Ho appena finito di leggere “I’m with the brand”, di Rob Walker. (Il libro e’ stato ripubblicato recentemente con il titolo “Buying in”).
Il libro analizza, come spiega il sottotitolo, la relazione esistente tra quello che compriamo e chi siamo, utilizzando svariati esempi di brand (Converse, Red Bull, Timberland, Sanrio, Nike) e diverse ricerche e teorie psicologiche.
Walker introduce, o meglio isola e definisce, il concetto di “murketing”, crasi di “murky” (torbido) e “marketing”, al quale ha dedicato anche un blog.
Il murketing e’ molto diverso dal semplice advertising e dal marketing tradizionale, in quanto stabilisce una connessione indiretta e poco chiara, appunto, tra il brand e il prodotto che vende; creando un rapporto tra prodotto/brand e consumatore che va molto al di la’ dell’utilita’ o del rapporto qualita’/prezzo.
Il libro mi e’ piaciuto molto e lo ritengo innovativo nell’approccio, soprattutto rispetto alla pletora di libercoli che predicano il consumer power o la fine del marketing (o del branding, o dell’advertising) come lo conosciamo, senza avere una visione obiettiva e radicata nella realta’ dei fatti.
La verita’ e’ che il dialogo tra cio’ che compriamo e chi siamo e’ davvero segreto. Quello che dichiariamo nelle varie ricerche o survey non e’ quello che in realta’ facciamo quando dobbiamo acquistare qualcosa. Il 70% dichiara di non farsi condizionare dalla pubblicita’, ma i grandi brand sono cresciuti spropositatamente negli ultimi anni, invece di soffrire un backlash da parte di “consumatori anti-consumismo”.
La definizione del se’, come consumatore ma soprattutto come individuo, e’ fatta anche, se non soprattutto, dagli oggetti di cui ci circondiamo.
La domanda e’: ci circondiamo di oggetti che ci assomigliano o assomigliamo agli oggetti di cui ci circondiamo?
Libro altamente consigliato!