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FlickPeek: la tv sul pc (e il modello di business?)
Il mio attuale sito preferito non ha un modello di business. Si tratta di FlickPeek, uno dei tanti siti che ti permettono di vedere online un sacco di programmi, tra cui telefilm, film, sport ecc. E' il mio sito preferito al momento perche' la tv olandese non e' un gran che e mi salva qualche serata :) Mi chiedo pero', come sempre, quale sia il modello di business. Bastera'?
Tv digitale terrestre: le prime conclusioni
Sull'argomento Tv Digitali, ne abbiamo scritto a più riprese su questo blog. Abbiamo affermato che l'interattività non può essere il cavallo di battaglia del Digitale Terrestre, visto che non è la piattaforma più adatta per l'interattività spinta. Abbiamo anche scritto in tempi non sospetti che i servizi di T-government non trascineranno da soli la domanda. Abbiamo infine sollevato l'attenzione sull'esigenza di nuovi contenuti perchè la sola tecnologia ed i sussidi non saranno sufficienti a creare un mercato. Per chi non si fosse ancora convinto, farebbe meglio a leggersi, l'ultimo rapporto Cnipa, i cui dati erano ovviamente prevedibili.
Credo che sia il caso di far ripartire il dibattito perchè ci sono ancora tante questioni aperte, su cui è bene riflettere. Tivo programmabile anche dai telefonini
Come rivelato da AP NEWS WIRES, Tivo, starebbe per annunciare un accordo con Verizon Wireless, per consentire ai propri utenti di programmare il proprio DVR dal telefono cellulare. Si tratterebbe del secondo accordo, dopo quello chiuso con Yahoo, volto a consentire di espandere le funzionalità del DVR oltre i set top box e quindi per portare la televisione oltre il televisore. Le solite fonti ben informate rivelano che importanti annunci che interessano le tv digitali verranno fatti nel corso del Miptv che si svolgerà a Cannes nella prima settimana di aprile. Stay tuned. Un giorno sarà realmente troppo tardi
In un vecchio post ho cercato di mettere in guardia le agenzie di pubblicità ed i loro clienti e le ho invitate a non sottovalutare la portata dei cambiamenti in atto, che avvengono più velocemente di quanto possiamo pensare. Ho scritto a più riprese del DVR preannunciando che sarebbe stato introdotto in Italia da Sky Italia, cosa che è puntualmente avvenuta. Alcuni giorni fa ho anticipato che la Direttiva Tv Sans Frontierè sarebbe stata rivista e che questo avrebbe comportato grandi cambiamenti nel panorama della pubblicità. Anche in questo caso non mi sono sbagliato. Il Commissario Europeo Vivianne Reding ha infatti proposto una nuova direttiva che è stata approvata dal collegio di Bruxelles e che dovrà passare all'esame dell'Europarlamento che ritengo possa approvarla, anche se con qualche modifica, entro il primo trimestre del 2006. In questa direttiva se verrà approvata viene abolito il tetto di affollamento giornaliero della pubblicità, mentre rimane il vincolo di affollamento orario massimo di 12 minuti. La nuova direttiva disciplinerà anche le nuove forme di pubblicità televisiva come quella interattiva, quella virtuale e le diverse forme di splitscreen La grande innovazione è l'introduzione del product placement anche in televisione a condizione che l'elenco dei prodotti inseriti nei programmi venga trasmesso all'inizio del programma. Le innovazioni sono e saranno tante e tali che a molte agenzie di pubblicità risulterà difficile starvi dietro, proprio per questo è da oltre cinque anni che ho ipotizzato l'avverarsi degli scenari che si stanno delineando anche prima di quanto pensassi. Ecco perchè per l'ultima volta torno a ripetere che se non ci si renderà protagonisti del cambiamento, per qualcuno potrà essere troppo tardi. Meglio saperlo per tempo, non siete d'accordo? Tivo Videoblog project
Lo so che molti di voi sono molto attenti ad ogni mossa di Google, che non passa giorno che non porti qualche novità sul mercato. Anche in casa Tivo non si sta con le mani in mano. Rocketboom è un progetto che si propone di portare il mondo dei videoblog in televisione. E' un videoblog di circa tre minuti che tratta una serie di temi legati al mondo dell'informazione e della cultura internet, con una forte enfasi sull'arte internazionale, sulle tecnologie e su quello che il comunicato stampa di Tivo, definisce i "weblog drama". Rocketboom viene presentato sotto forma di un video on line, distribuito anche via RSS e fa parte della sperimentazione di Tivo sui contenuti da rendere disponibili per il download. Il gruppo di Ricerca e Sviluppo di Tivo sta lavorando molto intensamente sulla sperimentazione di nuovi modelli di fruizione degli audiovisivi di rete, concetto molto più ampio di quello che afferisce i contenuti televisivi. I bene informati negli States prevedono nuovi annunci nei primi mesi del 2006 Digitale Terrestre, si, no, forse, boh.
