che IKEA stia piano piano adottando una strategia web più consapevole, seppur con una giustificata cautela. Sicuramente l'ingresso di un player di questo livello non può che giovare all'ecommerce in generale. Bisognerà vedere quanto e come il web riuscirà ad essere profittevole per IKEA, o meglio come IKEA riuscirà a sfruttare la propria grandissima brand-awareness anche online. Amazon.com ti fa bella
Prima il lancio del Jewelry Store lo scorso inverno, poi l'apertura della nuova area Health & Beauty; insomma, quelli di Amazon si stanno mettendo d'impegno per coprire questo settore e, pare, anche con discreti risultati. Lanciato solo a maggio di quest'anno, l'Health & Beauty Store raccoglie infatti già più di 40 venditori e più di 20.000 prodotti; interessante il commento del VicePresident di Amazon, Tom Beckwith, che sottolinea come l'entrata in questi nuovi mercati abbia comportato costi di sviluppo notevoli costringendo il sito ad aggiornamento della piattaforma. Colori più definiti, descrizioni di prodotto più dettagliate e maggiore definizione nelle categorie sono solo alcuni degli update che si sono resi necessari per semplificare il processo decisionale d'acquisto in queste particolari aree mercelogiche. Alla faccia di chi, come il sottoscritto, pensa che i prodotti della GD non abbiano un mercato online :) iTunes in Europa: boom o flop?
Due giorni fa, il 15 giugno, il servizio iTunes di Apple è stato ufficialmente lanciato anche in Europa (ma solo ad ottobre in Italia). Le considerazioni da fare sono diverse e, sinceramente, ne vedo una sola a favore del caro vecchio Steve Jobs: l'affetto dei mac-users per i prodotti della mela. Alla luce di questo non mi sento di inneggiare al boom della vendita di musica online in seguito all'apertura dell'iTunes Music Store, ma sinceramente anche quando aprì negli USA non avrei creduto ad un successo simile: 70 milioni di brani scaricati (ma sono poi così tanti?). Forse ho sottovalutato i mac-users, ma considerando che rappresentano solo il 5% del mercato, se il P2P dovesse sul serio essere condannato a morte vedo la concorrenza favorita. Jobs dice che iTunes è meglio del P2P perchè "Lo scaricamento è migliore, la qualità audio è migliore, c'è l'anteprima di trenta secondi, le copertine originali e, soprattutto, non è un furto". Convincerà i milioni di utilizzatori di Kazaa? Yoox: la moda online
Voglio parlarvi di un caso di successo nel mondo dell’e-commerce. Già, proprio così, perché scegliendo prodotti di indubbia qualità ed operando ottime scelte nella presenza web, nel marketing e nel meccanismo di vendita e assistenza la magia è possibile. Yoox si è imposto come leader mondiale nello shopping di capi di abbigliamento moda su Internet con un fatturato che nel 2000 ammontava a 1 milione di euro ed è cresciuto fino a 22 milioni di euro nel 2003. La previsione per il 2004 è di 36 milioni di euro. Un trend di crescita di tutto rispetto. La carta vincente di Yoox sono innanzi tutto sicuramente i suoi prodotti, capi di abbigliamento delle maggiori griffe mondiali da Armani a Ferrè a Dolce & Gabbana solo per fare alcuni nomi, i quali sono marchi fortissimi e vincenti. Ma non è affatto da trascurare la capacità che ha avuto il team di Yoox di sfruttare le potenzialità del web e permettere in primo luogo agli attori del mercato di riferimento (Case di moda, negozi e produttori ecc.) di trasferire il prodotto su un nuovo mercato e permettere loro di saggiare le potenzialità di vendita sullo stesso, raggiungendo nuovi segmenti di consumatori e testando nuovi mercati internazionali. In secondo luogo di permettere ai consumer di acquistare capi di abbigliamento di altissima qualità a prezzi vantaggiosi. In questo caso i Venture Capital possono dirsi soddisfatti: inizialmente ci hanno creduto KIWI e Net Partners. Nell’autunno del 2003 Benchmark Capital è entrata tra gli azionisti, siglando l’unico investimento mai effettuato in una società di e-commerce italiana da un primario fondo di venture capital americano. Parliamo del Sito web: leggero, graficamente essenziale e comprensibile, con tutte le informazioni a portata di mano e notevole girandola di promozioni. E’ possibile visualizzare i capi filtrandoli per marchio, genere, taglia ecc. La prima visualizzazione è un thumbnail che si può poi ingrandire e girare per vedere fronte e retro di ciò che si sta acquistando. Carrello, transazione sicura e spedizione a casa tramite corriere. Arriva un pacco ben confezionato ed i capi sono muniti di tutte le garanzie del caso. Mail feedback al momento della generazione