Advertising: il web esporta l’overlayer in TV
Finalmente (?) anche il web esporta qualcosa in TV e non viceversa.
Non so però se ci sia da esserne contenti, nel caso specifico.
L’altra sera guardando la tv (non ricordo quale programma) è apparsa sullo schermo un simpatico overlayer in sovraimpressione.
Con una leggera trasparenza e senza alcuna interruzione veniva promosso un prodotto, con il programma che continuava tranquillamente dietro.
Devo confessare che l’overlayer è lo strumento di advertising che odio di più…
In ogni caso ha dei vantaggi per gli investitori: evita lo zapping, sfrutta un momento di alta concentrazione dello spettatore, non interrompe il programma. Il rovescio della medaglia è ovviamente rappresentato dal fastidio che può portare coprendo una parte dello schermo o distogliendo l’attenzione dal programma magari in un momento topico.
Magari in futuro questa modalità verrà usata come contextual: l’attore beve qualcosa e appare l’overlayer della Coca Cola o della Heineken; oppure in una scena di sesso appare l’overlayer della Durex…
La Chiesa in YouTube!
Sul Guardian di oggi sono analizzati i beneficiari dell’acquisizione di YouTube da parte di Google. Ci sono i fondatori e le classiche venture capital per cui non c’è nulla di nuovo. Ma ci sono anche la Chiesa Episcopale e l’Università di Oxford, che hanno creduto fin dagli albori al progetto di YouTube. L’articolo si conclude con la rivelazione shock per cui la centralinista possiede ora (se non le ha già vendute) $1,2 milioni di azioni di Google. Non male, eh? E non utilizzavano delle linee in dial-up… :)
Chi mi convince è bravo!
Dio esiste o non esiste? Meglio Firefox o Internet Explorer? Grana o parmigiano? Se avete la Sgarbite o semplicemente volete dire la vostra su un qualsivoglia argomento è nato convinceme (postato da fluido).
Iscrivendosi al sito, si possono ricercare i dibattiti aperti, leggere e votare le opinioni più persuasive, provare a convincere gli altri oppure creare un nuovo argomento di dibattito.
Quando l’ho visto mi sono venute in mente un milione di applicazioni possibili, dalle liti condominiali a quelle più marketing oriented. A questo proposito i consumatori rappresentano ancora una volta gli evangelisti della marca/prodotto: per esempio il risultato della partita Firefox-Internet explorer adesso è 363-36 =).
La pubblicità sulla rete si afferma! Lo attestano dati quantitativi, presto anche qualitativi?
Internet e la pubblicità: oggi sono state comunicate due importanti notizie che riguardano la rete.
La prima riporta il consistente aumento degli investimenti pubblicitari sui canali web. L’informazione è stata resa nota dall’Osservatorio Fcp-Assointernet e dall’Osservatorio Fcp (Federazione Concessionarie Pubblicità) – Assointernet. Si tratta di una conferma “annunciata”, giustamente prevedibile se si considera la continua affermazione della rete, sempre più ricca di contenuti ed applicazioni.
La seconda comunica una indagine condotta dalla Doxa sull’uso della rete internet da parte dei ragazzi. In particolare “allerta” le istituzioni pubbliche e le società ICT affinché possano intervenire nel proteggere i giovani dai pericoli della rete, spesso testimoniati da recenti fatti, purtroppo di cronaca. L’indagine Doxa, disponibile qui, è stata presentata nel corso del Safer Internet Day, “la giornata europea dedicata ad un uso cosciente e senza rischi di Internet”.
Commenti
Abbiamo avuto un piccolo problema, ora sistemato, con i commenti: è di nuovo possibile visualizzare il codice anti-spam.
Brand online, sicuri di ri-conoscerli?
Sono anni che ci dicono che gli utenti, su Internet, non leggono. A giudicare dal successo dei blog non si direbbe, ma è certo che il discorso cambia quando si parla di brand…
Dal punto esclamativo di Yahoo! al sorriso di Amazon, passando dalla quadricromia di eBay e Google, il web ha prodotto marchi che oramai fanno parte del nostro quotidiano e che ci sembrano quanto di più familiare si possa immaginare. Ma siamo proprio sicuri di saperli riconoscere?
Metettevi alla prova su Guessthelogo, qualche sorpresa potrebbe attendervi ;-)
Trust: Not for sale
Riprendo il post di Elisabetta e lo scambio di opinioni relativo ai concetti antitetici di fiducia e di stealth marketing.
Le pratiche poco etiche legate al modo con cui le aziende portano sul mercato i loro prodotti credo che si perdano nella notte dei tempi, evolvendosi fino ai giorni nostri.
Ma nel frattempo si sono evoluti anche i consumatori e ritengo più velocemente.
Il “barometro della fiducia”, autorevole ricerca condotta annualmente da Edelman e presentata pochi giorni addietro ci viene in aiuto, confermando anche nel nostro paese la sfiducia totale nella Pubblicità (cioè per la “product and corporate advertising”) e nella credibilità di messaggi che da essa derivano.
Il 56% degli intervistati ritiene maggiormente credibili le informazioni - riguardo ad un prodotto e ad un’azienda - quando esse provengono da articoli letti su riviste autorevoli (ndr. proprio come Imli ?), mentre più di un italiano su due attribuisce maggiore credibilità alle informazioni ed ai messaggi provenienti da conversazioni con un amici.
Insomma ci lasciamo influenzare maggiormente da accademici, dottori e da quelli come noi, piuttosto che da personaggi sportivi, da atleti, avvocati e…. udite udite dal mondo delle Public Relations.
A parte quindi la non eticità di attività di comunicazione - che siano esse convenzionali o non convenzionali poco importa - il punto è che le aziende oggi credono che sia possibile acquistare la fiducia, piuttosto che cercare di costruirla assieme agli utenti, ed il fraintendimento che ne deriva da luogo ad operazioni come quelle citate … that’s all.