Che la data di fine 2006 fosse poco realistica per lo switch off era chiaro a tutti fin dal principio. Solitamente fissando degli obiettivi molto stringenti si cerca di motivarne il perseguimento. Purtroppo siamo lontani, ancora troppo lontani. Ora questo "termine ultimo", verrà spostato al 2008. L'effetto sui consumatori è tuttavia devastante. Chiedetelo ai vostri amici e parenti, sono confusi e non ci capiscono più nulla e non possono essere biasimati per questo. Il risultato è quello di affondare il digitale terrestre, ma in Italia si va avanti facendo finta di niente. Intanto si organizzano nuovi convegni dove si dirà che tutto va bene. Ci sono tanti soggetti che potrebbero dare un contributo alla transizione alle tv digitali, ma non vengono coinvolti. Ci vorrebbe a mio parere una concertazione molto più ampia tra tutti gli attori in grado di far crescere l'industria delle tv digitali, non dimenticando naturalmente i produttori di contenuti. Credo che non sia ancora tardi. Advertising: il nuovo che avanza
Quando dico che stiamo entrando in una nuova era del digitale, non credo proprio di esagerare. Quando affermo che la pubblicità televisiva è destinata ad essere rivoluzionata, non è una boutade. Ecco perché insisto a gran voce: concentrarci sui formati pubblicitari e sulle tecnologie non ci porterà lontano, se non avremo ben compreso l'evoluzione dei modelli di fruizione dei contenuti digitali. Intanto che qui si attendono tempi migliori, Tivo sta già lavorando sulla possibilità di fruizione dei programmi televisivi sull'Ipod e sulle consolle di gioco. Per favore non dite che il business è as usual. Non è il caso. I nodi del digitale terrestre
Sull'argomento Tv digitale terrestre ne ho scritto abbondantemente su IMlog. Avevo espresso diversi dubbi a proposito dell'interattività in televisione in questo post, ma credo ancora che se diversamente gestita, la transizione alla tv digitale possa costituire una grande opportunità per il nostro Paese. Siamo ancora in tempo per cambiare rotta? TIVOglio bene caro DVR
Massimo Moruzzi sembra quasi meravigliarsi della notizia riportata dal New YorkTimes relativa ad una ipotesi di partnership tra Yahoo e Tivo che consentirà agli utenti Tivo di programmare il proprio registratore digitale dal web, dai rating tv pubblicati da Yahoo, oppure di vedere le proprie foto in televisione ripescandole dalla propria repository su Yahoo Photo. La direzione è oramai segnata. Google, Yahoo e Msn, si stanno più che preparando per essere protagonisti nell'arena televisiva, in cui il reale protagonista sarà l'utente e le sue scelte. Intanto sembra che anche Blinkx.tv stia per chiudere importanti accordi ed intanto sta lavorando per catalogare nuovi contenuti prodotti dagli utenti come video blog e videopodcasting.
Con alcuni amici in zona Madison Avenue, scommettiamo sulla moltiplicazione dei formati pubblicitari entro i prossimi 6 mesi per quanto concerne il mercato televisivo statunitense. Per l'Europa dobbiamo attendere le modifiche alla direttiva Tv Sans Frontières che gli operatori del mercato pubblicitario auspicano da tempo, ma è questione di poco. I "bene informati a Bruxelles" ritengono che tutto questo non avverrà entro l'anno, ma sicuramente nel primo trimestre 2006. In Italia agenzie pubblicitarie e centri media cominciano a dare i primi segnali di interesse. (Era ora)
Dal mySky alla "mia televisione"
Ieri c'era solo Fastweb oggi si aggiunge anche Sky Italia con mySky a promuovere la cultura del DVR, gli altri seguiranno, forse. E' inutile cercare di fermare quella che sarà una tendenza inevitabile: la nascita dei "time shifter", una nuova categoria di telespettatori. Join the time shift revolution and be a television time lord, parola del Timesonline. I nuovi schermi digitali
Ed io che pensavo che gli schermi al plasma, gli LCD e quelli a retroproiezione fossero prodotti tecnologici. Hannspree, ritiene invece che debbano essere considerati prodotti di moda. Volete una tv a forma di mucca, di mela o con le sembianze di un fiore? Sarete accontentati. Sul sito potrete vedere le nuove collezioni, che sono sicuro, piacerebbero tanto ad Elio Fiorucci. Mi avevano avvertito che con l'avvento della televisioni digitali tante cose sarebbero cambiate, ma non mi aspettavo proprio questo, altro che iPod. Il DVR: le prospettive di fruizione
Uno studio congiunto di Douglas A. Ferguson del College of Charleston e di Elizabeth M. Perse dell’Università del Delaware ha analizzato negli Stati Uniti il comportamento di fruizione dei programmi televisivi da parte degli “early adopters” di tecnologie di DVR. Come risulta dallo studio di Ferguson e Perse, il concetto di tempo reale assume con il DVR un nuovo valore. La maggior parte degli utenti del campione dello studio dei due ricercatori, ha espresso grande apprezzamento dalla possibilità che questa tecnologia offre agli spettatori di esercitare un controllo attivo sui programmi visti in televisione indipendentemente dalla loro messa in onda. La funzione di time shifting è particolarmente utile perché consente di vedere un programma live con i vantaggi di uno registrato, potendolo interrompere, rivedere o evitare di vedere la pubblicità. Un’altra funzione ritenuta molto utile ed aggiuntiva rispetto al videoregistratore analogico è la funzione di guida ai programmi. Tivo e Replay Tv hanno due tipi di menu: 1) l’IPG (Interactive Program Guide) che è un indice di informazioni su programmi, organizzate in ordine alfabetico o per genere e per orario di trasmissione 2) l’EPG (Electronic Program Guide), che attraverso un interfaccia in”overlay” ne permette la consultazione durante la visione in diretta di un programma.