ordine, mail feedback al momento della spedizione dei prodotti con rintracciamento online del pacco. Che cosa hanno scoperto di nuovo? Proprio nulla, semplicemente applicano come si deve il meccanismo di e-commerce. Per saperne di più ho contattato Serena Mancini, Responsabile Ufficio Stampa Yoox, che ha gentilmente risposto ad una breve intervista. Eccola: IMLI: Gli analisti si sforzano di elaborare dati e andamento del mercato e-commerce italiano. Può accadere che questi dati, visto l'animo principalmente statistico e di analisi generale del mercato, possano perdere di vista le singole realtà. Quali sono dal Vostro punto di vista, "in trincea", le valutazioni sulla realtà del commercio elettronico nazionale? E quali evoluzioni prevedete per il prossimo futuro? IMLI: YOOX è presente anche nel mercato Europeo ed in quello USA...In cosa principalmente si differenziano le Vostre strategie di marketing nelle varie realtà? IMLI: Quali iniziative ha messo in atto YOOX per quanto riguarda l'Internet Marketing? Siete soddisfatti dei risultati ottenuti? IMLI: Nei vostri piani di marketing sono previsti per il futuro aumenti degli investimenti pubblicitari online? IMLI: Nel Vostro sito proponete un programma di affiliazione. Come procede l'iniziativa? IMLI: Mensilmente il 70% degli ordini effettuato su YOOX proviene da utenti che hanno già fatto acquisti in precedenza. Come ritenete di aver ottenuto questa altissima fidelity dai Vostri clienti? Restyling... nella Media!
MediaWorld ha parzialmente rinnovato il sito ma, a mio avviso, ha perso un'occasone per distinguersi tra i siti di e-commerce, restando da molti punti di vista nella media, se mi si concede il gioco di parole. Innanzitutto ha mantenuto l'animazione in flash iniziale, pur rinnovandola, per separare le due "anime" del sito, quella istituzionale e quella commerciale. Ma già concettualmente l'utilizzo di un'animazione in flash per un sito di e-commerce, che per sua natura dovrebbe essere fruibile nel modo più semplice e immediato da parte del maggior numero di utenti possibile, risulta da un lato obsoleto e dall'altro poco funzionale. La stessa divisione tra la parte informativa e quella dello shopping non è ben comprensibile, trattandosi comunque di un operatore che anche off-line ha un business identico a quello on-line; sarebbe sufficiente mantenere qualche link in toolbar o nel footer per permettere agli utenti desiderosi di approfondire la conoscenza di accedere alle pagine istituzionali. In definitiva sembrerebbe che lo strapotere conquistato off-line sia ritenuto un driver sufficiente per portare i potenziali clienti sul sito e che la politica dei prezzi e delle offerte non abbia bisogno di ulteriori spinte per convincere gli utenti del sito ad acquistare. Detto questo probabilmente Mediaworld è leader nel proprio settore anche online, quindi hanno ragione loro e i miei sono solo sofismi da pseudo-smanettone, ma certamente quando penso di acquistare online qualche oggetto hi-tech Mediaworld.it non è tra i primi 3 siti che mi viene in mente di visitare. A9, il motore di ricerca di Amazon
Il Motore di Ricerca di Amazon è operativo da ieri nella sua versione Beta: A9, questo il suo nome, è la sfida che Amazon lancia ai leaders del settore. Per lungo tempo sul Sito della gigantesca libreria online sono stati a disposizione gli strumenti di ricerca di Google, allora partner, adesso diretto concorrente. Amazon annunciò versò la fine dello scorso anno la possibilità di ricercare sul suo Sito informazioni anche all’interno del contenuto dei libri in vendita. Adesso la tecnologia viene traghettata sul Sito di A9, che vive di vita propria e che promette di diventare uno dei più potenti strumenti di ricerca a disposizione dei navigatori. L’interfaccia è semplice ed intuitiva: molto “googleiana”, riporta gli strumenti essenziali per la ricerca. La novità sta nelle barre laterali, ridimensionabili e a scomparsa. La prima barra “Book Results” presenta al navigatore un elenco di libri contenenti le parole utilizzate per la ricerca in corso. La seconda barra “Search History” (utilizzabile previa registrazione) permette di ottenere una cronologia delle proprie ricerche e dei siti visitati in relazione alle stesse. E possibile inoltre scaricare una toolbar che si installa in parallelo con il proprio browser e che racchiude tutti i comandi principali del motore. Per ora l'unica lingua proposta è l'inglese. In conclusione un'operazione che ci presenta un nuovo, importante protagonista della ricerca in Rete. E-commerce su misura. Ma nessuno lo sa...
La Nike, oltre a fare degli spot televisivi straordinari, mette a disposizione degli utenti un servizio a mio parere molto interessante: Nike ID. Questo innovativo e, per quanto ne so, unico servizio non viene pubblicizzato in alcun modo al di fuori del sito ufficiale Nike, per lo meno in Europa. Nessun banner, nessuna presenza nelle aree shopping dei portali, nulla. Effettivamente però la strategia sul web di Nike è molto centralizzata, con pochissime localizzazioni (a parte il Giappone) e con il focus rivolto quasi esclusivamente agli USA: anche il Nike Store vende solo negli Stati Uniti, chissà perchè! Yahoo e Kelkoo
Notizia di oggi che Yahoo ha acquistato per 475 milioni di Euro, Kelkoo, una piattaforma di comparazione di prezzi, molto attiva in Italia e presente pressochè in tutta Europa. Già da diverso tempo mi chiedevo dove stesse andando l'area shopping di Yahoo: pochi prodotti, impaginazioni a volte approssimative, perdita di contatti e di interesse per i partner o acquirenti di spazi pubblicitari che dir si voglia. Ecco la risposta. Mi sembra anche una mossa strategica che risponde all'imminente lancio della versione definitiva di Froogle (ancora nella sua versione beta) che porterebbe in Europa un sistema di comparazione di prezzi che potrebbe essere l'ennesima killer application di quei geniacci di Google. Ottima idea, ma servizio Minimum...
La Minimum Fax è una gran bella casa editrice, non fosse altro per la pubblicazione di tutte le opere Raymond Carver. In occasione delle feste natalizie ha inaugurato il servizio minimum cards, ovvero delle carte prepagate, acquistabili online, con degli sconti anche molto cospicui (35% per il taglio da 200 euro). Ok, l'idea non è straoriginale, ma considerando la scarsa vitalità delle case editrici online anche il solo fatto di avere una sezione e-commerce costituisce un merito. Purtroppo però, nonostante l'idea sia valida e comunicata in modo efficace, il servizio è degno del nome dell'azienda: minimum. E' possibile ordinare per telefono, via fax (...), via e-mail e presso la sede a Roma. Comunque probabilmente io comprerò lo stesso la card, per acquistare tutti i libri di David Foster Wallace, quindi in ogni caso hanno guadagnato un cliente nonostante tutto. Sarà anche una buona occasione per testare il loro servizio di acquisto via e-mail (sinceramente non ho mai acquistato nulla via e-mail prima d'ora), come funziona, quali dati chiedono, che tempi di consegna hanno e tutto il resto. Alice nel paese della musica
Leggo che anche qualcun altro è rimasto perplesso dopo aver letto l'intervista ad Andrea Casalini, CEO di Buongiorno Vitaminic. Certo Turani (il giornalista autore dell'intervista) non si è mai dimostrato tenero con le web company, se non con quelle che gravitano attorno al gruppo Espresso. Casalini presenta l'accordo con Telecom Italia per portare brani musicali a pagamento sul nuovo portale RossoAlice, in cui gli utenti trovano contenuti multimediali da scaricare a pagamento. Sono d'accordo con quanto scritto da Mantellini circa l'utilità dell'accordo Telecom Italia - Buongiorno/Vitaminic. Non capisco il motivo per cui Telecom Italia debba allungare la catena distributiva, anzichè cercare di accorciarla. Mi pare sia ormai chiaro per tutti che per vendere su internet con prezzi competitivi si devono eliminare tutti gli intermediari inutili alla costruzione dell'offerta. Buongiorno Vitaminic avrà pure i migliori agganci nel mercato della musica, ma non credo che Telecom Italia avesse bisogno di un partner per stringere accordi con le major discografiche. Mi sono anche sorpreso di una considerazione di Casalini, molto new economy, per giustificare la capacità del management di gestire il nuovo accordo: Il vertice della sua società ha fatto una specie di festa a Parma e Del Rio (presidente di Buongiorno) e Dettori (inventore di Vitaminic) hanno fatto i dj tutta la sera servendosi solo di due piccolissimi I-pod, collegati all'impianto hi-fi del ristorante, sui quali avevano scaricato sa il cielo quanta musica. Non sapevo che l'aver organizzato