L’obiettivo che Ferguson e Perse si sono posti impostando la ricerca, è il tentativo di comprendere se le diverse funzioni del DVR sono in grado di modificare i comportamenti degli spettatori. In particolare lo studio ha posto ai membri del campione diverse domande per analizzare quanto e quali funzioni gli utenti di TIVO e ReplayTv utilizzino maggiormente, per verificare se il DVR costituisce un mero rimpiazzo del videoregistratore analogico o se vi sono cambiamenti di comportamento di fruizione dati dalle nuove funzionalità del device e per comprendere se il suo utilizzo può aumentare i benefici di una visione di un programma in diretta. Il campione rappresentato per la maggioranza da utenti maschi, di livello di istruzione medio alta, ha evidenziato che gli utenti di DVR guardano in media più televisione rispetto agli adulti che non fanno uso di questa tecnologia. Tra le funzioni maggiormente apprezzate in ordine decrescente vi sono: la possibilità di bypassare la pubblicità, quella di registrare i programmi quando non si è davanti allo schermo, la guida per sapere cosa registrare (anche quando si sta guardando un altro programma), la possibilità di registrare programmi live da vedere in differita e quella di utilizzare il tasto di avanzamento veloce per scorrere le parti di programma meno interessanti ed infine la funzione di autoapprendimento dell’EPG che in base alle preferenze di visione degli utenti, suggerisce i programmi che hanno maggiormente i requisiti per interessare gli spettatori. Il DVR sembra quindi rimpiazzare il videoregistratore analogico poiché viene utilizzato principalmente per registrare i programmi che non si riescono a vedere, ma è la facilità di registrazione a fare la differenza. Raramente i contenuti registrati vengono trasferiti su supporti permanenti e i programmi registrati vengono spesso cancellati per liberare lo spazio sull’hard disk. Da un punto di vista dell’esperienza di visione, gli utenti di DVR si sentono più “in control”, fanno meno zapping e quindi ritengono di avere un’esperienza migliore e più piacevole di fruizione dei programmi televisivi. L’ausilio della guida intelligente viene ritenuto importante per l’esperienza di registrazione delle trasmissioni televisive, ma è la possibilità di interrompere la visione di un programma in diretta la funzione che viene percepita essere differenziale rispetto ad una visione tradizionale della tv. Per il nostro Paese, resta da vedere se e quali tipi di DVR verranno introdotti (stand alone o inseriti in un decoder), se mySky dovesse avere un buon successo di mercato. La partita è tutta da giocare. Promuovere la cultura del digitale
Se si vuole che la transizione alla tv digitale abbia luogo nel modo più indolore possibile, è indispensabile promuovere soprattutto la cultura del digitale nel nostro Paese. I grandi gruppi editoriali sembra si stiano avvicinando nuovamente al mondo delle televisioni, la speranza è che lo facciano consapevoli che è necessario esplorare nuovi linguaggi e proporre nuovi contenuti per le tv digitali, perché la moltiplicazione degli stessi contenuti su piattaforme diverse, sicuramente non verrà accettata di buon grado dal mercato. La transizione al digitale passa anche dalla creazione di nuove professionalità. E' incredibile che il Master dell'Universita Bicocca sulla televisione digitale coordinato dal professor Cesare Massarenti, di cui sono stato docente per diversi anni, non abbia avuto per l'anno in corso i fondi da parte del Fondo Sociale Europeo. Sta partendo ora un altro master dell'Università Statale, che spero abbia migliore fortuna. Come si sa è più facile ottenere finanziamenti per la ferraglia (leggi set top box) che per la formazione e per i contenuti. Speriamo che le cose cambino presto. DVR in Italia: oggi, non domani
A fine agosto avevo scritto a proposito del DVR prospettando una sua diffusione anche in Europa. Ho previsto che in Italia, sarebbe stato introdotto da Sky Italia . Le mie previsioni si sono rivelate esatte. Un po' in sordina, senza clamori, Sky Italia lancia mySky, un servizio di timeshifting, proponendo un device da 160 Gb di hard disk pari a 60 ore di registrazione, audio Dolby Digital, Uscita analogica S-Video e Uscita Audio Digitale. Il payoff è "Suona il telefono? Metti in pausa, il film ti aspetta. Non si fa menzione della possibilità di shiftare gli spot pubblicitari, Sky sembra non voglia irritare il mondo della pubblicità. Non si capisce ancora se sia possibile anche l'avanzamento veloce. Il sito specifico per il servizio www.myskytv.it, nel momento in cui scrivo, non è ancora attivo. Non è possibile alcun giudizio, prima di avere provato mySky, ma possiamo dire che i cambiamenti nell'arena televisiva avverranno sicuramente più velocemente di quanto possiamo immaginare. La dura concorrenza lo impone. Se il mondo della pubblicità si ostina a sottovalutare la portata dei cambiamenti in atto ne soffrirà le conseguenze nei prossimi anni. Siete avvertite agenzie la comunicazione sta cambiando radicalmente. La lunga strada dell'interattività in televisione
Non capisco l'ostinazione con cui il mondo della televisione italiana, capitanato dalla Fondazione Ugo Bordoni, segua con tanta determinazione la strada dell'interattività nel processo di transizione al digitale terrestre. In altri Paesi europei e soprattutto negli Stati Uniti, si ritiene che la direzione per la transizione al digitale, sia invece quella di una televisione esperienziale, fruita su grandi schermi al plasma o a cristalli liquidi e produzioni ad alto impatto, sto parlando della televisione ad alta definizione. Sia chiaro, anche in Italia, ci sono gruppi di lavoro che da tempo stanno lavorando sull'alta definizione, ma la mia personale impressione è che questa non sia una strada prioritaria. Ci si domanda se l'interattività oggi proposta sul digitale terrestre per votare, giocare, acquistare o fruire di servizi di T-government possa essere una ragione valida per chiedere ai consumatori di sostituire i loro televisori, con nuovi apparecchi o di dotarsi di set top box. Da tempo rifletto se sia saggio insistere su un driver, quello dell'interattività, che sul digitale terrestre sarà sicuramente più limitata rispetto a quella fruibile sul satellitare e sul broadband. In secondo luogo, l'interattività che viene proposta oggi è di tipo additivo su contenuti che sono stati concepiti per essere trasmessi in modo lineare. In tale modo l'esperienza di fruizione non è mai ottimale. Prendiamo il caso della pubblicità interattiva. Il presupposto su cui si basa, parte dall'assunto che l'interattività non debba mai deviare l'attenzione dal flusso lineare, per non provocare un conflitto di attenzione, tra la componente lineare del contenuto televisivo e quella interattiva. i diversi formati pubblicitari esistenti, proprio per evitare questo conflitto di attenzione vengono progettati secondo due scuole di pensiero: 1) la prima è definita, la scuola dell'impulse response. Si cerca di limitare l'interazione in uno spot entro i 30" (la sua durata tipica), in modo da non creare conflitti con gli spot successivi o con la programmazione che segue. Sono pubblicità in cui viene chiesto di fare azioni molto brevi e la cui efficacia di brand è pertanto limitata. 2) la seconda strada è quella che porta avanti l'Italia, è quella dello splitscreen. Il contenuto televisivo lineare e quello interattivo coesistono. Quando viene attivata la modalità interattiva, si continua a vedere il contenuto lineare su un quarto di schermo, con ovvi problemi di dissipazione dell'attenzione. Ci troviamo quindi di fronte, ad una proposizione di valore debole, se l'asse portante della tv digitale terrestre è solo l'interattività. I problemi infatti sono diversi: i contenuti che non sono pensati specificamente per il digitale, ma riadattamenti di quelli già fruibili sui canali analogici (quelli originali sono pochi). Sarebbe stato a mio parere forse più utile considerare la transizione al digitale in modo più ampio prendendo in considerazione ad esempio il ruolo del servizio pubblico, in modo esteso e su tutte le piattaforme di distribuzione. E' vero che il broadband in nessun caso potrà mai avere i livelli di penetrazione del digitale terrestre, ma su quella piattaforma le reali possibilità legate all'interattività sono molto maggiori. L'anello debole della catena è a mio giudizio legato all'assenza di reali incentivi per stimolare il mercato alla creazione di contenuti specifici e di servizi in grado di motivare gli utenti a compiere il gran salto tecnologico. Credo che questa eccessiva enfasi sull'interattività non faccia buon gioco alla facilitazione alla transizione al digitale, che ritengo una grandissima opportunità per il nostro Paese. Dvr, non se ma quando
Ne abbiamo già parlato diffusamente, la penetrazione del digital video recorder è inesorabile e più rapida di quello che molti analisti prevedevano, come ci indicano le ultime rilevazioni di eMarketer (che mi segnala Federico Riva). Oramai per quanto concerne l'Europa, non è più questione se arriverà mai il Dvr, ma quando. Rilancio pertanto il mio invito ai broadcaster, ai pubblicitari e alle aziende. Preparatevi perché il DVR imporrà nuovi modelli di comunicazione. Non dite poi che non vi abbiamo avvertito :) Novità sul fronte dei formati innovativi per la pubblicità sulle tv digitali
Come molti operatori della comunicazione sanno, la direttiva europea Tv Sans Frontiéres , che regola la programmazione televisiva, è molto restrittiva per quanto concerne forme di comunicazione come il product placement che è invece è consentito al cinema ad esempio in Italia essendo stato introdotto dal ministro Urbani. Il paradosso più volte denunciato dall'Egta, associazione europea, delle concessionarie di pubblicità televisiva è che in nessun programma televisivo sono consentite forme di contestualizzazione dei prodotti all'interno del flusso narrativo, mentre ciò avviene regolarmente con molti film trasmessi in tv. Questa situazione potrebbe cambiare molto presto, perché da più parti, la Commissione Europea è sollecitata a rivedere la direttiva in senso più liberale per quanto concerne i nuovi formati di comunicazione specificamente progettati per le tv digitali. Da settembre il problema verrà discusso in diversi ambiti, mentre già da ottobre potrebbe iniziare il processo di revisione della direttiva, con tempi difficilmente prevedibili. E' naturalmente da prevedere una forte reazione da parte delle unioni dei consumatori che insistono sulla separazione tra contenuti e messaggi pubblicitari. Intanto in Italia si stanno già studiando i formati pubblicitari per il digitale terrestre della terza generazione, sapendo già che quelli visibili attualmente sul DTT sono formati di transizione. Quelli di internet
Ma cosa vuoi che ne capiscano quelli di Internet, quando parlano di diavolerie strane come il Digital Video Recorder che sicuramente da noi non arriveranno mai o se arriveranno succederà non prima di cinque anni. Non sono queste affermazioni che mi sorprendono. Ma quando una testata prestigiosa come DailyNet si meraviglia e ritiene una notizia shock, il taglio da parte della Procter&Gamble del 25% sul budget della pubblicità televisiva, allora ho l'impressione che in tutti questi anni abbiamo veramente scritto e discusso a vuoto. Quando anche da noi i budget televisivi verranno tagliati, quando qualche agenzia pubblicitaria verrà disintermediata, quando i "ragazzi di internet" verranno presi sul serio, quando non ci sarà più la distinzione tra below the line e above the line, perché non esisterà alcuna line.... ....... potrebbe essere troppo tardi. video search engine: la battaglia della ricerca video si inasprisce
Negli ultimi 3 mesi, Blinkx.tv , un nuovo competitor nell'arena dei video search engine, ha costantemente migliorato la sua qualità di ricerca, incrementato il numero di contenuti indicizzati e si appresta a sfidare i giganti della ricerca. E' evidente che gli incumbent della rete non potevano stare a guardare e la ricerca su contenuti video, ma più in generale una focalizzazione sui contenuti video tout court, è diventata una priorità per Google e Microsoft anche se in modo diverso, come anticipato qui e qui Ecco perché i motori di ricerca, in un futuro neanche tanto lontano, potranno essere considerati dai broadcaster dei "competitor" in senso molto ampio. E' chiaro a tutti che non saranno molti a decidere di vedere una partita di calcio o un film sul computer, se avranno a disposizione buone alternative sul grande schermo. Possiamo tuttavia prevedere che il tempo speso davanti al pc, potrebbe aumentare in funzione del tasso di penetrazione della banda larga e dei contenuti (anche video) disponibili. Se quindi consideriamo il tempo degli spettatori limitato e quindi una risorsa scarsa, il gioco è a somma zero, tutto il tempo speso su internet è potenzialmente tempo sottratto ad altre attività analoghe, tra cui guardare la televisione. Ecco perché la BBC ha deciso di essere presente su tutte le piattaforme possibili, mentre le nostre emittenti televisive, prese dal quotidiano, ci stanno solo pensando. Sono molti gli analisti a ritenere che una gran parte di contenuti video verranno fruiti sul web. Sarà un modo differente di guardare la tv, più breve, on demand, ma sicuramente che obbligherà nel medio lungo termine le tv tradizionali a ripensare i loro palinsesti. Yahoo, Google e Blinkx.tv rappresenteranno ben fresto i nuovi mediatori tra i content provider e i loro diversi pubblici sulla rete. Se lavorassi in una emittente televisiva, sicuramente un pensiero su questo scenario lo farei. Lo schermo è il messaggio?