una festa MP3 cinque anni fa, mi desse una tale qualifica :-) Non sono invece d'accordo circa la validità dell'operazione RossoAlice. La ritengo una iniziativa da tenere d'occhio, le premesse ci sono tutte: contenuti, traffico/visibilità, banda e sitema di pagamento. Considerando che Telecom sta puntando ad esportare la propria offerta, il progetto potrebbe diventare un ottimo sistema di distruzione di contenuti. Gli accordi diretti con i fornitori di contenuti potranno essere utilizzati in tutti i mercati in cui l'offerta di Telecom Italia sarà presente. Senza scordare che i pagamenti dei clienti di Alice avvengono attraverso la bolletta del telefono, nessun bisogno di carte di credito o carte prepagate, un bel passo in avanti. Piange il telefonino
Vi segnalo un interessante articolo apparso su BrandChannel.com relativo al mercato del m-commerce in USA. Pare infatti che dall'altra parte dell'oceano ci siano forti perplessità sulle reali potenzialità di questo mercato; la mancanza di una killer application ed i limiti imposti dagli stessi telefonini sembrano essere i motivi di questa "mancata" crescita. Ma l'autore dell'articolo va anche oltre individuando nelle caretteristiche di sintesi del linguaggio giapponese scritto uno degli elementi più sottovalutati ed al tempo stesso più determinanti per il successo del m-commerce tra i nipponici ... ma non potevano dircelo prima? :) La carta non ha ancora credito
Rimango basito di fronte all'ennesimo intervento che cerca di denigrare l'utilizzo della carta di credito nelle transazioni online. Questa volta è un responsabile di Adiconsum. La risposta alle dichiarazioni di quest'ultimo, mi sembra non solo pertinente e corretta nel suo complesso, ma addirittura contenuta. Mi è capitato di dover parlare ad una trasmissione di Radio24 insieme ad un responsabile di Visa. E il giornalista mi pose la classica domanda: "Ma le transazioni su Internet sono sicure?". Allora lavoravo per l'azienda che in Italia genera il più alto volume di transazioni online (in valore). Quella volta non riuscii a trattenermi. Il servizio di pagamento online con carta di credito obbliga l'azienda ad assorbire i rischi di un sistema di pagamento non efficiente, tutelando giustamente il cliente. Non è la banca a rischiare, bensì è il merchant (l'azienda che riceve il pagamento) che sopporta il rischio della frode. Per il cliente è sufficiente una comunicazione alla banca per poter rientrare in possesso del proprio denaro. Per il merchant la questione non è propriamente in questi termini. In caso di frode chi rimane con il fiammifero acceso è proprio quest'ultimo: per una vendita persa, con merce che nella maggior parte dei casi si può considerare persa, il margine da recuperare sembra una montagna da scalare. A meno che si introduca il sistema di pagamento 3D Secure di Visa, il merchant si accolla tutto il rischio della frode. La risposta che diedi al giornalista fu molto chiara: "Il cliente non rischia nulla, non ci sono rischi per le persone che utilizzano la carta di credito presso un merchant fidato e conosciuto. Chi rischia in verità è l'azienda che si accolla tutto l'onere di una potenziale frode". Ovviamente il "collega" di Visa non commentò. In compenso il giornalista insoddisfatto rivolse la stessa domanda al responsabile di Visa, ricevendo una risposta tratta dal manuale del buon comunicatore: "Noi abbiamo delle statistiche che ci dicono che il rischio è pressoché inesistente". Chiaro, che rischi hanno loro? Nessuno. Che novità!
Le donne spendono più degli uomini :-) Per la prima volta nella storia dell'ecommerce inglese, secondo una ricerca della Verdict, pare che il budget medio per la spesa online delle donne abbia superato quello degli uomini: £495 (€690) contro £470 (€655). Interessante, mi vien da dire. Ma ancora più interessante è il valore del mercato dell'ecommerce in UK: £4.9 miliardi (circa 7 miliardi di euro). L'ultima ricerca disponibile per l'Italia pubblicata lo scorso marzo dal Politecnico di Milano, valutava il mercato dell'ecommerce italiano 1,2 miliardi di Euro. |