Chi proviene dal mondo propriamente televisivo ha più difficoltà (rispetto a chi ha iniziato a lavorare ad esempio sul web) a comprendere cosa significhi progettare contenuti ottimizzati per essere fruiti in modalità differenti. In un futuro prossimo ci saranno contenuti che verranno resi disponibili su differenti schermi e altri che verranno progettati per schermi ben specifici. Credo che sarà sempre più difficile trovare dei confini ben tracciati tra concetti come televisione, video comunicazione, telecomunicazione ecc. Finora di questi aspetti si sono occupati soprattutto tecnologi ed esperti di usabilità, mentre all'interno della maggior parte delle agenzie di comunicazione siamo ancora fermi al concetto di declinazione di una campagna di pubblicità. Se ieri la comunicazione era indifferenziata , oggi con una crescente frammentazione delle audience ci dobbiamo concentrare sui target , domani, dovremo tenere in considerazione anche le modalità di fruizione dei contenuti e le caratteristiche dei device con cui tali contenuti potranno essere fruiti. Come ci mostrano gli esempi di schermi tratti da questo sito. La televisione si sta digitalizzando ed in futuro anche la comunicazione outdoor subirà grandi cambiamenti. Provate a pensare a quanto diverse debbano essere le tecniche di ripresa, le tecniche di montaggio, la risoluzione per un contenuto video in funzione delle piattaforme di distribuzione e degli schermi in cui questo contenuto verrà visualizzato. Ecco perché quando si parlerà di Tv Digitali si dovrà usare il plurale, perché rispetto al passato, nuovi schermi, nuove modalità di fruizione ci imporranno di ripensare la progettazione della comunicazione attraverso i contenuti video. Questa è la punta dell'iceberg. Siamo solo agli inizi e noi qui ancora a discutere di vecchi contenuti sul digitale terrestre. Temo proprio che se vogliamo parlare del futuro della pubblicità, sarà necessario allargare i nostri orizzonti. La tv al singolare è morta
Chi ha avuto modo di conoscermi sa molto bene che sono diversi anni che sostengo che l'era della televisione al singolare si sia oramai definitivamente conclusa. Con il processo di digitalizzazione, vecchi e nuovi player, stanno proponendo sul mercato differenti "modi di intendere la televisione", proprio perché essa verrà fruita in modi diversi, su schermi diversi, attraverso device diversi. Fino all'altro giorno pensavo di essere fra i pochi a pensarlo, visto che nel mondo "broadcast" si continua a ragionare al singolare. Come al solito le nuove idee non vengono prese in considerazione, fintanto che non ottengono un grande risalto mediatico. Chissà se questa copertina di newsweek non contribuirà a scardinare un modello già obsoleto. Credo che i broadcaster abbiano molto da perdere se non vorranno accettare il nuovo, e non parlo di tecnologia ma di mindset. Tv Rich e Tv light
Vorrei riprendere e (contribuire a diffondere) quanto scrive Michele Mezza in questo post che evidenzia molto chiaramente un paradosso relativo alla digitalizzazione della televisione, ovvero la coesistenza di due mo(n)di paralleli che richiedono di (ri)pensare le televisioni digitali in modo sdoppiato: una televisione rich ed una light Michele recentemente si è recato al Nab, importantissima fiera del Broacasting e nello stand della Sony ha potuto rendersi conto della vision del colosso giapponese sul “nuovo modo di intendere la tv”. Sony ha infatti presentato al Nab tre prodotti di punta cosi descritti da Michele Mezza: Una telecamera in alta definizione HDV il cui costo di 4000 euro diminuisce notevolmente le barriere all’entrata per chi vuole produrre contenuti video di elevata qualità. Un sistema di produzione e post produzione Tv automatizzato Sonapse, che accelera tutte le funzioni di cattura, archiviazione, montaggio e messa in onda delle immagini. Uno schermo extra large a 72 pollici, con retroproiettore a led. Una vera parete audiovisiva che fa sembrare il vecchio Home Thatre poco più di un video citofono che fra due anni potrebbe essere venduto a circa 2.000 euro Michele Mezza evidenzia come sia l’insieme dei tre prodotti, combinati tra loro che preannunciano un nuovo universo televisivo, in cui i costi di produzione tendono a diminuire, mentre quelli di distribuzione tendono ad aumentare imponendo una televisione a due velocità: una light quella ad esempio dei video blog, dove contano di più le dinamiche relazionali, per una televisione del tempo sociale ed una rich, più spettacolare per il tempo libero, che impone standard qualitativi sempre più elevati per suscitare “grandi emozioni, attraverso, grandi immagini fruite su grandi schermi”. La televisione light vedrà un allargamento di soggetti, mentre quella rich pochi grandi player internazionali. Ecco perché non si può più parlare di televisione digitale usando il singolare. E’ inutile discutere quando stiamo parlando di cose diverse che sono destinate a convivere. Oggi siamo in pochi a dirlo, ma è una tendenza molto precisa. il vero dibattito sulle tv digitali
Credo fermamente che non si possa più parlare di Tv Digitale e che si imponga il plurale. Ecco perché mi piace parlare di TELEVISIONI DIGITALI Non è un problema solo di piattaforme ma soprattutto di modalità di visione. Pensate al Dvr, pensate alla mobile tv, pensate alla tv peer to peer o alla blog tv. Poco importa se questi sono modelli transitori o se invece sono destinati a rimanere. In un prossimo futuro aumenteranno le opzioni di fruizione dei programmi televisivi che potranno essere visti: a) live Utilizzeremo schermi di diverse dimensioni, da quello ridotto degli smart phone a quello molto ampio dei grandi televisori al plasma. Come possiamo pensare di trasmettere un contenuto video che sia uguale per tutte le modalità di fruizione? Che senso ha ad esempio vedere una partita di calcio sul telefonino? Possiamo discutere sulle definizioni, ma per un broadcaster che progetta palinsesti non si può non tenere conto dei diversi modelli di fruizione. Gli effetti della transizione al digitale in tv si vedranno ben presto perché a mio parere stiamo entrando in una nuova era. Vorrei qui riassumere una personalissima interpretazione dell'evoluzione della tv su cui Cesare Massarenti, Michele Mezza ed io abbiamo basato il convegno che avrà luogo a Milano il 7 e 8 giugno.
La seconda fase, più commerciale, è costituita da nuove e diverse forme di informazione e intrattenimento rivolte all'acquisizione di pubblico. La terza fase è basata sulla crescita esponenziale di offerta attraverso i servizi a pagamento. La quarta fase è in grado di veicolare informazioni attraverso reti sempre più evolute e capillari grazie all’aumento dell’interattività, ai processi di personalizzazione dell’offerta, ai nuovi protagonisti e produttori di contenuti. L’ampliamento dell’offerta mediatica, garantita dal processo di digitalizzazione in atto, sta segnando un percorso di differenziazione non solo delle condizioni di accesso ai servizi, ma nell’intero mercato televisivo aprendolo a nuovi attori. Sicuramente nei prossimi anni assisteremo a diversi modi di pensare la televisione. Una maggiore quantita di programmi porterà anche una maggiore qualita? Il dibattito attuale è troppo ancorato sulle tecnologie che dovrebbero invece solo essere considerate come fonte di abilitazione per nuove esperienze di visione. Possiamo tornare a parlare di contenuti? Sbagliando non s'impara: la TV DTT, internet e il solito errore
Ci sono idee, che per quanto manifestamente non funzionanti, il mondo delle telecomunicazioni (in senso allargato) non smette di riproporci allo sfinimento. Un po' come quando si faceva e-commerce di oggetti improbabilmente acquistabili sulla rete, solo perchè era tecnicamente possibile venderli. Ecco quindi la TV DTT che vuole, deve, trasformarsi in internet: e allora, come esempio di nuovo valore aggiunto, ecco la massaia che fa interazione (paga la bolletta?) tramite lo stupido telecomando - senza lettere- e collegandosi via telefono a 56k. Si, perchè si dice, la massaia sa già usare la TV ma non il PC, ha già la TV ma non il PC. La TV arrivò e arriva "dall'alto", e si esprime al suo meglio come mezzo di broadcast massificato, a bassissimo costo di fruizione; del resto la sua passata rapida ascesa discende anche in buona parte dal marketing anni sessanta, quello che apriva a forza i mercati con - per usare un paragone non political correct - le armi di distruzione di massa della pubblicità tradizionale, un napalm indistinto in una foresta senza obiettivi visibili, verso un target indistinto. Ma sei vuoi usarla per interagire, non funziona più. Ma vale anche l'opposto. Internet nasce "dal basso" come strumento di interazione, e si esprime al massimo su questo terreno. Eppure molte telecom pensano che sia la TV la panacea per aumentare l'ARPU. Io dico ancora un'ultima volta: non funzionerà. Se hai il broadband, nessuno riuscirà a obbligarti a stare sintonizzato su TeleAlice, TeleLibero, TeleTiscali. Via, via, via. Lo stesso streaming video, l'antenato del triple play, bandwagon negli anni della new economy, non è mai veramente accaduto. Multinazionali come Akamai o Digital Island sono scomparse, svendute o in affanno. Ci sono tanti evidenti motivi per dire che il futuro della TV non sarà nel surrogare internet. Ma quale sarà allora il suo futuro? Nuove alleanze per Tivo? Quali evoluzioni per le tv digitali?
Solitamente i rumors non si avverano e non si riesce mai a capire chi mette in circolo certe notizie e per quale motivo. Speciale Milia/Miptv [seconda parte]
Molto stimolanti gli interventi odierni alle conferenze del Miptv. Tra i tanti panel e conferenze a cui ho assistito. ho scelto di riferire sul discorso di apertura di Dawn Airey managing director di Sky Network BsyB Uk. > piu' canali da vedere su diverse piattaforme Sembra che per quanto concerne la televisione, whatever, whenever, wherever non sia piu' uno slogan, ma che lo spettatore ha gia' oggi il pieno controllo sui contenuti, almeno secondo Sky. Basta che paghi, aggiungo io. interagite gente la tv vi aspetta
Torno ad occuparmi di un tema a me molto caro: l'interattività sulla televisione digitale, cercando di proseguire il discorso che ho cercato di impostare in interventi precedenti. La televisione rimane un mezzo passivo, l'interattività per essere accettata deve essere in grado di offrire valore. Le esperienze internazionali di successo ed insuccesso sulla televisione digitale ci stanno insegnando che allo spettatore non interessa un'interattività tout court perché questo è quanto può offrire internet. Oggi che siamo all'anno zero se parliamo di televisione digitale interattiva, mi sembra di essere tornato indietro ai primi anni di internet dove qualcuno voleva rendere il proprio sito interattivo ad ogni costo, con forum, chat e quant'altro, senza domandarsi se cotanta interattività avrebbe contribuito a dare valore ai destinatari della comunicazione. Il futuro dei contenuti video person to person
Ho riportato su un mio post precedente la notizia del progetto di Google relativo alla richiesta di sottomissione di contenuti personali video. Questa notizia per essere meglio compresa deve essere analizzata in un contesto più ampio. Facciamo quindi un passo indietro. E' risaputo che a livello internazionale le diverse Telcos, si stanno buttando sull'iptv per cercare di incrementare l'arpu, poiché vi è una tendenza generale all'abbattimento dei prezzi nel mercato delle connessioni in larga banda. Come molti istituti di ricerca fanno notare, con tassi di crescita estremamente elevati, la broadband tv potrà in breve costituire un competitor temibile per i broadcaster che operano sul satellite e sul DTT, almeno così appare sulla carta. La realtà dei fatti è diversa, il fattore critico di successo per ogni progetto di Iptv, è la disponibilità di contenuti e servizi ad alto valore aggiunto, in grado di spingere gli utenti a pagare. Nella maggior parte dei casi, contenuti premium come sport, cinema ed eventi musicali hanno un elevato costo, ma questo sarebbe il minore dei problemi, visto che molti deal vedono i content provider partner delle telcos in una logica di revenue sharing. Il problema che sta sorgendo ora negli Stati Uniti è che alcune major come Walt Disney temono che l'Iptv non sia da considerare come un mercato aggiuntivo, ma che possa cannibalizzare le vendite ed il noleggio dei DVD, loro principale fonte di revenue come rileva l'articolo di Business Week. Questo atteggiamento ambivalente da parte di alcune majors, potrebbe de facto, rallentare l'espansione dei progetti di Iptv. Ecco perché la maggior parte delle Telcos, nel momento in cui sta lavorando sui palinsesti, sta oggi guardando a fonti alternative di approvvigionamento di contenuti, stipulando partnership con produttori indipendenti per contenuti creati ad hoc, o pacchettizzando in diversi modi format televisivi come il reality che si possono vedere anche sulla televisione free to air. Fattore critico di successo di ogni progetto di Iptv, come si diceva, è la disponibilità di una library molto vasta di contenuti da poter erogare on demand. Se quelli validi sono scarsi e costosi, ma in più di difficile reperibilità, Oltre lo spot
Negli Stati Uniti la pubblicità è in crescita. Nel 2004 ha avuto un incremento negli investimenti del 6,3% secondo le rilevazioni di Nielsen Media Research. L'istituto internazionale rileva anche la crescita di forme pubblicitarie alternative come il product placement. Nei programmi televisivi in prime time i primi 10 marchi hanno totalizzato 9.334 apparizioni nel 2004. La più presente è Coca Cola con 2.320 apparizioni seguita da Nike con 1.380 e Pepsi Cola con 1380. Come è noto il product placement non è consentito in Europa. Uno dei principi della Tv Sans Frontières è proprio la separazione tra contenuti e messaggi pubblicitari. In Italia il product placement è consentito al cinema ma non in televisione. Tutto questo potrebbe cambiare perchè da più parti Bruxelles sta avendo sollecitazioni per modificare il suo "framework" considerato non solo troppo restrittivo ma soprattutto ancora molto oscuro nonostante la pubblicazione nel maggio 2004 di un documento di interpretazione autentica. I produttori europei non spingono verso l'innovazione sui nuovi modelli di pubblicità inseriti nei programmi perché i confini tra il consentito e il non consentito sono ancora troppo poco demarcati. Durante il Miptv 2005 che avrà luogo la settimana prossima, il tema del product placement sarà al centro del dibattito tra i vari professionisti del mondo della televisione. Quale futuro per il T-commerce?
La frammentazione delle audience e la moltiplicazione dei contenuti a disposizione degli utenti richiede il ripensamento dei modelli di business per la televisione digitale. I budget pubblicitari aumenteranno, ma non in proporzione all'aumento dei canali, ecco perchè i diversi broadcaster stanno cercando di diversificare le revenues con contenuti premium, con servizi interattivi e nuove linee di business. Mediaset dopo avere "scombussolato" il mercato del DTT che molti ritenevano rigorosamente free to air, con la sua offerta di pay light del calcio si è buttata nel T-commerce? Con un comunicato datato 18 marzo, Mediaset ha annunciato che "RTI società interamente controllata da Mediaset ha acquisito il 100% del capitale sociale di HSE Home Shopping Europe Spa, società italiana attiva nel mercato della vendita al dettaglio via tv e via internet. A Home Shopping Europe fa capo l'emittente televisiva identificata dal marchio Canale D. Le attività di HSE controllata dal Fondo Convergenza sono state valutate 104 milioni di euro. L'operazione secondo il comunicato è finalizzata all'acquisizione di frequenze destinate alla creazione da parte di Mediaset di una nuova rete per la trasmissione digitale terrestre che ospiterà almeno per il 40% dello spazio trasmissivo, canali di editori di terzi." Si tratta in definitiva per Mediaset di acquisire un secondo multiplex. A caccia di Tivo?
Il Digital Video Recorder sarà la killer application per la tv digitale? Sono diverse le società che lo credono, basta vedere le ultime quotazioni di Tivo,. Si vocifera che la nota societa statunitense produttrice del DVR possa essere considerata un "boccone" molto appetibile per una acquisizione. La società di ricerca Inside Digital Media ritiene che Apple, ma anche qualche società produttrice di computer oppure operatori come Comcast o Time Warner stiano già formulando delle proposte di acquisto. La trasformazione delle fiere del broadcast
Le fiere del broadcast come IBC il NAB e l'IBTS di Milano, stanno vivendo una profonda trasformazione. Una crescente attenzione viene rivolta alle tecnologie che permettono un maggiore coinvolgimento degli utenti. Ho estratto dal sito di IBTS, il discorso di apertura di Joi Ito che qui riporto. "La maggior parte delle offerte delle piattaforme dei nuovi media si rivolge a un consumatore passivo o semipassivo. Al di là delle sterili polemiche sui blog e sui contenuti degli "spettautori", che stanno avendo luogo ultimamente, occorre considerare che non è più possibile parlare di televisione tout court e che si stanno sviluppando due mondi paralleli nel modo di fare televisione con logiche completamente differenti. Una televisione per il tempo libero, in cui si progettano contenuti per l'entertainment, per il servizio pubblico e per l'informazione ed una televisione per il tempo sociale, nella quale sono più importanti le dinamiche di interazione sociale rispetto ai contenuti. E' un tema di grande importanza che sarà oggetto di un convegno internazionale che sto per organizzare a giugno a Milano, proprio perché vi è tanta necessità di discutere sul futuro delle televisioni digitali in una prospettiva nuova come Joi, ci fa notare. La tv è mobile, e i programmi?
Dibcom innovativa società francese ha presentato all'ultimo 3GSM World di Cannes un chip specifico per i device mobili; a quando un annuncio di una società editoriale o di un broadcaster relativo allo sviluppo di contenuti specifici per la mobilità? Non sarebbe male se qualche finanziamento per la tv digitale sovvenzionasse qualche giovane ed innovativo content provider. Tv interattiva?
Qualcuno di tv interattiva sembra non volere sentirne parlare; con 11.000 sterline è possibile avere questo home theater da camera per una fruizione della tv digitale rigorosamente passiva ma alla grande. Se non fosse per il prezzo, questa tv mi convince di più rispetto al decoder sovvenzionato. Signori, per la tv digitale, o mi date nuovi contenuti e servizi oppure mi date una nuova esperienza. A voi la scelta!
broadband tv
La broadband tv o Ip Tv, sta andando per la maggiore. Non pensiate però di dovere vedere i vostri programmi preferiti sul pc, ma seduti comodamente in poltrona. Negli Stati Uniti sta avendo grande successo l'offerta di Akimbo Sytems che con il claim your wish on demand offre una serie di contenuti on demand, da vedere sul televisore. Attenzione cari broadcaster, il mondo internet sta correndo. tv digitale in movimento
Non annoiatevi quando parliamo sempre dei soliti noti, ma non è colpa nostra se sono innovatori. Oggi non parleremo di Google, ma di un altro straordinario innovatore sul mercato dell'elettronica di Consumo Samsung Samsung ha presentato il primo notebook in grado di ricevere un segnale digitale terrestre in movimento con una perfetta sintonia. Pensate agli sviluppi futuri.
TV Digitale: chissà se imparano la lezione
Sono oramai oltre quattro anni che mi occupo di tv digitale, qualcuno direbbe da tempi non sospetti. Come avevo già visto ai tempi della new economy, ultimamente vedo entrare sul nuovissimo mercato della tv digitale applicazioni di ogni tipo, per votare, giocare, acquistare... Tutte killer application? L'esperienza inglese, spagnola, sudafricana, svedese, finlandese ci insegnano che quello che la gente vuole è il miglioramento della propria esperienza di fruizione dei programmi televisivi. Che ce ne facciamo di 500 canali in cui votare, giocare, acquistare se questi sono tutti uguali? Justin Judd di Granada Tv è forse uno tra i maggiori esperti internazionali di tv digitale; circa tre anni fa ha dichiarato al Miptv di Cannes: “l’interattività non deve essere considerata per i broadcaster un business nuovo, ma unicamente uno incrementale a quello esistente, tenendo bene a mente che lo scopo è di fare una buona televisione. E’ necessario pertanto essere molto focalizzati sull’utente e fare qualcosa per lo spettatore e con lo spettatore.” Credo che una migliore contestualizzazione tra contenuti e servizi interattivi solo se l'interattività è funzionale all'esperienza dell'utente, possa essere la strada da seguire, altrimenti avremo fatto un passo indietro. Come per internet, anche per la tv digitale datemi una buona ragione ed io interagirò... ma con chi e cosa? DVR: non è mica fantascienza
Sono oramai anni che scrivo a proposito dell'introduzione del DVR ovvero digital video recorder. Per Sky in Inghilterra è una parte integrante della sua strategia antichurn. Sono sempre più convinto che il DVR arriverà anche nel nostro Paese prima di quanto possiamo aspettarci. La domanda sorge spontanea, chi farà la prima mossa, Mediaset, Sky Italia, il Gruppo Telecom o qualcun'altro? Restate all'ascolto ne vedrete delle belle. |